Consigliare i dubbiosi

misericordiaConfortati  e  guidati  dai  sette  doni  dello  Spirito  Santo,  cerchiamo  ora  di  capire  meglio il  delicato  compito  di    “Consigliare  i  dubbiosi”.  Il  dubbio  indica  lo  stato  di  incertezza  in  cui  si  trova  una  persona. E’  la condizione  di  chi  non  sa  scegliere,  di  chi  esita  e  rimane  sospeso  perché  manca  di  una  visione  chiara  e  sicura.  La  problematicità  della  vita  si  fa  sentire  nel  dubbioso  in  maniera  sconvolgente,  così  da  renderlo  debole,  insicuro  e  per  questo  esposto  a  ogni  sorta  di  rischio.  La  vita  del  dubbioso,  purtroppo,  oscilla  pericolosamente  tra   la  paura  e   l’angoscia,  creando una   situazione  di  vera  sofferenza. Noi  moderni  poi  abbiamo  elevato  il  dubbio  a  metodo.  Soprattutto,  da  quando Cartesio  nelle  sue “ Meditations  Methaphisique”  lo  ha fatto diventare chiave di  volta per possedere la conoscenza certa. Per fugare le incertezze, il vescovo di Ippona S. Agostino ci  esorta a rientrare  in noi stessi, nell’intimo, per potere approdare alla verità: ”Non è la verità che giunge a se stessa con il ragionamento, ma è la verità che cercano quanti usano la ragione.” E per esplicitare meglio questa  intuizione, scrive una di quelle pagine che rimarranno come punto di riferimento insuperabile nella storia del pensiero:”Se non ti è chiaro ciò che dico e dubiti che sia vero, guarda almeno se non dubiti di dubitarne; e, se sei certo di dubitare, cerca il motivo per cui sei certo… chiunque comprende che sta dubitando, comprende il vero e di ciò che comprende è certo; dunque è certo del vero”.( De vera Religione, 39,73) A sua volta Pascal aggiunge:”Bisogna saper dubitare quando è necessario, affermare quando è necessario e sottomettersi quando è necessario. Ci sono persone che sbagliano con questi tre principi o affermando tutto come apodittico, perché non si intendono  di dimostrazione; o dubitando di tutto, perché non sanno a chi sottomettersi; o sottomettendosi in tutto, perché ignorano quando si deve giudicare.”(268) Queste  parole sono preziose perché esprimono nello stesso tempo la  forza della ragione, sia quando si fa padrona con il dubbio sia quando sa accettare il suo limite di non poter andare oltre. 

A  questo punto la Parola di Dio ci viene incontro offrendoci l’identikit del vero consigliere:”Frequenta spesso un uomo pio che tu conosci  come osservante dei comandamenti e la cui anima è come la tua anima; se tu inciampi saprà compatirti.”(Sir.37,12)  Non è un caso, comunque, che il testo sacro concluda la sua descrizione con il ricorso a rientrare in  se  stessi per trovare la via della verità: “Segui il consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti sarà più fedele di  lui. La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. Al di sopra di tutto questo,  prega l’Altissimo perché  guidi  la tua condotta secondo verità.”(Sir.37,13-15) La ricerca della verità, quindi, è un dovere di carità e la vicinanza al dubbioso  è una responsabilità che chi ama non può rifiutare  di offrire.  Si comprende perché la Chiesa la consideri un’opera di misericordia;  per  questo,  è necessario  stare vicino al dubbioso e con lui instaurare un dialogo perché la verità prenda corpo, la mente si illumini  e la volontà diventi capace di scegliere. Se poi  il  dubbio,  per  così  dire  esistenziale,  riguarda  i  contenuti  della  sua  fede,  il  consiglio  amorevole    che  bisogna  offrirgli,   sarà  quello  di   fargli  capire  che  la  fede  non  è  un  insieme  di  verità  astratte  e  teoriche  da  accettare  ciecamente  ,  ma  una  persona   da  accogliere  e  da    amare:  Gesù  risorto,  Via  Verità  e  Vita,  è  Lui  che  deve    amare  abbandonandosi  tra  le  braccia  della  sua  misericordia.    Per  dirla  con  S.  Anselmo,  “chi  crede  fa  esperienza  di  Dio  e  quindi  ha  certezza  della  sua  verità”.    Pertanto,  chi  compie  la  missione  di  consigliare,  la  deve  compiere  non  con  l’arroganza  di  chi  ha  già  raggiunto  la  verità,  ma  con  la  passione  e  il  desiderio  di  ricercarla  insieme,  pur  sapendo  di  avere  ricevuto  in  dono  la  fede.  E  poiché “ la  fede  viene  dall’ascolto” (Rm.10,17) è  opportuno  che,  chi  è  chiamato  a  dare  consiglio,  sappia  far  tesoro  delle  suggestioni  dello  Spirito  Santo  che   parla  al  cuore   nel  silenzio   e  “intercede  con  insistenza  per  noi   con  gemiti  inesprimibili.”(Rm.8,26)  Non  bisogna neppure  dimenticare  e occorre  convincersi  che  fonte  di  molti  dubbi  è  il  padre  della  menzogna,  il  quale  si  infiltra  nella  mente  in  tanti  modi:  superbia,  orgoglio,  voglia  sfrenata  di  libertà,  suggestioni  varie  e,  non  ultimo,  l’adescamento  da  parte  di  persone  di  altre  religioni  e  sette.

ll  compito  di  consigliare  i  dubbiosi  spetta  a  tutti  i  battezzati:  dal  Papa  ai  vescovi,  ai  sacerdoti,  alle  suore  e  ai  semplici  fedeli.  Personalmente  ricordo  mia  mamma,  che  pur  avendo  frequentato la  scuola  fino  alla  terza  elementare,  sostenuta  però  dalla   preghiera, dai   sacramenti,  dalla   lettura  assidua  della  Bibbia  e  dalla   direzione  spirituale  del  parroco,  di  notte  scriveva  lunghe  lettere  ai  suoi  fratelli  e  sorelle  che  erano  tutti  evangelisti,   confutando  i  loro errori,   dopo      avere   però    invocato  a  lungo  lo  Spirito  Santo  al  quale  chiedeva  sempre  luce  e  consiglio.  Anche  per  piccole  decisioni  da  prendere,  diceva  sempre: “ facciamo  una  novena  allo  Spirito  Santo,   perché  ci  illumini  a  fare  scelte  giuste  e  sagge”. Per  rendere  quindi  operativa  quest’opera  di  misericordia  e   profittando  anche  del  grande  dono  dell’Anno  Santo,  è  auspicabile  che  le  parrocchie  e    le  comunità  religiose    aprano    centri  di  ascolto:  sono  ormai  moltissimi  che  non  si  confessano  più,  non  frequentano    la  Chiesa,  ma  sarebbero  ben  felici  di  trovare  un  sacerdote  o  una  persona  di  fede  che  abbia  del  tempo   per   ascoltare  i    dubbi  e  le  angosce  che  tormentano  la  loro  vita. Quanto  è  prezioso,  ad  esempio,  il  Centro  di  Ascolto  presso  la  Basilica  di  Sant’Antonio  a  Padova,  aperto  dalle  15  alle  18  di  ogni  giorno. “Si  rivolgono  a  noi-  spiega  P.Claudio- persone  che  chiedono chiarimenti  sulla  fede,  che  hanno  dei  dubbi  in  proposito  a  qualche  tematica  specifica.  Giovani  e  meno  giovani,  uomini  e  donne,  possono  trovare  qui   ascolto  e  conforto.

Poi   ci  interpellano  coloro  che  sono  oppressi  da  problematiche  di  natura  familiare  o  affettiva. Ci  sono  molte  persone  depresse  che  arrivano  da  noi  disperate,  con  un  senso  di  vuoto  e  di  inutilità.  Abbiamo  anche  occasione  di  incontrare  gente  che  soffre  per  vere  e  proprie  ossessioni.  Ma  i  più  ricorrenti  sono  decisamente  i  problemi  familiari  e  le  situazioni  di  solitudine,  che  è  più  diffusa  di  quanto  si  creda,  soprattutto  nelle  città.  Però  ogni  storia,  che  rimane  assolutamente  segreta,  è  a  sé,  non  c’è  persona  uguale  ad  un’altra”. Pertanto, incoraggiati  e  stimolati  da  questa  preziosa  testimonianza,  apriamo  le  porte  delle  nostre  Chiese,  ma   soprattutto   spalanchiamo  quelle  del  nostro  cuore,  per  accogliere  quanti   sono  lontani  e  smarriti,  alla  ricerca  di  una  luce,   di   una  speranza,  di  un  consiglio   che  li  liberi  da  paure  e  rimorsi. Una seconda indicazione può essere costituita dalla direzione spirituale, spinta alla  revisione e conversione di vita, all’ esercizio della fede e della preghiera, alla  vita sacramentale ed ecclesiale,  al  discernimento nella  ricerca della propria vocazione e  dei  doveri che essa comporta. Nel campo infine della pastorale sanitaria,  molti sono i dubbi che affiorano nella mente e sulle labbra dei malati, specie se incurabili, sul significato della malattia, della  sofferenza di bambini innocenti, del dolore e  della  morte; aiutarli  amorevolmente  a diradare  dubbi  e angosce, alla luce del Cristo Crocifisso e Risorto,  costituirà un grande dono  e   un  prezioso atto di carità. Non lasciamoli soli, come ci supplica Papa Francesco. Non  accada  che  cercando  aiuto, essi  non  trovino  nessuno  disposto  ad  ascoltarli:” Guardai  ma  non  c’era   nessuno,  tra  costoro  nessuno  era  capace  di  consigliare,  nessuno  da  interrogare  per  averne  una  risposta.”(Isaia,41,28)   Padre Rosario  Messina

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