Nell’imminenza della festa liturgica di San Camillo de Lellis proponiamo una breve riflessione di p. Giandomenico Mucci, gesuita, redattore della storica rivista “Civiltà Cattolica”. Nicola d’Onofrio rappresenta uno dei frutti più maturi ed esemplari della spiritualità, del carisma e dell’eredità di San Camillo.
Giandomenico Mucci sj.
Il 16 giugno è stato aperto presso il Tribunale Diocesano Romano, alla presenza del Cardinale Vicario Camillo Ruini, il processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Nicola d’Onofrio, chierico professo dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, noti comunemente come Camilliani. La sua ricerca di Cristo a ogni costo, il suo stile religioso, la sua fortezza di giovane uomo provata da una malattia mortale, oggi così diffusa, ci hanno fatto desiderare di farlo conoscere ai nostri lettore. Siamo convinti che la sua vita, con i suoi tratti di semplicità e naturalezza, priva delle complicazioni e deli orpelli che la cultura inevitabilmente accumula su altre nobili esperienze spirituali, irradia e comunica quella decisiva testimonianza evangelica, che è il dono spontaneo di chi ha vissuto in maniera straordinaria l’esistenza ordinaria e comune. La sua testimonianza è un conforto particolarissimo per i giovani cristiani, sia che si preparino al sacerdozio sia che vivano la consacrazione religiosa o l’impegno del servizio laicale, e per tutti coloro che soffrono nel corpo e nell’anima.
Leggi qui l’articolo completo di Civiltà Cattolica, 17 marzo 2001 Quindicinale Anno 152, 3618
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