Nel cuore dell’antica Roma, nei pressi del Mausoleo Augusteo e dell’Ara Pacis. Proprio qui nacque l’Ordine dei Minsitri degli Infermi. Tra i più antichi ospedali sorti a Roma nel medioevo, è chiamato anche S. Giacomo “in Augusta” (così era nominata quella regione per la presenza del mausoleo di Augusto Imperatore). Sorse per cura degli esecutori delle ultime volontà del Card. Pietro Colonna defunto nel 1326.
LA PRESENZA DI SAN CAMILLO
San Camillo soggiorna per ben tre volte al San Giacomo. La prima volta dal 7 marzo al 31 dicembre 1571: ancora soldato di ventura, giunge qui per curare la nota piaga al piede che non lo abbandonerà per tutta la vita. Prima ricoverato, poi inserviente, verrà cacciato per la condotta sconsiderata. Dal 23 ottobre 1575 al 20 giugno 1579: dopo la conversione, avvenuta il 2 febbraio 1575 sulla strada che da S. Giovanni Rotondo scende a Manfredonia, rientra al San Giacomo perché la piaga si è di nuovo aperta sotto lo sfregare del ruvido saio dei Cappuccini, tra i quali è riuscito a entrare. Una volta guarito torna tra i figli di San Francesco, nonostante San Filippo Neri, suo confessore, gli dica che il suo posto è là e che presto vi tornerà. Dalla metà di ottobre del 1579 al 1 settembre 1584: in questo periodo ricopre l’ufficio di Maestro di Casa, dà inizio alla Congregazione e diventa Sacerdote (celebra la sua prima messa nella Chiesa di San Giacomo il 10 giugno 1584). Il suo obiettivo è quello di liberare gli infermi dalle mani dei mercenari e istituire una Compagnia di uomini pii, che non per denaro, ma per amore di Dio li servano e curino con la carità e l’amore delle madri che assistono i propri figlioli malati. È ancora in questo periodo che Camillo pensa alla grande croce rossa per la veste dei membri della Compagnia.
Quello che è rimasto
Era situato qui il Crocifisso, che ben due volte incoraggia Camillo a proseguire la sua missione di assistenza agli infermi. Non ci sono altre tracce della presenza di San Camillo all’interno dell’ospedale, nonostante vi abbia soggiornato più volte nel corso della sua vita. Secondo Padre Vanti, nella sua biografia del Santo, Camillo qui ha dimorato nove anni e quatto mesi, così ripartiti: 131 infermo, 564 giorni servo, 118 giorni infermiere, due anni e tre mesi guardaroba, quattro anni e dieci mesi e mezzo Maestro di Casa. I primi due soggiorni di San Camillo a l’Ospedale San Giacomo degli incurabili sono dovuti alla nota piaga al piede che non lo abbandonerà tutta la vita. Durante il primo è ancora soldato di ventura, mentre già nel secondo, dal 23 ottobre 1575 al 20 giugno 1579 si è già convertito lungo la strada che va da San Giovanni Rotondo a Manfredonia, nella Valle dell’Inferno.
Da vedere
Edificio dell’Ospedale: della primitiva costruzione trecentesca dell’Ospedale S. Giacomo ben poco sopravvive. Il tutto si riduce ad un portale di bella fattura, molto simile a quello che c’è all’Ospedale S. Giovanni, ambedue i portali eseguiti verso il 1350 e come pare per opera dei Cardinali Colonna. Il portale di S. Giacomo è più semplice di quello Lateranense, severo, con lo scudo gentilizio dei Colonna (la colonna), una corona che sembra marchionale, a fianco una mitra da cui pendono le sacre bende. Non c’è il cappello cardinalizio, forse perché l’arco fu costruito dal nipote Giacomo, vescovo di Lombez, figlio di Stefano Colonna, che ospitava nel suo palazzo il Petrarca. Dal 1955 i Camilliani sono tornati in questo Ospedale assumendo il Servizio Pastorale. Nel quattrocentesimo anniversario della Conversione di San Camillo (1575-1975) hanno ottenuto di poter murare una lapide a ricordo della presenza del Santo Fondatore fra queste mura.
Chiesa di San Giacomo: ha la facciata su via del Corso, ma anche una piccola entrata sul primo cortile dell’Ospedale, accanto all’abside. Ricostruita e ampliata nel 1592, è stata progettata dall’architetto Francesco Capriani di Volterra, discepolo di Michelangelo. I lavori furono portati a termine nel 1602 da Carlo Maderno, nipote e allievo di Domenico Fontana. Luogo sacro camilliano di notevole importanza, poiché qui si rivive un grande evento della vita e del Santo: celebrò qui, infatti la sua prima messa, il 10 giugno 1584, proprio nell’altare della Madonna.
Maria Portae Paradisi: chiesina incorporata nell’isolato dell’Ospedale S. Giacomo, da cui è accessibile. Conosciuta già nel XI sec. con il nome di Santa Maria in Augusta, ebbe l’appellativo in Porta Paradisi o semplicemente Portae Paradisi perché nei suoi pressi si apriva una delle porte dei muri che circondavano il vicino Mausoleo di Augusto, detti paradiseiois, oppure perché adiacente v’era il cimitero dell’Ospedale di San Giacomo. Alcune fonti, poi rivelatesi errate, affermano che San Camillo abbia celebrato qui la sua prima messa. Di sicuro il Santo si recò nella chiesa a pregare, data la sua devozione all’Immacolata Madre di Dio.
Nei dintorni
Via del Corso: chiamata comunemente il Corso, è una nota strada del centro di Roma che collega piazza Venezia a piazza del Popolo e misura all’incirca 1,6 chilometri.
Piazza del Popolo: è una delle più celebri piazze di Roma, ai piedi del Pincio. La forma della piazza assume la conformazione attuale solo alla fine del XIX sec. Precedentemente era una modesta piazza di forma trapezoidale, che si allargava verso il Tridente. Al tempo dell’occupazione napoleonica, infatti, l’aspetto architettonico ed urbanistico della piazza venne rivisto dall’architetto neoclassico Giuseppe Valadier. Si trovano qui la chiesa di Santa Maria del Popolo e le due chiese gemelle Santa Maria in Montesanto (1675) e Santa Maria dei Miracoli (1678). Da ammirare, inoltre, la Porta del Popolo e le fontane, fra cui quella centrale sormontata da un enorme obelisco.
Dall’Ospedale San Giacomo si prosegue verso Piazza del Porto di Ripetta: si raggiunge facilmente a piedi, tornando indietro su via di Ripetta all’altezza di Ponte Cavour (450 m)
COME ARRIVARE
Dalla stazione Termini, prendere la metro A, direzione Battistini, scendere alla fermata Flaminio (Piazza de Popolo) e proseguire a piedi.
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