Papa Giovanni Paolo II ha proclamato suor Giuseppina Vannini beata il 16 ottobre 1994.
Madre Giuseppina Vannini, in questa sua vita frenetica, che non poco influì sulla sua salute, mai tralasciò di vivere tre grandi virtù: la preghiera assidua, la carità – maternità spirituale nei confronti delle sue suore, la visita e l’assistenza degli ammalati. A proposito del suo essere “madre” con le suore, vennero raccontati tanti delicati fioretti che dimostrano la sensibilità d’animo di Madre Vannini.
Spesso si privava del necessario, per passarlo alle sorelle o alle novizie; raccomandava che le suore dopo l’assistenza infermieristica potessero avere svago e riposo. Per le suore cagionevoli di salute o ammalate, ebbe mille attenzioni e per esse, nel 1907, aprì una casa apposita, Villa Loreto, a Cremona. Andava spesso a trovarle e diceva che la vera forza della Congregazione erano le suore ammalate che offrivano ogni giorno le loro sofferenze a Dio, per il bene dell’umanità.
Madre Vannini aveva proprio un cuore materno. Frattanto, i primi anni del Novecento, condussero la fondatrice ad aprire nuove importanti case: Brescia nel 1094, San Bassano in provincia di Cremona. Viterbo e nel 1910, Rieti, trasferendo colà il noviziato. Così il noviziato lasciò Grottaferrata per trasferirsi nella valle reatina. Lì, la madre inizio a trascorrere vari periodi dell’anno per due motivi: primo perché il noviziato era il cuore e il futuro delle Figlie di San Camillo, in secondo luogo perché la calura estiva di Roma la opprimeva, iniziando già a soffrire di problemi cardiaci. Poi venne l’anno per un’importantissima fondazione; le suore partivano per il Sud America, precisamente per Buenos Aires, Argentina. Il piroscafo partì da Genova il 12 aprile 1906. Le parole di saluto di Madre Vannini furono emblematiche: “Siate le serve dei poveri ammalati”. Così iniziava la grande avvenuta delle Figlie di San Camillo nelle missioni, fino agli estremi confini della terra! Scrisse spesso alle suore in Argentina, raccomandando lo spirito di sacrificio, l’amore all’ammalato, la preghiera, l’offerta di sé.
Comlessivamente di Madre Vannini restano 160 lettere, più 2 scritti di meditazione, rivolti alla sua congregazione. Come ricordato, nei suoi scritti espresse tutto il suo amore al Sacro Cuore di Gesù, invitando a combattere con tutte le forze l’amor proprio, vero ostacolo per un progresso spirituale.
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