Oggi, 12 giugno 2013, la famiglia camilliana ricorda l’anniversario della morte del Servo di Dio Nicola d’Onofrio.
“Nicolino” nacque a Villamagna, un paesino vicino Bucchianico, il 24 marzo del 1943. Da subito sentì il desiderio e la volontà di dedicare la sua vita a Cristo, così nel ’55 entrò a far parte dello studentato camilliano a Roma. Il 7 ottobre 1961 emise la sua prima professione con i tre voti comuni a tutte le Congregazioni (castità, povertà, obbedienza) e il IV voto legato solo ai Camilliani e cioè il servizio agli ammalati e sofferenti “sempre, anche a rischio della vita”.
A 20 anni iniziò a sentire i primi sintomi della grave malattia che lo portò presto alla morte. Sulle pagine del suo diario, riflettendo sulla sua situazione, scriveva: “Non chiederò la guarigione, ma che io possa compiere in pieno la volontà di Dio”.
Nicolino fu un grande esempio spirituale per tutti, cercò di nascondere sempre le sue sofferenze sopportandole fino all’ultimo istante della sua vita.
Nel 2000, durante l’anno giubilare, il Cardinale Camillo Ruini, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, aprì l’inchiesta Diocesana sulla vita e le virtù del giovane camilliano, definendolo egli stesso “un modello di vita soprattutto per le giovani generazioni” .
Come Servo di Dio, spese la sua breve vita per amore verso gli ultimi, i malati e gli emarginati.
In occasione del 47° anniversario del Pio transito di Nicola d’Onofrio, Padre Renato Salvatore, Superiore Generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi, sabato 15 giugno, alle ore 17,00, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica nella chiesa della comunità camilliana di Villa Sacra Famiglia a Roma.
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