C’è nella vita consacrata un essere riservati per Dio, per la sua gloria, deputati alla salvezza dell’umanità, messi da parte per il Suo Regno, che vuol dire più di una semplice separazione,
ma che piuttosto vuole dire
APPARTENENZA circa la propria identità
TOTALE DEDICAZIONE del valore primo della vita
CUSTODIA della propria vita
proprio perché la vita consacrata vive di questa relazione esclusiva con Dio, da cui una totale attenzione all’uomo, per questo necessita di spazi di tutela tuttavia questa separazione che qualifica la forma di vita consacrata,
non può mai essere espressa come ISOLAMENTO, un salvarsi al di là degli altri, uno stare oltre gli altri perché percepiti come una minaccia non può essere colto come AUTOSUFFICIENZA, un prescindere dall’altro, sapere che si è capace di fare il tutto anche senza gli altri non può ancora essere colto come INDIFFERENZA, quella incapacità di coinvolgersi nella vita altrui
(Esempio ne sono i contemplativi, i quali sono chiamati comunque ad essere in relazione col mondo e con la Chiesa)
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