Dal vizio al servizio: la conversione straordinaria di San Camillo de Lellis

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

di Alfredo Tortorella

Si avvicina il 2 febbraio, giorno importante per ogni Camilliano, non solo perché la Chiesa tutta – celebrando la Presentazione del bambino Gesù al Tempio – ricorda la vita religiosa, ma soprattutto perché in questo giorno, nel lontano 1575, il venticinquenne Camillo de Lellis si decideva a lasciare per sempre una condotta sbandata trovando in Dio la vera pace e lo stimolo per andare avanti.

C’è da dire che Camillo si trovava in Puglia sin dal novembre 1574, quando giunse a Manfredonia forse speranzoso di imbarcarsi per la Dalmazia[1]. Qui, rimasto disoccupato, si ridusse a chiedere l’elemosina alle porte della Chiesa di San Domenico, nella piazza principale della città. Notato da un signorotto locale, gli fu proposto un lavoro per i frati cappuccini che lo assunsero come manovale per l’edificazione del convento e dell’annessa chiesa, l’attuale Chiesa madre del Cimitero di Manfredonia dedicata a Santa Maria dell’Umiltà. Da Manfredonia, a Camillo fu poi chiesto di raggiungere il convento di San Giovanni Rotondo, per portare viveri ai confratelli. Vi giunse il primo febbraio 1575 e fu accolto dal guardiano padre Angelo, che non rimase indifferente alla tristezza disegnata sul volto del giovane facchino. Padre Angelo si prese Camillo a braccetto e, nella vigna del convento, gli parlò di Dio, di Cristo e dell’Amore vero. I “fatti” della conversione di Camillo – avvenuta nella desolata e solitaria Valle dell’Inferno – ci vengono raccontati anzitutto dal suo primo biografo, il Camilliano Sanzio Cicatelli (1570-1627), suo coevo e “testimone della prima ora”:

      “(…) la mattina seguente havendo sentita la sua messa (…) si licentiò et avviò verso Manfredonia. Per strada andando a cavallo dell’Asino (…) andava tra se medesimo pensando alle cose dettogli dal P. Guardiano (…). Fù all’improvviso assaltato dal Cielo con un raggio di lume interiore tanto grande del suo miserabil stato che (…) gli pareva d’haver il cuore tutto minuzzato e franto dal dolore (…) Dicendo con parole da molti singhiozzi interrotte: Ah misero et infelice me che gran cecità è stata la mia a non conoscer prima il mio Signore? Perché non ho speso tutta la mia vita in servirlo?Perdona Signore, perdona a questo gran peccatore”[2].

Dal quel giorno in poi gli eventi cambiarono e da giovanotto vizioso, Camillo diventò gradualmente un uomo di Dio dedito al servizio del prossimo sofferente. In Puglia, dunque, tutto ebbe inizio, e i Camilliani si sono sempre adoperati affinché la memoria di questi “fatti” non andasse mai perduta, attraverso la custodia dei luoghi simbolici della conversione (la Valle dell’Inferno in particolare) e la promozione della loro conoscenza da parte dei fedeli. A maggior ragione quest’anno che vede l’apertura – nel prossimo luglio – dei festeggiamenti per i quattrocento anni della morte del Santo di Bucchianico, patrono dei malati e di chi si prende cura di essi.

Così il prossimo 31 gennaio le spoglie mortali di Camillo lasceranno Roma per ritornare nei luoghi della conversione. Varie le iniziative promosse dall’Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, dai Camilliani della Provincia Siculo-Napoletana e dalle municipalità di Manfredonia e San Giovanni Rotondo: accoglienza delle reliquie, processioni, Santa Messa, sosta in diverse parrocchie, convegni al personale medico e sanitario, agli istituti di vita consacrata, sosta presso i luoghi di San Pio da Pietralcina: Santuario S. Maria delle Grazie e Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Inoltre, i Camilliani si sono adoperati da circa un mese per far conoscere San Camillo agli alunni delle elementari, medie e superiori, ottenendo un riscontro molto positivo in ambedue le città.

Ma perché tutto questo? Solo per commemorare un anniversario legato a una grande personalità italiana e santo della Chiesa cattolica? O forse, per promuovere ulteriormente il territorio interessato all’evento?

Ci piace pensare che Camillo “parli ancora”. La sua vicenda di sbandamento, di insoddisfazione, di dipendenza patologica dal gioco e da altre abitudini non belle “che assuefanno” l’anima, sono di una spaventosa attualità! Camillo, in questo, non era tanto diverso da giovani e meno giovani della società contemporanea. Ma anche la sua conversione risulta attuale: non fanno forse scalpore le notizie inerenti ad attrici, giornalisti, calciatori e gente del “bel mondo” che hanno finalmente scoperto la “perla preziosa” del Vangelo? Come Camillo, essi ricordano che la salvezza avviene mediante l’incontro con due elementi: la fede in un Dio non lontano e la carità reale verso il prossimo. Ed ecco che le storie di vita dei santi donano speranza a un mondo – e a un nostro mondo interiore – che per vivere ha bisogno sempre di convertirsi e rinnovarsi!


[1] Cfr. M. Spinelli, Camillo de’ Lellis “più cuore in quelle mani!”, Città Nuova, p. 61.

[2] Cfr. Sanzio Cicatelli, Vita del P. Camillo de’ Lellis. A cura del p. Pietro Sannazzaro , Roma 1980, pp. 45-46.

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

The second day of February is drawing near, an important day for every Camillian and not only because the whole of the Church in celebrating the Presentation of the Baby Jesus at the temple remembers religious life but also, and above all else, because on that day, in the far off year of 1575, the twenty-five-year-old Camillus de Lellis decided to abandon for ever his erroneous behaviour, finding in God true peace and the stimulus to go forward.

It should be said that Camillus had been in Puglia since November 1574 when he arrived in Manfredonia perhaps hoping to embark for Dalmatia[1]. Here he was unemployed and reduced to asking for alms at the doors of the Church of St. Domenic in the principal square of the city. Noticed by a member of the local gentry, he was offered a job for the Capuchin friars who took him on as a manual labourer for the building of the friary and the connected church, the present mother church of the cemetery of Manfredonia dedicated to St. Mary of Humility. From Manfredonia Camillus was then asked to go to the friary of San Giovanni Rotondo to take food and drink to the friars. He arrived on 1 February 1575 and was received by the person who looked after it, Father Angelo, who was not indifferent to the sadness etched on the face of the young porter. Father Angelo took Camillus by the arm and in the vineyard spoke to him about God, Christ and true Love. The ‘facts’ of the conversion of Camillus – which took place in the desolate and solitary Valle dell’Inferno – are narrated to us first and foremost by his first biographer, the Camillian Sanzio Cicatelli (1570-1627), his contemporary and ‘witness from the first moment’:

“(…) the following morning after hearing Mass…he left and went towards Manfredonia. Going on a donkey…he was lost in his own thoughts thinking about the things that the father guardian had told him…He was suddenly assaulted by heaven with a ray of interior light that was so great for his miserable state that…it seemed to him that his heart was all in pieces and broken by the pain…Saying with words interrupted by much sobbing: O miserable and unhappy me, what a great blindness has been mine not to know the Lord before! Why have I not spent all my life in serving him? Forgive me Lord, forgive this great sinner”.[2]

From that day onwards events changed and from a young man of vice Camillus gradually became a man of God dedicated to service to his suffering neighbour. In Puglia, therefore, everything began, and Camillians have always striven to ensure that the memory of these ‘facts’ is never forgotten through the guardianship of the places that were symbolic of this conversion (the Valle dell’Inferno in particular) and the promotion of knowledge about them amongst the faithful. This is all the more appropriate this year with the opening – next July – of the celebrations for the four-hundredth anniversary of the death of this saint of Bucchianico, the patron saint of the sick and of those who care for them.

Thus it is that on 31 January next the mortal remains of Camillus will leave Rome to return to the places of his conversion. Various initiatives are being organised by the archdiocese of Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, by the Camillians of the Province of Sicily and Naples, and by the town councils of Manfredonia and San Giovanni Rotondo: welcoming the relics, processions, Holy Masses, stays in various parishes, meetings of medical and health-care staff and of institutes of consecrated life, and stays in places connected with St. Pio da Pietrelcina: the Santuario S. Maria delle Grazie and the Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. In addition, Camillians have been working for about a month to have the pupils of elementary and secondary schools learn about St. Camillus, and in this they have met with a very good response in both towns.

But why all this? Only to commemorate an anniversary linked to a great Italian figure and a saint of the Catholic Church. Or, perhaps, to further promote the local areas interested in the event?

We like to think that Camillus ‘is still speaking’…His life of loose living, of a lack of satisfaction, of pathological addiction to gambling and other not fine habits that ‘asphyxiate’ the soul, are of a frightening contemporary relevance! In this, Camillus was not so different from the young (or not so young) people of contemporary society. But his conversation is also of contemporary relevance: does not the news of actresses, journalists, football players and people of the ‘beautiful world’ who have finally discovered the ‘valuable pearl’ of the Gospel have a major impact? Like Camillus, they remind us that salvation comes through encounter with two elements: faith in a God who is not far away and real charity towards our neighbour. And thus it is that the histories of the lives of saints give hope to a world, and to our interior world, which to live always needs conversion and renewal!

Alfredo Tortorella

 

Notes

[1] M. Spinelli, Camillo de’ Lellis “più cuore in quelle mani!” (Città Nuova)  p. 61.

[2] Sanzio Cicatelli, Vita del P. Camillo de’ Lellis, edited by Fr. Pietro Sannazzaro (Rome, 1980), pp. 45-46.

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

Es nähert sich der zweite Februar, ein wichtiger Tag für jeden Kamillianer – nicht nur deshalb, weil die Kirche durch das Fest der Darstellung des jungen Jesus im Tempel auch an das Ordensleben erinnert, sondern vor allem deswegen, weil an diesem Tag, im lange zurückliegenden Jahr 1575 der fünfundzwanzigjährige Kamillus von Lellis sich für immer entschloss sein zügelloses Leben zu beenden. Er fand in Gott den wahren Frieden und den Mut in die Zukunft zu blicken.

Man muss noch sagen, dass Kamillus sich schon seit dem November 1574 in Apulien aufhielt, als er nach Manfredonia kam, vielleicht in der Hoffnung ein Schiff nach Dalmatien zu besteigen. Er blieb hier arbeitslos und beschränkte sich darauf, um Almosen zu bitten an den Türen der Kirche von San Domenico, auf dem Hauptplatz der Stadt. Ein Bewohner wurde auf ihn aufmerksam und bot ihm eine Arbeit für die Kapuziner an. Diese nahmen ihn als Handlanger auf für die Bauarbeiten des Konventes und der damit verbundenen Kirche. Diese Kirche gehört jetzt zum Friedhof von Manfredonia und hat den Namen Santa Maria dell’Umiltà. In Manfredonia wurde Kamillus dann gebeten, sich zum Konvent von San Giovanni Rotondo zu begeben, um den Brüdern Lebensmittel zu bringen. Dort kam er am ersten Februar 1575 an und wurde von P. Guardian Pater Angelo empfangen. Dieser blieb nicht teilnahmslos gegenüber der Traurigkeit, die aus dem Gesicht des jungen Handlangers erspürbar war. Pater Angelo ging mit Kamillus Arm in Arm in den Weinberg des Konventes und sprach mit ihm über Gott, über Christus und über die wahre Liebe. Die „Fakten“ der Bekehrung von Kamillus, die im kargen und einsamen Valle dell’Inferno stattfand, werden uns vor allem von seinem ersten Biografen, dem Kamillianer Sanzio Cicatelli (1570-1627), einem Zeitgenossen und „Zeugen der ersten Stunde“ berichtet:

„ (…)Nachdem er am nächsten Tag in der Frühe die heilige Messe mitgefeiert hatte (…) verabschiedete er sich und machte sich auf den Weg nach Manfredonia. Er ritt auf dem Esel (…)und überlegte, was ihm der P. Guardian gesagt hatte (…). Da ergriff ihn plötzlich ein Strahl der inneren Erleuchtung, der so groß war, dass er seinen elenden Zustand empfand(..) und meinte, die tiefe Zerknirschung hätte ihm das Herz auseinander und in Stücke gerissen.(…) Von heftigen Schluchzen unterbrochen sagte er: Ich Elender und Unglücklicher, wie war ich doch verblendet, dass ich meinen Herrn nicht früher erkannt habe? Warum habe ich nicht mein ganzes Leben damit verbracht, ihm zu dienen? Vergib Herr, vergib diesem großen Sünder“.

Von diesem Tage an veränderte er sich und aus dem lasterhaften jungen Menschen wurde Kamillus nach und nach ein Mann Gottes, der sich dem Dienst an dem leidenden Mitmenschen widmete. In Apulien hatte also alles seinen Anfang und die Kamillianer haben sich immer dafür eingesetzt, dass die Erinnerung an diese Ereignisse nie verloren geht – vor allem durch die Pflege der symbolischen Orte dieser Bekehrung (insbesondere im Valle dell’Inferno) und durch die Bekanntmachung dieser Orte für die Gläubigen. Dies gilt besonders für dieses Jahr, in dem im nächsten Juli die Feierlichkeiten für die Vierhundertjahrfeier des Todes des Heiligen von Bucchianico, dem Hilfspatron der Kranken und ihres Pflegepersonals, eröffnet werden.

Deshalb werden am nächsten 31. Jänner die sterblichen Überreste von Kamillus Rom verlassen, um zum Ort der Bekehrung zurückzukehren. Verschieden sind die Initiativen, die von der Erzdiözese Manfredonia, von Vieste, von San Giovanni Rotondo, von den Kamillianern der Sizilianisch-neapolitanischen Provinz der Kamillianer, von den Gemeinden Manfredonia und San Giovanni Rotondo vorgesehen sind: Empfang der Reliquien, Prozessionen, heilige Messen, Aufenthalt in verschiedenen Pfarreien, Zusammenkünfte für die Ärzte und das Spitalspersonal; in verschiedenen Ordenshäusern; Aufenthalt in den Stätten des heiligen Pio von Pietrelcino: Sanktuarium Santa Maria delle Grazie und im Krankenhaus Casa Sollievo della Sofferenza. Außerdem bemühen sich die Kamillianer seit ungefähr einem Monat, um den heiligen Kamillus bei den Schülern der Volkschulen, der Mittelschulen und der höheren Schulen bekannt zu machen. Sie sind damit in beiden Städten auf eine gute Aufnahme gestoßen.

Aber warum dies alles? Nur um an ein Jahresgedächtnis einer großen italienischen Persönlichkeit und eines Heiligen der katholischen Kirche zu erinnern? Oder vielleicht dieses Städte für das Jubiläum stärker zu interessieren?

Uns gefällt die Vorstellung, dass Kamillus „immer noch zu uns spricht“… Seine Orientierungslosigkeit, seine Unzufriedenheit, seine krankhafte Abhängigkeit vom Glückspiel und andere unschöne Sitten, an die sich die Seele gewöhnt: sie sind auch jetzt schrecklich aktuell! Kamillus war in dieser Hinsicht nicht verschieden von den jungen oder weniger jungen Menschen der heutigen Gesellschaft. Aber auch seine Bekehrung ist aktuell: Erregen nicht Nachrichten von Schauspielern, Journalisten, Fußballspielern und Menschen der „schönen Welt“ Verwunderung, wenn diese endlich die „kostbare Perle“ des Evangeliums gefunden haben? Wie Kamillus erinnern sie uns daran, dass das Heil durch die Begegnung von zwei Faktoren entsteht: durch den Glauben an den Gott, der uns nahe steht und durch die konkrete Nächstenliebe. Und siehe: die Geschichte der Heiligenleben geben der Welt – und auch unserer inneren Welt – Hoffnung, denn um zu leben, haben diese es immer nötig sich zu bekehren und sich zu erneuern!

Alfredo Tortorella

Alfredo Tortorella

Se acerca el 2 de febrero, día importante para todos los Camilos, no solo porque la Iglesia entera, al celebrar la Presentación del Niño Jesús en el Templo, recuerda la vida religiosa, sino sobre todo porque en este día, en el lejano 1575, Camilo de Lelis, entonces un joven de veinticinco años, decidía abandonar para siempre una conducta alocada para encontrar en Dios la verdadera paz y el estímulo para seguir nuevos caminos.

Hay que decir que Camilo se encontraba en Puglia desde noviembre de 1574 cuando llegó a Manfredonia, quizá con la esperanza de embarcarse rumbo a Dalmacia[1]. Aquí, tras verse sin trabajo, se decidió a pedir limosna a las puertas de la iglesia de Santo Domingo, en la plaza principal de la ciudad. Un señor importante del lugar, viéndole, le propuso un trabajo para los frailes capuchinos, quienes le acogieron como peón para la edificación del convento y de la iglesia anexa, la actual iglesia madre del cementerio de Manfredonia dedicada a Santa María de la Humildad. En Manfredonia le pidieron después a Camilo que fuera al convento de San Giovanni Rotondo para llevar víveres a los frailes. Llegó allí el día uno de febrero de 1575 y fue acogido por el guardián, el padre Angelo, que no fue indiferente a la tristeza reflejada en el rostro del joven recadista. El padre Angelo tomó a Camilo del brazo y le habló en el patio del convento de Dios, de Cristo y del verdadero amor. Los “hechos” de la conversión de Camilo, que tuvo lugar en el desolado y solitario Valle del Infierno, nos los cuenta su primer biógrafo, el camilo Sanzio Cicatelli (1570-1627), coetáneo suyo y “testigo de la primera hora”:

             “(…) a la mañana siguiente, después de oír misa (…) se despidió y se dirigió hacia Manfredonia. Por el camino, cabalgando sobre un asno (…) iba pensando silenciosamente en las cosas que le había dicho el padre guardián (…). Improvisamente fue asaltado desde el Cielo con un rayo de luz interior tan grande sobre su mísero estado que (…) le parecía haber hecho añicos su corazón, y movido por el dolor (…), diciendo palabras interrumpidas por muchos sollozos: ¡Ah, mísero e infeliz de mí, qué gran ceguera la mía por no conocer antes a mi Señor! ¿Por qué no he dedicado toda mi vida a servirle? Perdóname, Señor, perdona a este gran pecador”[2].

A partir de aquel día los acontecimientos cambiaron y Camilo, de joven vicioso, se fue transformando gradualmente en un hombre de Dios, entregado al servicio del prójimo que sufre. Todo, por tanto, comenzó en Puglia, y los Camilos se han afanado siempre para que la memoria de estos hechos no se perdiera, custodiando los lugares simbólicos de la conversión (el Valle del Infierno especialmente) y la promoción de su conocimiento por parte de los fieles. Con mayor razón este año que contempla la apertura, el próximo julio, de los festejos por los cuatrocientos años transcurridos desde la muerte del Santo de Bucchianico, patrón de los enfermos y de quienes les cuidan.

      Así, el próximo 31 de enero, los restos mortales de Camilo abandonarán Roma para volver a los lugares de su conversión. Diversas iniciativas promovidas por la archidiócesis de Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, por los Camilos de Provincia Sículo-Napolitana y por los municipios de Manfredonia y San Giovanni Rotondo: acogida de las reliquias, procesiones, Santa Misa, presencia en diversas parroquias, congresos para el personal médico y sanitario, para los institutos de vida consagrada, parada en los lugares de San Pío de Pietralcina: santuario Santa Maria delle Grazie y Hospital Casa Sollievo della Sofferenza. Además, los Camilos han tratado desde hace un mes de dar a conocer a San Camilo a los alumnos de enseñanza primaria, media y superior, consiguiendo unos resultados muy positivos en ambas ciudades.

Pero todo esto, ¿para qué? ¿Solamente para conmemorar un aniversario relacionado con una gran personalidad italiana y santo de la Iglesia católica? ¿O tal vez para promover posteriormente al territorio interesado en el acontecimiento?

          Nos complace pensar que Camilo “todavía habla”… Su vicisitud de desbandada, de insatisfacción, de dependencia patológica del juego y de otros hábitos nada virtuosos que “que adormecen” el alma son de una actualidad aterradora. Camilo no era en esto muy diferente de los jóvenes y menos jóvenes de la sociedad actual. Pero también su conversión resulta actual. ¿No son escandalizadoras las noticias relacionadas con actrices, periodistas, futbolistas y gente de “mundo” que finalmente ha descubierto la “perla preciosa” del Evangelio? Como Camilo, también ellos recuerdan que la salvación tiene lugar mediante el encuentro con dos elementos: la fe en un Dios no lejano y el amor al prójimo. Y mira por donde, las historias de vida de los santos dan esperanza a un mundo, y a nuestro mundo interior, de que para vivir es siempre necesario convertirse y renovarse.


[1] Cfr. M. Spinelli, Camillo de’ Lellis “più cuore in quelle mani!”, Città Nuova,  p. 61.

[2] Cfr. Sanzio Cicatelli, Vita del P. Camillo de’ Lellis. Edición a cargo del P. Pietro Sannazzaro , Roma 1980, pp. 45-46.

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

Aproxima-se o dia 2 de fevereiro; trata-se de uma data importante para os calendários camilianos, não só porque toda a Igreja – celebrando a apresentação do menino Jesus no templo – recorda a vida religiosa, mas sobretudo porque neste dia, no distante ano de 1575, Camilo de Lellis (então com 25 anos) decidiu deixar para sempre uma conduta dissipada, encontrando em Deus a verdadeira paz e o estímulo para ir em frente.

É preciso dizer que Camilo se encontrava na Puglia desde novembro de 1574, quando chegou a Manfredônia, talvez com a esperança de embarcar para a Dalmácia. Neste local, sem trabalho, reduziu-se a pedir esmola diante da Igreja de São Domingos, na praça principal da cidade. Encontrou-se, então, com um ricaço que lhe propôs um trabalho para os frades capuchinhos, estes últimos, então, lhe ofereceram um emprego de operário não qualificado para a edificação do convento e da igreja anexa, a atual igreja-mãe do Cemitério de Manfredônia, dedicada a Santa Maria da Humildade. Em Manfredônia, pediram a Camilo que fosse ao convento de San Giovanni Rotondo para levar alguns víveres aos frades. Lá chegando, em 1 de fevereiro de 1575, foi acolhido pelo guardião (o padre Angelo), que não ficou indiferente à tristeza estampada na face do jovem carregador. Padre Angelo levou Camilo ao vinhedo do convento, lhe falou de Deus, de Cristo e do Amor verdadeiro. Os “fatos” da conversão de Camilo – que teve lugar no desolado e solitário Vale do Inferno – foram narrados principalmente por seu primeiro biógrafo, o camiliano Sanzio Cicatelli (1570-1627), seu contemporâneo e “testemunha dos primeiros tempos”:

“(…)na manhã seguinte, depois de participar da missa (…) partiu para Manfredônia. Na estrada, sobre um burrico (…) meditava, pensando nas coisas que tinha ouvido do padre guardião (…). De repente, foi surpreendido pelo Céu com um raio de luz interior tão grande quanto seu miserável estado que (…) sentia o coração despedaçado e partido pela dor (…). Dizendo com palavras cortadas por muitos soluços: ‘Ah, sou tão miserável e infeliz, que grande cegueira a minha em não conhecer antes o meu Senhor? Por que não dediquei toda a minha vida a servi-lo? Perdoa, Senhor, perdoa este grande pecador’ ”.

Daquele dia em diante, a realidade mudou e, de jovem viciado, Camilo se tornou gradualmente um homem de Deus, dedicado ao serviço ao próximo sofredor. Foi na Puglia, portanto, que tudo teve seu início. Os camilianos sempre se esforçaram para que a memória desses “fatos” não se perdesse, através da custódia dos lugares simbólicos da conversão (o Vale do Inferno, de modo particular) e da divulgação desses acontecimentos aos fiéis. Com maior razão este ano da abertura – no próximo julho – das comemorações pelos quatrocentos anos do falecimento do Santo de Bucchianico, patrono dos enfermos e das pessoas que os cuidam.

Neste contexto, no próximo dia 31 de janeiro, os restos mortais de Camilo deixarão Roma para regressarem aos lugares da conversão. São várias as iniciativas promovidas pela Arquidiocese de Manfredônia – Vieste – San Giovanni Rotondo, pelos camilianos da Província Sículo-Napolitana e das prefeituras de Manfredônia e San Giovanni Rotondo: acolhida das relíquias, procissões, santa missa, visitas a diversas paróquias, congressos para o mundo da saúde, para os Institutos de vida consagrada, peregrinações aos lugares de São Pio de Pietrelcina: Santuário S. Maria delle Grazie e ao Hospital Casa Sollievo della Sofferenza. Além disso, os camilianos estão em plena atividade – há cerca de um mês – para divulgar São Camilo aos alunos de escolas primárias, secundárias e universidades, obtendo uma resposta muito positiva em ambas as cidades

Mas, para que tudo isso? Somente para comemorar um aniversário ligado a uma grande personalidade italiana e santo da Igreja Católica? Ou, talvez, para promover posteriormente o território interessado no evento?

O que mais almejamos é que Camilo “ainda possa falar”… A sua experiência de vida dissipada, de insatisfação, de dependência patológica do jogo e de outros hábitos não belos “que acostumam” a alma, são de uma extraordinária atualidade! Camilo, nesse aspecto, não era tão diferente dos jovens (e não tão jovens) da sociedade contemporânea. Também sua conversão resulta atual: acaso não chamam a atenção as notícias relativas a artistas, jornalistas, jogadores de esportes e gente da alta sociedade que finalmente descobrem a “pérola preciosa” do Evangelho? Assim como Camilo, eles nos fazem lembrar que a salvação chega através do encontro com dois elementos: a fé em um Deus próximo e a caridade verdadeira ao irmão. Assim, as histórias de vida dos santos dão esperança a um mundo – e a um nosso mundo interior – que, para viver, precisa de uma conversão e de uma renovação constante!

Alfredo Tortorella

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

Alfredo Tortorella

Le 2 février approche ; c’est un jour important pour chaque camillien, non seulement parce que toute l’Eglise – en célébrant la présentation de l’Enfant Jésus au Temple – rappelle la vie consacrée mais surtout parce que, en ce jour lointain de 1575, le jeune Camille, âgé de vingt-cinq ans, se décidait à quitter pour toujours une conduite dispersée, en trouvant en Dieu la vraie paix et l’élan pour avancer.

C’est-à-dire que Camille se trouvait dans les Pouilles, depuis le mois de novembre 1574,  quand il a rejoint Manfredonia, peut-être avec l’espoir de s’embarquer pour la Dalmatie. Il était alors sans emploi, réduit à mendier devant la porte de l’église Saint Dominique, sur la grand-place de la ville. Remarqué par une personnalité locale, il lui fut proposé un travail pour les frères capucins, comme manœuvre pour la construction du couvent et de l’église annexe, l’actuelle église principale du Cimetière de Manfredonia, dédiée à Notre-Dame de l’Humilité. Puis, il fut demandé à Camille d’aller au couvent de San Giovanni Rotondo, pour porter des vivres à leurs confrères. Il y arriva le 1er février 1575, et il fut accueilli par le gardien, le père Angelo, qui ne resta pas indifférent à la tristesse marquée sur le visage du jeune porteur. Le Père Angelo le prit en affection et dans la vigne du couvent, lui parla de Dieu, du Christ et de l’amour véritable. Les « faits » de la conversion de Camille – qui eut lieu dans la Vallée de l’Enfer, lieu solitaire et désolé – nous ont été racontés par son premier biographe, le père camillien Sanzio Cicatelli (1570-1627), son contemporain et son « témoin de la première heure ».

« (…) le lendemain matin, après avoir participé à la messe (…), il prit la route de Manfredonia. Assis sur son âne (…), il cheminait tout en pensant à tout ce que le P. Gardien (…) lui avait dit. Et voici que, il subit tout à coup l’assaut du Ciel. Un grand rayon de lumière intérieure lui fit voir son triste état. Il en eut le cœur brisé de contrition. (…) Son émotion fut telle que, tombé à terre, il pleurait et disait : « Malheureux que je suis ! Comme j’ai été aveugle ! Que n’ai-je connu plus tôt mon Seigneur ! Pourquoi n’ai-je pas passé ma vie à le servir ? Pardon, Mon Dieu, pardonnez au grand pécheur que je suis ! » 

A partir de ce jour, les évènements changèrent et de jeune homme dispersé, Camille devint progressivement un homme de Dieu, totalement dévoué au service de son prochain en souffrance. Donc, tout a commencé dans les Pouilles, et les Camilliens se sont toujours employés à ce que le souvenir de ces « faits » ne soit jamais perdu, en gardant les lieux symboliques de la conversion (la Vallée de l’Enfer en particulier), avec le souci de les faire connaître aux fidèles. A plus forte raison, cette année qui voit l’ouverture – en juillet prochain – des célébrations pour le quatrième centenaire de la mort du Saint de Bucchianico, patron des malades et de ceux qui les soignent.

C’est ainsi que le 31 janvier, la dépouille mortelle de Camille quittera Rome pour retourner sur les lieux de sa conversion. Les initiatives promues par l’Archidiocèse de Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, des Camilliens de la Province Siculo-Napolitaine et des Municipalités de Manfredonia et de San Giovanni Rotondo, sont variées : accueil des reliques, processions, Sainte Messe, haltes dans divers paroisses, conférences au personnel médical et sanitaire, aux instituts de vie consacrée, haltes sur les lieux du saint P. Pio de Pietrelcina : au Sanctuaire Sainte Marie de Toutes Grâces et à l’hôpital « Maison du soulagement de la Souffrance ». De plus, les Camilliens se sont employés, depuis un mois, à faire connaître saint Camille aux élèves des écoles primaires, des collèges, et des lycées, obtenant des réponses positives dans les deux villes.

Mais pourquoi tout cela ? Seulement pour commémorer un anniversaire lié à une grande personnalité italienne et sainte de l’Eglise catholique ? Ou, peut-être, pour promouvoir ultérieurement ces lieux, liés à l’évènement ?

Il nous plait de penser que Camille « parle encore »… Son existence de vagabond, d’insatisfaction, de dépendance pathologique au jeu et à d’autres habitudes pas très belles qui «assujettissent » l’âme, sont d’une effrayante actualité ! Camille, en ceci, n’était pas très différents des jeunes ou des moins jeunes, de la société d’aujourd’hui. Mais sa conversion aussi reste actuelle : les nouvelles concernant les acteurs, les journalistes, les footballeurs, et les gens « du beau monde » qui ont finalement découvert la « perle précieuse » de l’Evangile ne font-elles pas toujours beaucoup de tapage ?  Comme Camille, ils se souviennent  que le salut vient par la rencontre de deux éléments : la foi en un Dieu proche et la vraie charité envers le prochain. Et c’est comme cela que les histoires de la vie des saints donnent de l’Espérance au monde – et à notre monde intérieur – qui, pour vivre, a toujours besoin de se convertir et de se renouveler !

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

Se acerca el 2 de febrero, día importante para todos los Camilos, no solo porque la Iglesia entera, al celebrar la Presentación del Niño Jesús en el Templo, recuerda la vida religiosa, sino sobre todo porque en este día, en el lejano 1575, Camilo de Lelis, entonces un joven de veinticinco años, decidía abandonar para siempre una conducta alocada para encontrar en Dios la verdadera paz y el estímulo para seguir nuevos caminos.

Hay que decir que Camilo se encontraba en Puglia desde noviembre de 1574 cuando llegó a Manfredonia, quizá con la esperanza de embarcarse rumbo a Dalmacia. Aquí, tras verse sin trabajo, se decidió a pedir limosna a las puertas de la iglesia de Santo Domingo, en la plaza principal de la ciudad. Un señor importante del lugar, viéndole, le propuso un trabajo para los frailes capuchinos, quienes le acogieron como peón para la edificación del convento y de la iglesia anexa, la actual iglesia madre del cementerio de Manfredonia dedicada a Santa María de la Humildad. En Manfredonia le pidieron después a Camilo que fuera al convento de San Giovanni Rotondo para llevar víveres a los frailes. Llegó allí el día uno de febrero de 1575 y fue acogido por el guardián, el padre Angelo, que no fue indiferente a la tristeza reflejada en el rostro del joven recadista. El padre Angelo tomó a Camilo del brazo y le habló en el patio del convento de Dios, de Cristo y del verdadero amor. Los “hechos” de la conversión de Camilo, que tuvo lugar en el desolado y solitario Valle del Infierno, nos los cuenta su primer biógrafo, el camilo Sanzio Cicatelli (1570-1627), coetáneo suyo y “testigo de la primera hora”:

“(…) a la mañana siguiente, después de oír misa (…) se despidió y se dirigió hacia Manfredonia. Por el camino, cabalgando sobre un asno (…) iba pensando silenciosamente en las cosas que le había dicho el padre guardián (…). Improvisamente fue asaltado desde el Cielo con un rayo de luz interior tan grande sobre su mísero estado que (…) le parecía haber hecho añicos su corazón, y movido por el dolor (…), diciendo palabras interrumpidas por muchos sollozos: ¡Ah, mísero e infeliz de mí, qué gran ceguera la mía por no conocer antes a mi Señor! ¿Por qué no he dedicado toda mi vida a servirle? Perdóname, Señor, perdona a este gran pecador”.

A partir de aquel día los acontecimientos cambiaron y Camilo, de joven vicioso, se fue transformando gradualmente en un hombre de Dios, entregado al servicio del prójimo que sufre. Todo, por tanto, comenzó en Puglia, y los Camilos se han afanado siempre para que la memoria de estos hechos no se perdiera, custodiando los lugares simbólicos de la conversión (el Valle del Infierno especialmente) y la promoción de su conocimiento por parte de los fieles. Con mayor razón este año que contempla la apertura, el próximo julio, de los festejos por los cuatrocientos años transcurridos desde la muerte del Santo de Bucchianico, patrón de los enfermos y de quienes les cuidan.

Así, el próximo 31 de enero, los restos mortales de Camilo abandonarán Roma para volver a los lugares de su conversión. Diversas iniciativas promovidas por la archidiócesis de Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, por los Camilos de Provincia Sículo-Napolitana y por los municipios de Manfredonia y San Giovanni Rotondo: acogida de las reliquias, procesiones, Santa Misa, presencia en diversas parroquias, congresos para el personal médico y sanitario, para los institutos de vida consagrada, parada en los lugares de San Pío de Pietralcina: santuario Santa Maria delle Grazie y Hospital Casa Sollievo della Sofferenza. Además, los Camilos han tratado desde hace un mes de dar a conocer a San Camilo a los alumnos de enseñanza primaria, media y superior, consiguiendo unos resultados muy positivos en ambas ciudades.

Pero todo esto, ¿para qué? ¿Solamente para conmemorar un aniversario relacionado con una gran personalidad italiana y santo de la Iglesia católica? ¿O tal vez para promover posteriormente al territorio interesado en el acontecimiento?

Nos complace pensar que Camilo “todavía habla”… Su vicisitud de desbandada, de insatisfacción, de dependencia patológica del juego y de otros hábitos nada virtuosos que “que adormecen” el alma son de una actualidad aterradora. Camilo no era en esto muy diferente de los jóvenes y menos jóvenes de la sociedad actual. Pero también su conversión resulta actual. ¿No son escandalizadoras las noticias relacionadas con actrices, periodistas, futbolistas y gente de “mundo” que finalmente ha descubierto la “perla preciosa” del Evangelio? Como Camilo, también ellos recuerdan que la salvación tiene lugar mediante el encuentro con dos elementos: la fe en un Dios no lejano y el amor al prójimo. Y mira por donde, las historias de vida de los santos dan esperanza a un mundo, y a nuestro mundo interior, de que para vivir es siempre necesario convertirse y renovarse.

Alfredo Tortorella

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

Aproxima-se o dia 2 de fevereiro; trata-se de uma data importante para os calendários camilianos, não só porque toda a Igreja – celebrando a apresentação do menino Jesus no templo – recorda a vida religiosa, mas sobretudo porque neste dia, no distante ano de 1575, Camilo de Lellis (então com 25 anos) decidiu deixar para sempre uma conduta dissipada, encontrando em Deus a verdadeira paz e o estímulo para ir em frente.

É preciso dizer que Camilo se encontrava na Puglia desde novembro de 1574, quando chegou a Manfredônia, talvez com a esperança de embarcar para a Dalmácia. Neste local, sem trabalho, reduziu-se a pedir esmola diante da Igreja de São Domingos, na praça principal da cidade. Encontrou-se, então, com um ricaço que lhe propôs um trabalho para os frades capuchinhos, estes últimos, então, lhe ofereceram um emprego de operário não qualificado para a edificação do convento e da igreja anexa, a atual igreja-mãe do Cemitério de Manfredônia, dedicada a Santa Maria da Humildade. Em Manfredônia, pediram a Camilo que fosse ao convento de San Giovanni Rotondo para levar alguns víveres aos frades. Lá chegando, em 1 de fevereiro de 1575, foi acolhido pelo guardião (o padre Angelo), que não ficou indiferente à tristeza estampada na face do jovem carregador. Padre Angelo levou Camilo ao vinhedo do convento, lhe falou de Deus, de Cristo e do Amor verdadeiro. Os “fatos” da conversão de Camilo – que teve lugar no desolado e solitário Vale do Inferno – foram narrados principalmente por seu primeiro biógrafo, o camiliano Sanzio Cicatelli (1570-1627), seu contemporâneo e “testemunha dos primeiros tempos”:

“(…)na manhã seguinte, depois de participar da missa (…) partiu para Manfredônia. Na estrada, sobre um burrico (…) meditava, pensando nas coisas que tinha ouvido do padre guardião (…). De repente, foi surpreendido pelo Céu com um raio de luz interior tão grande quanto seu miserável estado que (…) sentia o coração despedaçado e partido pela dor (…). Dizendo com palavras cortadas por muitos soluços: ‘Ah, sou tão miserável e infeliz, que grande cegueira a minha em não conhecer antes o meu Senhor? Por que não dediquei toda a minha vida a servi-lo? Perdoa, Senhor, perdoa este grande pecador’ ”.

Daquele dia em diante, a realidade mudou e, de jovem viciado, Camilo se tornou gradualmente um homem de Deus, dedicado ao serviço ao próximo sofredor. Foi na Puglia, portanto, que tudo teve seu início. Os camilianos sempre se esforçaram para que a memória desses “fatos” não se perdesse, através da custódia dos lugares simbólicos da conversão (o Vale do Inferno, de modo particular) e da divulgação desses acontecimentos aos fiéis. Com maior razão este ano da abertura – no próximo julho – das comemorações pelos quatrocentos anos do falecimento do Santo de Bucchianico, patrono dos enfermos e das pessoas que os cuidam.

Neste contexto, no próximo dia 31 de janeiro, os restos mortais de Camilo deixarão Roma para regressarem aos lugares da conversão. São várias as iniciativas promovidas pela Arquidiocese de Manfredônia – Vieste – San Giovanni Rotondo, pelos camilianos da Província Sículo-Napolitana e das prefeituras de Manfredônia e San Giovanni Rotondo: acolhida das relíquias, procissões, santa missa, visitas a diversas paróquias, congressos para o mundo da saúde, para os Institutos de vida consagrada, peregrinações aos lugares de São Pio de Pietrelcina: Santuário S. Maria delle Grazie e ao Hospital Casa Sollievo della Sofferenza. Além disso, os camilianos estão em plena atividade – há cerca de um mês – para divulgar São Camilo aos alunos de escolas primárias, secundárias e universidades, obtendo uma resposta muito positiva em ambas as cidades

Mas, para que tudo isso? Somente para comemorar um aniversário ligado a uma grande personalidade italiana e santo da Igreja Católica? Ou, talvez, para promover posteriormente o território interessado no evento?

O que mais almejamos é que Camilo “ainda possa falar”… A sua experiência de vida dissipada, de insatisfação, de dependência patológica do jogo e de outros hábitos não belos “que acostumam” a alma, são de uma extraordinária atualidade! Camilo, nesse aspecto, não era tão diferente dos jovens (e não tão jovens) da sociedade contemporânea. Também sua conversão resulta atual: acaso não chamam a atenção as notícias relativas a artistas, jornalistas, jogadores de esportes e gente da alta sociedade que finalmente descobrem a “pérola preciosa” do Evangelho? Assim como Camilo, eles nos fazem lembrar que a salvação chega através do encontro com dois elementos: a fé em um Deus próximo e a caridade verdadeira ao irmão. Assim, as histórias de vida dos santos dão esperança a um mundo – e a um nosso mundo interior – que, para viver, precisa de uma conversão e de uma renovação constante!

Alfredo Tortorella

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

Aproxima-se o dia 2 de fevereiro; trata-se de uma data importante para os calendários camilianos, não só porque toda a Igreja – celebrando a apresentação do menino Jesus no templo – recorda a vida religiosa, mas sobretudo porque neste dia, no distante ano de 1575, Camilo de Lellis (então com 25 anos) decidiu deixar para sempre uma conduta dissipada, encontrando em Deus a verdadeira paz e o estímulo para ir em frente.

É preciso dizer que Camilo se encontrava na Puglia desde novembro de 1574, quando chegou a Manfredônia, talvez com a esperança de embarcar para a Dalmácia. Neste local, sem trabalho, reduziu-se a pedir esmola diante da Igreja de São Domingos, na praça principal da cidade. Encontrou-se, então, com um ricaço que lhe propôs um trabalho para os frades capuchinhos, estes últimos, então, lhe ofereceram um emprego de operário não qualificado para a edificação do convento e da igreja anexa, a atual igreja-mãe do Cemitério de Manfredônia, dedicada a Santa Maria da Humildade. Em Manfredônia, pediram a Camilo que fosse ao convento de San Giovanni Rotondo para levar alguns víveres aos frades. Lá chegando, em 1 de fevereiro de 1575, foi acolhido pelo guardião (o padre Angelo), que não ficou indiferente à tristeza estampada na face do jovem carregador. Padre Angelo levou Camilo ao vinhedo do convento, lhe falou de Deus, de Cristo e do Amor verdadeiro. Os “fatos” da conversão de Camilo – que teve lugar no desolado e solitário Vale do Inferno – foram narrados principalmente por seu primeiro biógrafo, o camiliano Sanzio Cicatelli (1570-1627), seu contemporâneo e “testemunha dos primeiros tempos”:

“(…)na manhã seguinte, depois de participar da missa (…) partiu para Manfredônia. Na estrada, sobre um burrico (…) meditava, pensando nas coisas que tinha ouvido do padre guardião (…). De repente, foi surpreendido pelo Céu com um raio de luz interior tão grande quanto seu miserável estado que (…) sentia o coração despedaçado e partido pela dor (…). Dizendo com palavras cortadas por muitos soluços: ‘Ah, sou tão miserável e infeliz, que grande cegueira a minha em não conhecer antes o meu Senhor? Por que não dediquei toda a minha vida a servi-lo? Perdoa, Senhor, perdoa este grande pecador’ ”.

Daquele dia em diante, a realidade mudou e, de jovem viciado, Camilo se tornou gradualmente um homem de Deus, dedicado ao serviço ao próximo sofredor. Foi na Puglia, portanto, que tudo teve seu início. Os camilianos sempre se esforçaram para que a memória desses “fatos” não se perdesse, através da custódia dos lugares simbólicos da conversão (o Vale do Inferno, de modo particular) e da divulgação desses acontecimentos aos fiéis. Com maior razão este ano da abertura – no próximo julho – das comemorações pelos quatrocentos anos do falecimento do Santo de Bucchianico, patrono dos enfermos e das pessoas que os cuidam.

Neste contexto, no próximo dia 31 de janeiro, os restos mortais de Camilo deixarão Roma para regressarem aos lugares da conversão. São várias as iniciativas promovidas pela Arquidiocese de Manfredônia – Vieste – San Giovanni Rotondo, pelos camilianos da Província Sículo-Napolitana e das prefeituras de Manfredônia e San Giovanni Rotondo: acolhida das relíquias, procissões, santa missa, visitas a diversas paróquias, congressos para o mundo da saúde, para os Institutos de vida consagrada, peregrinações aos lugares de São Pio de Pietrelcina: Santuário S. Maria delle Grazie e ao Hospital Casa Sollievo della Sofferenza. Além disso, os camilianos estão em plena atividade – há cerca de um mês – para divulgar São Camilo aos alunos de escolas primárias, secundárias e universidades, obtendo uma resposta muito positiva em ambas as cidades

Mas, para que tudo isso? Somente para comemorar um aniversário ligado a uma grande personalidade italiana e santo da Igreja Católica? Ou, talvez, para promover posteriormente o território interessado no evento?

O que mais almejamos é que Camilo “ainda possa falar”… A sua experiência de vida dissipada, de insatisfação, de dependência patológica do jogo e de outros hábitos não belos “que acostumam” a alma, são de uma extraordinária atualidade! Camilo, nesse aspecto, não era tão diferente dos jovens (e não tão jovens) da sociedade contemporânea. Também sua conversão resulta atual: acaso não chamam a atenção as notícias relativas a artistas, jornalistas, jogadores de esportes e gente da alta sociedade que finalmente descobrem a “pérola preciosa” do Evangelho? Assim como Camilo, eles nos fazem lembrar que a salvação chega através do encontro com dois elementos: a fé em um Deus próximo e a caridade verdadeira ao irmão. Assim, as histórias de vida dos santos dão esperança a um mundo – e a um nosso mundo interior – que, para viver, precisa de uma conversão e de uma renovação constante!

San Camillo de Lellis ritorna nei luoghi della sua conversione, locandina del programma.

Le 2 février approche ; c’est un jour important pour chaque camillien, non seulement parce que toute l’Eglise – en célébrant la présentation de l’Enfant Jésus au Temple – rappelle la vie consacrée mais surtout parce que, en ce jour lointain de 1575, le jeune Camille, âgé de vingt-cinq ans, se décidait à quitter pour toujours une conduite dispersée, en trouvant en Dieu la vraie paix et l’élan pour avancer.

C’est-à-dire que Camille se trouvait dans les Pouilles, depuis le mois de novembre 1574, quand il a rejoint Manfredonia, peut-être avec l’espoir de s’embarquer pour la Dalmatie¹. Il était alors sans emploi, réduit à mendier devant la porte de l’église Saint Dominique, sur la grand-place de la ville. Remarqué par une personnalité locale, il lui fut proposé un travail pour les frères capucins, comme manœuvre pour la construction du couvent et de l’église annexe, l’actuelle église principale du Cimetière de Manfredonia, dédiée à Notre-Dame de l’Humilité. Puis, il fut demandé à Camille d’aller au couvent de San Giovanni Rotondo, pour porter des vivres à leurs confrères. Il y arriva le 1er février 1575, et il fut accueilli par le gardien, le père Angelo, qui ne resta pas indifférent à la tristesse marquée sur le visage du jeune porteur. Le Père Angelo le prit en affection et dans la vigne du couvent, lui parla de Dieu, du Christ et de l’amour véritable. Les « faits » de la conversion de Camille – qui eut lieu dans la Vallée de l’Enfer, lieu solitaire et désolé – nous ont été racontés par son premier biographe, le père camillien Sanzio Cicatelli (1570-1627), son contemporain et son « témoin de la première heure ».

« (…) le lendemain matin, après avoir participé à la messe (…), il prit la route de Manfredonia. Assis sur son âne (…), il cheminait tout en pensant à tout ce que le P. Gardien (…) lui avait dit. Et voici que, il subit tout à coup l’assaut du Ciel. Un grand rayon de lumière intérieure lui fit voir son triste état. Il en eut le cœur brisé de contrition. (…) Son émotion fut telle que, tombé à terre, il pleurait et disait : « Malheureux que je suis ! Comme j’ai été aveugle ! Que n’ai-je connu plus tôt mon Seigneur ! Pourquoi n’ai-je pas passé ma vie à le servir ? Pardon, Mon Dieu, pardonnez au grand pécheur que je suis ! » ²

A partir de ce jour, les évènements changèrent et de jeune homme dispersé, Camille devint progressivement un homme de Dieu, totalement dévoué au service de son prochain en souffrance. Donc, tout a commencé dans les Pouilles, et les Camilliens se sont toujours employés à ce que le souvenir de ces « faits » ne soit jamais perdu, en gardant les lieux symboliques de la conversion (la Vallée de l’Enfer en particulier), avec le souci de les faire connaître aux fidèles. A plus forte raison, cette année qui voit l’ouverture – en juillet prochain – des célébrations pour le quatrième centenaire de la mort du Saint de Bucchianico, patron des malades et de ceux qui les soignent.