In copertina: beato Paolo VI insieme, alla sua sinistra, il Superiore Generale P. Carlo Mansfeld e altri religiosi camilliani
A una settimana dalla beatificazione di Paolo VI, vi proponiamo un interessante documento.
Il 1° luglio 1964, in occasione del 350° anniversario della morte di San Camillo, il beato Paolo VI ha inviato al Superiore Generale, P. Carlo Mansfeld m.i., la lettera “Caritatem insigne”. Il Santo Padre in essa si rivolge anche a tutti i religiosi perché da tale evento si prenda “nuovo slancio per aumentare ed elevare sempre più l’ardore della carità”.
Il Papa ricorda come tra i santi che hanno reso bella la vita della Chiesa ci sia un posto privilegiato per Camillo nella sua dedizione ai malati; in lui “la causa di una virtù così grande, è quella carità, che affidò ai suoi seguaci” perché « prestassero servizio a tutti gli infermi », e perché « considerassero i poveri come Cristo stesso, li consolassero, usando tutta la diligenza e la mansuetudine che si conviene, e movessero incontro a tutte le loro necessità con grande amore e gentilezza ». Ed è per questo – continua Papa Montini – che “S. Camillo assistette sempre i poveri e gli infermi con paterna, dolce mitezza, versando spesso molte lacrime in questo ufficio, consapevole di servire a Cristo in persona”.
Infine il Beato conclude la lettera esprimendo un commosso ringraziamento a tutti i malati: “Abbracciamo infine con somma carità gli infermi, che, sopportando ogni genere di angustia, seguono più da vicino Cristo che porta la Croce; ci rendiamo partecipi delle loro angosciose ansietà, invochiamo con calde preghiere le celesti consolazioni e, con animo commosso, li ringraziamo poiché, sopportando pazientemente le loro molestie, arricchiscono e fanno risplendere la Chiesa Santa”.
I Camilliani su Facebook
I Camilliani su Twitter
I Camilliani su Instagram