C’è un luogo tanto caro ai Bucchianichesi, che ogni anno ai primi di maggio vi si riuniscono per ricordare uno dei più famosi miracoli di San Camillo, quello dell’agnellino Martino. È la Calcara, situata a pochi chilometri dal paese, vicino al fiume Foro.
Qui, a tempi della costruzione del convento di Bucchianico, era stata allestita una fornace per cuocere mattoni. San Camillo vi si recava spesso, percorrendo a piedi una mulattiera ancora oggi nota ai fedeli come “la via di San Camillo”.
Pare che, lungo il tragitto, il Santo fosse accompagnato da agnellino rimasto senza padrone, che aveva preso con sé chiamandolo “Martino”, come il colle omonimo della vicina contrada. San Camillo gli si era talmente affezionato da portarlo sempre con sé, accudendolo e dandogli da mangiare. Un giorno però, a sua insaputa, gli operai della fornace lo uccisero per cibarsene, gettando le sue ossa fra le fiamme.
Il Santo intuì che qualcosa era successo e lo cercò per tutta la zona, chiamandolo a squarciagola. Dopo molti tentativi, e nonostante le reticenze degli operai che non si decidevano a rivelare l’accaduto, l’agnellino uscì miracolosamente vivo dalla fornace. Gli operai, colpiti dall’evento prodigioso e pentiti del loro gesto, chiesero perdono al Santo.
Da allora, la Calcara è entrata a far parte a pieno titolo dei “luoghi camilliani” di Bucchianico. Nel 1792 qui venne costruita una cappellina, restaurata nel 1840 e poi di nuovo nel 1920. Un luogo di culto semplice e affascinante, reso ancora più suggestivo dal fatto che la zona circostante è rimasta incontaminata; ricca di verde e bagnata dalle acque del fiume Foro, è il luogo preferito dai Bucchianichesi per le gite fuori porta e soprattutto per la grande festa della prima domenica di maggio.
Anche quest’anno – quarto centenario della morte di San Camillo – la tradizione è stata rispettata. Dall’1 al 3 maggio si è svolto il solenne triduo di preparazione, culminato nel sentito corteo che ha portato la reliquia del Santo dal santuario di Bucchianico alla Calcara, dove è rimasta esposta alla venerazione dei fedeli.
Domenica 4 maggio il clou delle celebrazioni, con la marcia sulle orme di San Camillo, in memoria dei continui viaggi da lui compiuti per portare conforto e cibo agli operai.
La giornata si è conclusa con l’estrazione fra i partecipanti di un simbolico agnellino, in ricordo del “Martino” tanto caro al Santo di Bucchianico.
There is a place held very dear by the inhabitants of Bucchianico where every year on the first of May they go to remember one of the most famous miracles of St. Camillus, that of the little lamb ‘Martino’. This place is Calcara which is located a few miles from the town, near to the River Foro.
Here, at the time of the building of the religious house of Bucchianico an oven had been built to produce bricks. St. Camillus often went there, walking on foot along a mule track now known as ‘the way of St. Camillus’.
It seems that along the route the saint was accompanied by an orphaned little lamb whom he has adopted and called ‘Martino’ like the hill of the same name of the neighbourhood near to hand. St. Camillus liked him so much that he always took him with him, looking after him and giving him things to eat. One day, however, unbeknown to him, the workers at the brick oven killed him to eat him and threw his bones into the flames.
Il Santo intuì che qualcosa era successo e lo cercò per tutta la zona, chiamandolo a squarciagola. Dopo molti tentativi, e nonostante le reticenze degli operai che non si decidevano a rivelare l’accaduto, l’agnellino uscì miracolosamente vivo dalla fornace. Gli operai, colpiti dall’evento prodigioso e pentiti del loro gesto, chiesero perdono al Santo.
Da allora, la Calcara è entrata a far parte a pieno titolo dei “luoghi camilliani” di Bucchianico. Nel 1792 qui venne costruita una cappellina, restaurata nel 1840 e poi di nuovo nel 1920. Un luogo di culto semplice e affascinante, reso ancora più suggestivo dal fatto che la zona circostante è rimasta incontaminata; ricca di verde e bagnata dalle acque del fiume Foro, è il luogo preferito dai Bucchianichesi per le gite fuori porta e soprattutto per la grande festa della prima domenica di maggio.
Anche quest’anno – quarto centenario della morte di San Camillo – la tradizione è stata rispettata. Dall’1 al 3 maggio si è svolto il solenne triduo di preparazione, culminato nel sentito corteo che ha portato la reliquia del Santo dal santuario di Bucchianico alla Calcara, dove è rimasta esposta alla venerazione dei fedeli.
Domenica 4 maggio il clou delle celebrazioni, con la marcia sulle orme di San Camillo, in memoria dei continui viaggi da lui compiuti per portare conforto e cibo agli operai.
La giornata si è conclusa con l’estrazione fra i partecipanti di un simbolico agnellino, in ricordo del “Martino” tanto caro al Santo di Bucchianico.
Hay un lugar muy querido a la gente de Bucchianico, que todos los años, a primeros de mayo se reúne en él para recordar uno de los más famosos milagros de san Camilo, el del corderito “Martino”. Esla Calcara, situada a pocos kilómetros del pueblo, junto al río Foro.
Aquí,, en tiempos de la construcción del convento de Bucchianico, había sido colocado un horno para cocer ladrillos. San Camilo iba por allí con frecuencia, recorriendo a pie un camino en curva todavía conocido hoy por los fieles como “la via di San Camillo”.
Parece que, a lo largo del recorrido, el Santo iba acompañado por un corderito sin dueño, que había tomado consigo y al que llamaba “Martino”, como la colina homónima del vecino barrio. San Camilo le quería tanto que le llevaba siempre consigo, ocupándose de él y dándole de comer. Un día, sin embargo, sin él saberlo, los obreros del horno le mataron para comérselo y arrojaron sus huesos al fuego.
El Santo intuyó que algo había sucedido y le buscó por toda la zona, llamándole a gritos. Después de muchas tentativas, y a pesar de las reticencias de los obreros, que no se decidían a revelar lo que había sucedido, el corderito salió milagrosamente vivo del horno. Los obreros, impresionados por el prodigio y arrepentidos de su gesto, pidieron perdón al Santo.
Desde entonces,la Calcaraentró a formar parte a título pleno de los “lugares camilianos” de Bucchianico. En 1792 se construyó aquí una capillita, restaurada en 1840 y nuevamente en 1920. Un lugar de culto sencillo y fascinante, más sugestivo aún por el hecho de que la zona que lo alberga ha permanecido incontaminada; rica en verde vegetación y regada por las aguas del río Foro. Es el lugar preferido por la gente de Bucchianico para los paseos y especialmente por la gran fiesta del primer domingo del mes de mayo.
También este año –cuarto centenario de la muerte de san Camilo– la tradición ha sido respetada. Del 1 al 3 de mayo tuvo lugar el solemne triduo de preparación, culminado en el sentido cortejo que llevó la reliquia del Santo desde el santuario de Bucchianico ala Calcara, donde permaneció expuesta a la veneración de los fieles.
El domingo 4 de mayo fue el momento principal de las celebraciones, con la marcha sobre las huellas de san Camilo, en memoria de los continuos viajes por él realizados para llevar consuelo y alimentos a los obreros.
El día concluyó con la extracción entre los participantes de un corderito simbólico en recuerdo del “Martino” tan querido al Santo de Bucchianico.
C’est un lieu si cher aux habitant de Bucchianico, que, chaque année, début mai, ils se réunissent pour rappeler l’un des miracles les plus connus de saint Camille, celui de l’agnelet Martino. C’est à la Calcara, située à quelques kilomètres du pays, près du fleure Foro.
Là, à l’époque de la construction du couvent de Bucchianico, un four avait été préparé pour cuire des briques. Saint Camille s’y rendait souvent, parcourant à pied un chemin muletier, encore connu aujourd’hui des fidèles comme « le chemin de saint Camille ».
Il semble que, le long du chemin, le Saint était accompagné par l’agnelet resté sans berger, qu’il avait pris avec lui, l’appelant « Martino », du nom de la proche colline du lieu. Saint Camille s’y était tellement attaché qu’il l’emmenait toujours avec lui, le soignant et lui donnant à manger. Mais un jour, à son insu, les ouvriers du four le tuèrent pour le manger, jetant ses os dans les flammes.
Le Saint se rendit compte qu’il s’était passé quelque chose et le chercha partout, l’appelant à gorge déployée. Après plusieurs tentatives, et malgré les réticences des ouvriers qui ne se décidaient pas à révéler ce qui était arrivé, l’agnelet sortit miraculeusement vivant du four. Les ouvriers, touchés par cet événement prodigieux, et repentis de leur geste, demandèrent pardon au Saint.
Dès lors, la Calcara a commencé à faire pleinement partie des « lieux camilliens » de Bucchianico. En 1792, on construisit là une chapelle, restaurée en 1840 et encore ensuite en 1920. Un lieu de culte, simple et fascinant, rendu encore plus suggestif du fait que la campagne environnante est restée intacte. Riche de verdure et baignée par l’eau du fleuve Foro, c’est le lieu préféré des Bucchianichésiens pour les promenades en dehors de leur ville et surtout pour la grande fête du premier dimanche de mai.
Cette année encore – quatrième centenaire de la mort de saint Camille – la tradition a été respectée. Du 1er au 3 mai, a eu lieu le triduum solennel de préparation, avec, en point culminant, le cortège attendu qui apportait la relique du Saint du sanctuaire de Bucchianico à la Calcara, où elle est restée exposée à la vénération des fidèles..
Dimanche 4 mai, le ‘clou’ des célébrations, a été avec la marche sur les pas de saint Camille, en mémoire des voyages continuels qu’il a fait, pour apporter réconfort et nourriture aux ouvriers.
La journée s’est conclue par le tirage au sort entre les participants d’un agneau symbolique, en souvenir du « Martino » si cher au Saint de Bucchianico.
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