Indice della Nuova Carta degli Operatori Sanitari
Da sempre la Chiesa ha avvertito il servizio agli ammalati come “parte integrante della sua missione”, associando “la predicazione della Buona Novella con l’assistenza e la cura dei malati”.
Il vasto mondo dei servizi alla sofferenza umana “concerne il bene della persona umana e della società” medesima. Proprio per questo esso pone anche delicate ed ineludibili questioni, che investono non solamente l’aspetto sociale ed organizzativo ma anche quello squisitamente etico e religioso perché vi sono implicati eventi “umani” fondamentali quali la sofferenza, la malattia, la morte con i connessi interrogativi circa la funzione della medicina e la missione del medico nei confronti dell’ammalato.
Facendosi interprete di questa istanza, l’allora Papa Giovanni Paolo II, istituendo l’11 febbraio 1985 il Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari (per la Pastorale della Salute), intese offrire alle sfide che provengono dal mondo della salute una risposta animata dalla fede e dalla speranza, valorizzando il compito che tanti cristiani – operanti nella sanità, laici, singoli o associati, consacrati e consacrate, sacerdoti e diaconi – generosamente svolgono, testimoniando attraverso la prossimità al malato cosi come con il lavoro, lo studio e la ricerca, i valori evangelici della dignità della persona e del rispetto della vita.
Con felice intuizione, il primo Presidente del Dicastero, il compianto Cardinale Fiorenzo Angelini, pubblicò nel 1994 la prima edizione della Carta degli operatori sanitari che, tradotta negli anni successivi in ben diciannove lingue, ha costituito un valido strumento per la formazione iniziale ma anche permanente delle diverse figure professionali che operano nel mondo della salute.
In seguito alle nuove conquiste conseguite dalla ricerca nel campo biomedico e scientifico nonché ai pronunciamenti magistrali successivi al 1994, durante i Pontifici dello stesso San Giovanni Paolo II, poi di Benedetto XVI e di Papa Francesco, il Dicastero ha ritenuto necessario intraprendere un processo di revisione di aggiornamento di questo documento, mantenendone comunque la struttura originaria incentrata sulla vocazione degli operatori sanitari a ministri della vita.
Nel testo ora pubblicato si è dunque operata una revisione e un aggiornamento secondo i quali, anche i temi già a suo tempo affrontati vengono illustrati in un linguaggio più accessibile e attuale e contendono un aggiornamento sotto i profili scientifico e contenutistico più in generale accompagnati da una rivisitazione delle note teologiche dei documenti citati.
In particolare, ritengo doveroso rilevare come, oltre all’avanzamento delle scienze mediche e delle possibili ripercussioni sulla vita umana, la Nuova Carta abbia affrontato anche questioni di ordine medico-legale, che sempre più si impongono e incidono nell’esercizio delle professioni sanitari; cosi come nel testo si siano affrontati problemi che stanno assumendo un rilievo più marcato, soprattutto in ordine alla giustizia, al rispetto e all’accresciuta sensibilità relativamente ai principi di solidarietà e di sussidiarietà nell’accesso a farmaci e a tecnologie disponibili; e questo in ossequio alla giustizia socio- sanitaria improntata al diritto alla tutela e promozione della salute con eque politiche sanitarie.
Si è inoltre tenuto conto dell’ampliamento delle persone coinvolte in questo impegno, cosicché, accanto alle classiche figure professionali sanitarie (personale medico, infermieristico e ausiliario), comprendendone altre che ugualmente compongono il mondo della salute, ovvero biologi, farmacisti, operatori sanitari che operano nel territorio, amministratori, legislatori in materia sanitaria, operatori nel settore pubblico e privato, di matrice laica o confessionale.
Questa vocazione, cosi ampliata nelle figure e nei ruoli e responsabilità professionali, si qualifica per la valenza antropologica che le scienze biomediche devono promuovere anche nell’odierno orientamento culturale, nella continua ricerca volta ad offrire uno specifico servizio al bene integrale della vita e della dignità di ogni essere umano, in un dialogo fecondo tra la biomedicina e i principi morali contenuti nel Magistero della Chiesa. Questo impegno è fatto proprio dalla Chiesa anche con questa Nuova Carta degli operatori sanitari, che intende essere uno strumento efficace di fronte all’affievolirsi delle evidenze etiche e al soggettivismo delle coscienze che, unitamente al pluralismo culturale, etico e religioso, portano facilmente a relativizzare i valori, e quindi al rischio di non poter più fare riferimento a un ethos condiviso, soprattutto in ordine alle grandi domande esistenziali, riferite al senso del nascere, del vivere e del morire.
La presente Carta non può certamente risultare esaustiva rispetto a tutti i problemi e alle questioni che si impongono nell’ambito della salute e della malattia ma è stata realizzare al fine di offrire linee-guida il più possibile chiare per i problemi etici che si devono affrontare nel mondo della salute in genere in armonia con gli insegnamenti di Cristo, e con il Magistero della Chiesa.
Affidando, alle diverse figure professionali, laiche e religiose, che compongono l’articolato mondo della salute, questa Nuova Carta degli operatori sanitari, nel XXXI Anniversario della istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la pastorale della Salute) e alla vigilia della XXV Giornata Mondiale del Malato, auspico che tale strumento possa contribuire ad un costante e profondo rinnovamento del mondo della salute e della stessa azione pastorale della Chiesa nel segno della promozione e della difesa della dignità della persona umana. A riscrivere cosi, anche quotidianamente, la parabola del Buon Samaritano e a rendere presente, anche nel momento della sofferenza e del dolore, la Speranza, Dono della Pasqua di Cristo.
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