Lo scorso 8 settembre 2013, a Capriate san Gervasio in provincia di Bergamo, nella struttura sanitaria “O. Cerruti” dei Religiosi Camilliani, quattro giovani hanno professato per la prima volta i Voti di sevizio ai malati, povertà, castità e obbedienza, e hanno così indossato l’abito con la croce rossa che san Camillo de’ Lellis volle per sé e per i suoi seguaci. La celebrazione, presieduta dal superiore provinciale della Provincia Siculo-Napoletana, si è svolta nella cappella del presidio sanitario, e ha visto la partecipazione di un buon numero di confratelli, tra cui il consultore della formazione p. Hubert Goudjinou e del provinciale della Provincia Italiana del Nord padre Vittorio Paleari, nonché amici e parenti giunti anche da lontano per sostenere con l’affetto e la preghiera i quattro neo-professi. Un momento intenso, quello della Messa: la cura della liturgia, del canto, il rito stesso della Professione religiosa, la palpabile emozione dei quattro giovani, hanno toccato il cuore dei presenti inducendo ognuno ad un senso di gratitudine per il dono di queste vocazioni.
I quattro giovani in questione – Antonio Grassi, Salvatore Giuffrida, Nicola Docimo e Salvatore Giuseppe Pontillo – provenienti perlopiù dal sud Italia, si sono preparati a questo momento dopo un anno intenso di discernimento e di formazione: l’anno di noviziato, guidato quest’anno dal padre maestro Giuseppe Facchin. Il noviziato camilliano si caratterizza in particolare dall’incontro quotidiano con i malati, nonché dallo studio della storia dell’Ordine e della spiritualità sua propria. Così, i novizi hanno potuto maturare il senso del consacrarsi interamente a Dio e ai sofferenti, nella Chiesa di Cristo, e quali membra della Famiglia spirituale di Camillo de’ Lellis.
Da sempre l’8 settembre è stata un giorno importante per i Religiosi Camilliani. Nel 1584, infatti, Camillo “vestiva” dell’abito religioso i suoi primi compagni proprio in questo giorno, affidandoli alla protezione della Beata Vergine Maria celebrata nella sua Natività: alla nascita di Maria, Camillo consacrava in un certo senso, la nascita della nuova comunità religiosa.
I neo – professi Antonio, Salvo, Nicola e Salvatore, hanno così nuovamente iniziato una tappa. Quello della vita religiosa, infatti, è un cammino particolare che non vede mai “terminare un ciclo”, ma sempre iniziarne uno nuovo: è un cammino bello, questo, proprio perché caratterizzato dalla coscienza che mai occorre pensarsi “arrivati”, ma sempre sulla strada, incontrando in un crescendo, persone e situazioni in cui è possibile vedere l’opera di Dio.
A questi nuovi confratelli va l’affetto di tutti e il ricordo gioioso nella preghiera!
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