Molti sono i motivi che hanno indotto i Religiosi Camilliani a donare la Statua del Fondatore San Camillo all’ Ospedale di San Pio.
Anzitutto perché il Santo è stato proposto dalla Chiesa come Modello e Patrono dei malati e di tutti gli Operatori Sanitari. Infatti malato lui stesso perché affetto da ben cinque malattie che lo tormenteranno per tutta la vita, queste non gli impediranno di assistere per quasi quarant’anni, animato da eroica carità, i malati di Roma e di molte città d’Italia. Inoltre si voluti sottolineare i molteplici aspetti di vicinanza e di somiglianza tra San Camillo e San Pio. Oltre a nascere ambedue il 25 maggio, vi è da ricordare che, quando San Pio fu destinato al convento di San Giovanni, chiese di occupare la cella numero 5 perché quattro secoli prima aveva ospitato per una sola notte il giovane Camillo, diventato poi santo. Dopo avere vissuto un’intera esistenza in quella piccolissima cella, San Pio andava ripetendo con una nota di tristezza o di nostalgia: “San Camillo vi ha dormito una sola notte ed è diventato santo, mentre io dopo più di trent’anni sono ancora un povero diavolo.” Inoltre ambedue sono stati molto innamorati del Crocifisso: San Pio ne portò le Stimmate, mentre San Camillo contrariato da mille ostacoli nel fondare l’Ordine, fu incoraggiato da un intervento diretto del Crocifisso che lo convinse a continuare; staccando infatti Gesù le braccia dalla Croce e quasi accarezzandolo gli disse: “Di che cosa hai paura o pusillanime? Continua! Perché l’Opera che hai cominciato non è tua, ma mia!” .
Soprattutto i due Santi hanno amato i malati: San Camillo assistendoli giorno e notte in molti ospedali d’Italia, con la tenerezza di una madre verso il proprio figlio infermo; San Pio realizzando un ampio e moderno Ospedale che chiamerà “Casa Sollievo della Sofferenza”. Tre parole pesanti come macigni. Egli infatti ha sognato un Ospedale dove anzitutto si respirasse il clima di famiglia, dove ogni malato potesse sentirsi come a casa propria, accudito con tenerezza e amore da medici e infermieri; ha cercato Operatori Sanitari capaci di curare non solo le malattie del corpo, ma anche e soprattutto quelle della persona, per rendere loro più lieve il peso della paura, dell’ansia, della tristezza e della solitudine; operatori sanitari felici e gioiosi di manifestare rispetto e devozione per l’uomo malato, perché animati da una fede che trasfigura ogni infermo nel volto di Cristo sofferente.
Queste ed altre ancora sono le motivazioni che hanno spinto i Religiosi Camilliani a donare la Statua di San Camillo, collocandola su indicazione del Vescovo Monsignor Michele Castoro, nella Cappella dell’Ospedale a destra dell’altare centrale, dove da una parte gli infermi potessero scoprire che anche i Santi come Camillo hanno trovato nel dolore e nella malattia motivo per somigliare più da vicino a Cristo Sofferente; mentre dall’altra, gli operatori sanitari potessero riascoltare l’accorato appello che il Santo rivolgeva sovente al personale addetto all’assistenza: “PIU’ CUORE IN QUELLE MANI FRATELLI!”.
Infine vi è da aggiungere che tutta la liturgia e la donazione della Statua sono state rese più suggestive e significative dalla presenza del Padre Generale dell’Ordine Camilliano Padre Leocir Pessini che ha presieduto l’Eucaristia, dalla Consulta Generale e dai Provinciali dell’Ordine.
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