di p. Gianfranco Lunardon
Dopo aver curato la regia, insieme ad un gruppo di studiosi e di ricercatori, circa la metodologia, la ricerca e la redazione per l’approfondimento sistematico della fondazione, dello sviluppo, dell’interpretazione che le singole Provincie hanno offerto nel corso del tempo del carisma camilliano, ora Andrea Ciampani ci consegna come suo impegno personale, l’ultimo pannello di un polittico complesso e variegato sulle Provincie camilliane più antiche: la Storia dell’Ordine di San Camillo. La Provincia Lombardo Veneta.
Papa Francesco nella lettera apostolica indirizzata a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata (28 novembre 2014) ci invitava a fare i conti con la nostra storia e la nostra memoria, coltivando un profondo senso di gratitudine. «In questo Anno sarà opportuno che ogni famiglia carismatica ricordi i suoi inizi e il suo sviluppo storico. Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva l’identità, così come per rinsaldare l’unità della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri. Non si tratta di fare dell’archeologia o di coltivare inutili nostalgie, quanto piuttosto di ripercorrere il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti, i valori che le hanno mosse, a iniziare dai Fondatori, dalle Fondatrici e dalle prime comunità. È un modo anche per prendere coscienza di come è stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto affrontare e come sono state superate. Si potranno scoprire incoerenze, frutto delle debolezze umane, a volte forse anche l’oblio di alcuni aspetti essenziali del carisma. Tutto è istruttivo e insieme diventa appello alla conversione. Narrare la propria storia è rendere lode a Dio e ringraziarlo per tutti i suoi doni».
Nella bolla di indizione dell’Anno santo della Misericordia (Misericordiae Vultus, 15) invece ci invitava a riflettere in modo del tutto speciale «sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. … (cfr Mt 25,31-45). La carne di Cristo diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura».
È in questo solido contesto di vita ecclesiale – Anno della Vita Consacrata e Giubileo della Misericordia – che ripercorrere la genesi della Provincia Lombardo Veneta (avamposto per la ricostituzione dell’Ordine camilliano dopo la soppressione napoleonica), gli slanci e le tensioni ideali degli inizi e la loro inevitabile immersione nella moderna contemporaneità ad intra e ad extra (tensioni nell’Italia pre-unitaria, la collocazione dell’identità provinciale nella nuova ‘patria’, l’evento della grande guerra’ e il posizionamento ideologico nella più vasta Italia Fascista), gli scontri e le mediazioni di prospettiva tra il centro e la periferia dell’Ordine (l’onorevole compromesso tra una progettualità provinciale e la leadership nazionale per una Provincia che nazionalizza l’Ordine ed un Ordine che orienta la Provincia medesima), confrontarsi con i tratti emotivi, caratteriali e la statura intellettuale, spirituale e passionale di statisti lungimiranti, quali p. Cesare Camillo Bresciani, di p. Luigi Artini o di p. Stanislao Carcereri, di eminenti uomini di chiesa quali il card. Luigi Canossa e mons. Daniele Comboni, o di Superiori generali e provinciali dell’Ordine quali p. Camillo Guardi, p. Francesco Vido o p. Germano Tomelleri e p. Giuseppe Sommavilla, rappresenta un’opportunità ulteriore per comprendere come nel corso del tempo si sia sviluppata la continuità di un’intuizione davvero anticipatrice: il carisma della misericordia di Dio verso la persona malata.
Le restrizioni imposte dai limiti (cristianamente li definiamo peccati) umani, caratteriali, comunitari e sociali a volte hanno offuscato questo obiettivo, … ma leggendo queste pagine emerge sempre con forza un dato: il carisma originario vince sempre ed apre sempre pagine nuove!
Secondo me – non esperto della res historica! – il valore aggiunto del presente studio di Andrea Ciampani è il suo tentativo di una più ampia fusione degli orizzonti alla quale noi religiosi non siamo molto avvezzi, spesso persuasi che la mano provvidente di Dio guidi comunque la nostra storia, ma a volte a prescindere dalla grande ed immanente storia dell’uomo. La ricerca storica non è stata perseguita esclusivamente come successione cronachista dei fatti, ma piuttosto come descrizione dei reciprochi influssi tra la Provincia Lombardo Veneta ed il mondo in cui essa è sorta ed è cresciuta, evidenziando le premesse germinative del dinamismo carismatico, evangelizzatore e missionario che la contraddistinguerà soprattutto nella seconda metà del 900.
Sappiamo che la storia è più ampia dei fatti e in questo senso, l’esperienza carismatica della misericordia emerge come chiave ermeneutica dei fatti stessi. All’interno degli eventi, anche dei momenti di smarrimento che l’onestà dello storico non nasconde, si è cercato di ritrovare continuamente le dimensioni costitutive della Provincia stessa: il suo profilo spirituale e carismatico, il coinvolgimento comunitario ed obbedienziale all’istituzione, l’attenzione contemporanea allo spirituale e al corporale, per una fedeltà profonda che ha saputo andare oltre le mentalità personali e gli schemi formali, vissuta a tratti con sofferenza in tutta sincerità, ma che ha portato i suoi frutti, assicurando la presenza del Signore.
Le copertine stesse, compresa quella attuale, che sono state scelte per i volumi pubblicati esprimono il centro focale dell’ispirazione, del carisma, della spiritualità e della prassi camilliana: san Camillo che con il suo abbraccio forte – cuore, anima, sguardo, mano – all’uomo fragile e malato, orienta verso la natura trascendente di questo servizio reso ai ‘più poveri tra i poveri’.
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