Riflessione di Suor Caterina riguardo la sua professione perpetua avvenuta domenica 8 settembre 2019 presso la Chiesa Parrocchiale di Colle di Compito Lucca.
Sr. Caterina Belluomini
20 Ottobre 2019 – 93ma Giornata missionaria mondiale
Carissimi in questo mese di ottobre dedicato alla missionarietà voglio condividere con voi la mia gioia di aver risposto in maniera definitiva all’amore di Dio.
L’8 settembre nel mio paese nativo a Colle di Compito (Lucca) ho professato in perpetuo i voti di Castità, Povertà, Obbedienza e servizio agli infermi anche con pericolo della vita. È stato un evento che mi ha fatto sperimentare come Dio si prende cura di me. Sono stata circondata da tanto amore, tantissime persone, alcune che, neanche conoscevo si sono offerte generosamente spendendo il loro tempo, per organizzare al meglio questo giorno. Tutta la zona pastorale del Compitese si è unita; paesi diversi si sono messi insieme per starmi accanto e vivere con me questo grande evento di gioia. Questa comunione tra le persone, si è ancora di più consolidata nella missione camilliana che si è svolta nei giorni precedenti alla professione perpetua. Lì, in quei giorni ho capito che questa mia professione perpetua non era più un evento solo mio, ma di tutta una comunità e una congregazione che mi accompagnava, era un evento ecclesiale! Per questo ho il desiderio di condividere con tutti voi la mia gioia e la mia felicità, perché Dio ha dato un senso alla mia vita e io ho risposto il mio Si, ad una totale consacrazione a Lui. Ringrazio con il cuore pieno di gratitudine tutti loro e tutte le persone che in questi giorni mi sono state vicine con la preghiera e con l’aiuto concreto.
La mia vita è una meraviglia fin dal giorno in cui sono stata concepita, perché ho ricevuto tanto amore e la mia famiglia mi ha insegnato a non dare niente per scontato, ma tutto si riceve come grazia e dono di Dio, perché dietro ogni gioia che viviamo, c’è il sorriso di Dio e dietro ogni sofferenza c’è il suo abbraccio che ti chiede di affidarti a Lui senza se e senza ma.
Mia mamma ogni mattina quando si alzava diceva questa preghiera: “Gesù dammi le parole giuste per parlare ai miei figli” e Gesù ascoltava la sua preghiera, perché quando ero piccola cercava ogni occasione per parlarmi di Dio e del suo amore. Mi faceva osservare come nasce l’albero del pino e scoprivo la forza della vita. Quante volte si usciva in giardino a contemplare i fiori, le nuvole, il vento, e tutto mi riportava alla grandezza di Dio e al suo amore. Alcune volte accarezzando una rosa mi faceva sentire il suo profumo e mi diceva: “Vedi Caterina la bellezza di questa rosa, senti il suo profumo, non si può spiegare, come non si può spiegare la bellezza di Dio.”
La fede semplice e genuina dei miei genitori mi ha aperto gli occhi alla gratitudine e alla contemplazione, ma crescendo con gli anni ho iniziato a sperimentare che quell’amore non mi bastava più. Il mio cuore cercava un amore illimitato, autentico ed eterno. Ero sempre alla ricerca, ma niente e nessuno, riusciva a colmare ciò che il mio cuore desiderava. Tutto mi rendeva insoddisfatta, finché un bel giorno in preghiera finalmente scoprii un Dio follemente innamorato di me, che non è lassù nei cieli, ma è vivo e abita proprio dentro di me. Ho sperimentato grazie alla preghiera e alla Parola di Dio meditata tutti i giorni, che Dio mi ama in maniera folle e immeritata e anche dai miei fallimenti ed errori che mi hanno fatto soffrire per anni Lui aveva creato qualcosa di bello. Ho sperimentato che io Caterina Belluomini ai suoi occhi sono bella, perché sono sua figlia amata e per la prima volta nella vita ho avuto il coraggio di lasciarmi amare da Dio e la gioia in me è esplosa. Quel giorno ho capito che solo l’amore di Dio può cambiare e trasformare la mia vita, e la luce di Dio mi ha illuminato e fatto capire tanti errori che avevo fatto.
Spesso mi sono trovata a lottare con le mie sole forze umane, contro ferite e paure che portavo dentro di me, e più lottavo e più mi sentivo stanca, e ancora più ferita, e quel giorno ero davvero senza più forze e sfinita; ricordo che con le lacrime agli occhi ho gridato a Gesù di entrare nella mia interiorità e di aiutarmi a guardare i miei limiti e difficoltà con i suoi occhi, con gli occhi del cuore, e da quel giorno tutto è cambiato.
Essere missionari non è fare l’elemosina o fare ogni tanto qualche opera buona, ma essere missionari parte dal lasciarsi amare da Dio. È solo dentro la relazione d’amore con Dio che posso scoprire l’altro come mio fratello, e se io non mi sento degno di ricevere amore non sarò mai capace di amare veramente. Solo se mi sento amata da Dio e non giudicata da Lui, avrò il coraggio e la forza di amare e non giudicare le persone che ho accanto. E sarà da questo amore che Dio riversa su di me (e non dai miei sforzi umani) che trovo la forza e il coraggio di superare i miei difetti e instaurare relazioni più serene, perché sperimento che l’altro è anche lui limitato come me, ma anche lui figlio amato da Dio in maniera illimitata, quindi è mio fratello. Anche lui è dentro questo circolo d’amore, e la mia vita troverà pace solo se entro in questa mentalità Trinitaria cioè una mentalità comunionale.
È solo dentro questa relazione d’amore con Dio che il mio carisma di Ministra degli Infermi di San Camillo diventa luce, conforto, tenerezza per ogni malato, perché la grazia che mi viene da Dio mi fa contemplare in quel malato il volto di Gesù.
Ricordo che quando per la prima incontrai le suore Ministre degli Infermi di San. Camillo, mi colpì subito il loro modo di stare accanto ai malati, con una dedizione e una passione totale. Li servivano con delicatezza, come se avessero tra le mani qualcosa di prezioso, che va toccato con cura, e la cosa che più mi interrogava era il loro sorriso sempre presente sul loro volto che esprimeva tanta serenità e pace. Il mio cuore di giovane in discernimento si chiedeva: “ Come fanno queste suore che stanno sempre a contatto con la malattia e la sofferenza ad essere sempre così felici e serene?” Ora a distanza di ben 13 anni capisco e so dare una risposta. In questi anni con la grazia di Dio e la testimonianza delle mie consorelle che mi hanno dato l’esempio di un carisma incarnato nei gesti di tenerezza, ho sperimentato che è Gesù la nostra forza per stare con gioia accanto ai malati e alla sofferenza, e la nostra missione di consacrate è proprio quella di essere dei canali, degli intermediari, perché i malati sfogano la loro sofferenza su di noi quando ci condividono i loro dolori, e noi abbiamo il dovere di raccogliere ogni lacrima e portarla a Gesù. In quel luogo intimo e profondo di me stessa, in cui so che posso incontrare il mio Dio, lì ogni sera devo portare quelle lacrime al cospetto di Dio e depositarle nel tabernacolo interiore e allora sarà Lui a trasformare quelle lacrime in un sorriso, o in una grazia. Questa è la nostra missione di consacrate nella chiesa e nel mondo.
L’augurio che voglio fare a te che leggi queste righe, è proprio quello che ti senta amato da Dio e tu abbia il coraggio di lasciarti penetrare da questa misericordia e tenerezza di Dio; non importa quanti errori e quanti peccati hai fatto nella vita, nessun peccato o evento ti può togliere la tua identità di figlio, e di figlio amato da Dio… lasciati amare e tutto sarà più bello e gioioso. Lasciati amare da Dio e imparerai a guardare la vita con gli occhi del cuore, che sono gli occhi dell’amore, e l’amore è Dio!!… Lasciati amare…
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