Dopo la preghiera e la celebrazione eucaristica domenicale mattutina, Mons. Robert Oliver – Segretario della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e p. Hank Lemoncelli OMI – Officiale della CIVCSVA (Congregazione dei Religiosi – Vaticano) ci hanno introdotto al tema ‘spinoso e sofferto’ della prima parte della terza giornata del nostro raduno: la difesa e la protezione dei minori e delle persone vulnerabili in caso di abuso sessuale. Si sono concentrati sulla prassi dei dicasteri romani e della legislazione degli episcopati nazionali su questo stesso tema di così cogente attualità nel panorama ecclesiale e sociale, a tutte le latitudini e nei diversi contesti culturali.
L’obiettivo è quello di continuare a sensibilizzarci, a crescere nella informazione e nella formazione per conoscere sempre meglio la gradualità dei processi ed impostare bene i passi da compiere: si tratta di continuare a crescere nell’ascolto dei religiosi e delle eventuali vittime di abusi, nel discernimento vigile del comportamento dei singoli religiosi nell’espletamento del nostro ministero, nell’accompagnamento, nella qualificazione dei percorsi formativi dei religiosi stessi, nella riqualificazione di religiosi accusati ma poi, alla prova dei fatti, risultati estranei ai fatti.
“Stabilire la verità su ciò che è successo in passato, intraprendere qualunque passo sia necessario per prevenire che accada di nuovo, assicurare che i principi di giustizia siano pienamente rispettati, accompagnare e sostenere le vittime come assoluta priorità della chiesa stessa e della nostra azione pastorale” (Papa Benedetto XVI, ai vescovi d’Irlanda).
“Noi non vogliano fare un solo passo indietro nel rapportarci a questo problema e alle sanzioni che devono essere imposte. Al contrario, credo che dobbiamo essere molto fermi” (Papa Francesco).
L’obiettivo finale di questa proposta informativa e formativa è di elaborare delle linee guida per l’Ordine e per le singole Provincie religiose che ci possano orientare correttamente in queste emergenze: assistere le vittime, educare tutti alla protezione dei minori, formare i futuri sacerdoti e religiosi, supportare tutti i religiosi inclusi gli accusati, gestire i processi canonici e la cooperazione con le autorità civile.
Nel pomeriggio il consultore generale per il ministero p. Aris Miranda, ha riproposto alcune priorità del progetto camilliano per una vita creativa e fedele, in connessione con le deliberazioni approvate dai recenti (2017) Capitoli (vice) Provinciali e di Delegazioni.
La riflessione è stata focalizzata sulle diverse aree geografiche del mondo camilliano: Asia, Europa, Sud America, Africa, rispetto ai diversi settori della formazione, dell’economia, del ministero.
Sono emerse diverse sfide ed opportunità: a livello formativo emerge la sfida della perseveranza dei religiosi; d’altra parte si assiste al fenomeno dello sviluppo vocazionale in alcuni paesi non-cristiani (Indonesia, Vietnam). A livello di ministero si osserva che i molti paesi le leggi statali molto rigorose in termini di richiesta di professionalità rendono la nostra presenza camilliana negli ospedali o in altre realtà sanitarie, inadeguata. A livello economico si assiste ancora alla dipendenza economica di diverse delegazione dalle province ‘madri’. Altre sfide sono rappresentate dalla secolarizzazione della società che rende la religione e la spiritualità esperienze di scarso valore, soprattutto per i giovani.
Si insiste sulla necessità di migliorare la collaborazione a livello formativo tra realtà camilliane similari per lingua e cultura, con delle strutture inter-provinciali. A tale scopo sarebbe utile investire risorse per ‘internazionalizzare’ il nostro Ordine, creando nuove sinergie tra province, implementando lo studio delle lingue, accompagnando ed organizzando il flusso di religiosi da una realtà provinciale in sostegno ad altre realtà religiose camilliane. Anche per il Camillianum è necessario un percorso di maggiore sinergia con i diversi centri di formazione ‘periferici’ dell’Ordine: sarà un’opportunità per lo scambio di conoscenze, di progetti, di studenti e di docenti.
Si sollecita la formulazione di linee guida che possano accompagnare ed organizzare un nuovo stile di collaborazione tra province nell’Ordine: per alcune di esse, soprattutto in Europa (Francia, Anglo-Irlandese) si prospetta un percorso di riorganizzazione amalgamazione-alleanza con altre province dell’Ordine (rispettivamente Burkina Faso, India). Tale processo, concretamente, necessita di tempo e soprattutto è necessario farlo precedere dalla crescita nella stima reciproca tra religiosi, per superare diffidenze e pregiudizi e per poi procedere con il percorso concreto di unione.
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