DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA DELL’UNIONE DEI SUPERIORI GENERALI (U.S.G.)
Sabato, 26 novembre 2022
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Sono contento di accogliere voi tutti, membri dell’Unione dei Superiori Generali, con l’Arcivescovo Segretario del Dicastero degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Ringrazio Padre Arturo Sosa per le cortesi parole.
Nella vostra Assemblea, sulla base dell’Enciclica Fratelli tutti, avete affrontato il tema Chiamati ad essere artigiani della pace. Si tratta di un appello urgente che ci riguarda tutti, in modo particolare le persone consacrate: essere artigiani della pace, di quella pace che il Signore ci ha dato e che ci fa sentire tutti fratelli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27).
Qual è la pace che Gesù ci dona, e in che cosa si differenza da quella che dà il mondo? In questi tempi, ascoltando la parola “pace” pensiamo soprattutto a una situazione di non-guerra o di fine-guerra, uno stato di tranquillità e di benessere. Questo – lo sappiamo – non corrisponde pienamente al senso della parola ebraica shalom, che, nel contesto biblico, ha un significato più ricco.
La pace di Gesù è prima di tutto dono suo, frutto della carità, non è mai una conquista dell’uomo; e, a partire da questo dono, è l’insieme armonico delle relazioni con Dio, con sé stessi, con gli altri e con il creato. Pace è anche l’esperienza della misericordia, del perdono e della benevolenza di Dio, che ci rende capaci a nostra volta di esercitare misericordia, perdono, respingendo ogni forma di violenza e di oppressione. Ecco perché la pace di Dio come dono è inseparabile dall’essere costruttori e testimoni di pace; come dice Fratelli tutti, «artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia” (n. 225).
Come ci ricorda San Paolo, Gesù ha abbattuto il muro di separazione dell’inimicizia tra gli uomini, riconciliandoli con Dio (cfr Ef 2,14-16). Tale riconciliazione definisce le modalità dell’essere «operatori di pace» (Mt 5,9), perché questa – come dicevamo – non è semplicemente assenza di guerra e neppure un equilibrio tra forze avversarie (cfr Gaudium et spes, 78). Si fonda invece sul riconoscimento della dignità della persona umana e richiede un ordine a cui concorrono inseparabilmente la giustizia, la misericordia e la verità (cfr Fratelli tutti, 227).
“Fare la pace” è, dunque, un lavoro artigianale, da fare con passione, pazienza, esperienza, tenacia, perché è un processo che dura nel tempo (cfr ibid., 226). La pace non è un prodotto industriale ma un’opera artigianale. Non si realizza in modo meccanico, necessita dell’intervento sapiente dell’uomo. Non si costruisce in serie, col solo sviluppo tecnologico, ma richiede lo sviluppo umano. Per questo i processi di pace non si possono delegare ai diplomatici o ai militari: la pace è una responsabilità di tutti e di ciascuno.
«Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). Beati noi consacrati se ci impegniamo a seminare pace con le nostre azioni quotidiane, con atteggiamenti e gesti di servizio, di fraternità, di dialogo, di misericordia; e se nella preghiera invochiamo incessantemente da Gesù Cristo «nostra pace» (Ef 2,14) il dono della pace. Così la vita consacrata può diventare una profezia di questo dono, se i consacrati imparano ad esserne artigiani, incominciando dalle proprie comunità, costruendo ponti e non muri dentro la comunità e fuori di essa. Quando ognuno contribuisce facendo con carità il proprio dovere, nella comunità c’è la pace. Il mondo ha bisogno di noi consacrati anche come artigiani di pace!
Questa riflessione sulla pace, fratelli e sorelle, mi porta a considerare un altro aspetto caratteristico della vita consacrata: la sinodalità, questo processo nel quale siamo chiamati ad entrare tutti in quanto membri del popolo santo di Dio. Come consacrati, poi, siamo tenuti in modo particolare a parteciparvi, in quanto la vita consacrata è sinodale per sua natura. Essa ha anche molte strutture che possono favorire la sinodalità: penso ai capitoli – generali, provinciali o regionali, e locali –, alle visite fraterne e canoniche, alle assemblee, alle commissioni, e ad altre strutture proprie dei singoli istituti.
Ringrazio coloro che hanno offerto e stanno offrendo il loro contributo a questo cammino, ai vari livelli e nei diversi ambiti di partecipazione. Grazie perché fate sentire la vostra voce come consacrati. Ma, come ben sappiamo, non basta avere strutture sinodali: è necessario “rivisitarle”, domandandoci prima di tutto: come vengono preparate e utilizzate queste strutture?
In tale contesto, si deve vedere e forse rivedere anche il modo di esercitare il servizio dell’autorità. Infatti, è necessario vigilare sul pericolo che esso possa degenerare in forme autoritarie, a volte dispotiche, con abusi di coscienza o spirituali che sono terreno propizio anche per abusi sessuali, perché non si rispetta più la persona e i suoi diritti. E inoltre vi è il rischio che l’autorità venga esercitata come privilegio, per chi la detiene o per chi la sostiene, quindi anche come una forma di complicità tra le parti, affinché ognuno faccia quello che vuole, favorendo così paradossalmente una specie di anarchia, che tanto danno comporta per la comunità.
Auspico che il servizio dell’autorità venga esercitato sempre in stile sinodale, rispettando il diritto proprio e le mediazioni che esso prevede, per evitare sia l’autoritarismo, sia i privilegi, sia il “lasciar fare”; favorendo un clima di ascolto, di rispetto per l’altro, di dialogo, di partecipazione e di condivisione. I consacrati, con la loro testimonianza, possono apportare molto alla Chiesa in questo processo di sinodalità che stiamo vivendo. Purché voi siate i primi a viverla: a camminare insieme, ad ascoltarvi, a valorizzare la varietà dei doni, ad essere comunità accoglienti.
In questa prospettiva, rientrano anche i percorsi di valutazione di idoneità e attitudine, perché possa avvenire nel modo migliore un rinnovamento generazionale alla guida degli istituti. Senza improvvisazioni. Infatti, la comprensione dei problemi attuali, spesso inediti e complessi, comporta un’adeguata formazione, altrimenti non si sa bene dove andare e si “naviga a vista”. Inoltre, una riorganizzazione o riconfigurazione dell’istituto va fatta sempre nella salvaguardia della comunione, per non ridurre tutto ad accorpamenti di circoscrizioni, che poi possono risultare non facilmente gestibili o motivo di contrasti. Al riguardo, è importante che i superiori stiano attenti a evitare che qualche persona non sia ben occupata, perché questo, oltre a danneggiare i soggetti, genera tensioni nella comunità.
Cari fratelli e sorelle, grazie di questo incontro! Vi auguro di portare avanti con serenità e con frutto il vostro servizio, e di essere artigiani di pace. La Madonna vi accompagni. Vi benedico tutti di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me.
BRASILE – Roma ‘Maddalena’ – 28 ottobre 2022
Al termine dell’anno giubilare per i 100 anni di presenza camilliana in Brasile (1922-2022), un nutrito gruppi di confratelli camilliani, di collaboratori delle opere camilliane e di membri della Famiglia Camilliana Laica, hanno organizzato un pellegrinaggio in Italia, sulle orme di san Camillo (Bucchianico, San Giovanni Rotondo, Manfredonia/Valle dell’Inferno). L’ultima tappa è stata la visita a Roma: dall’ospedale san Giacomo agli Incurabili alla chiesa della Maddalena, passando dalla corsia sistina dell’ospedale S. Spirito in Sassia. Il Superiore Generale, p. Pedro Tramontin, ha presieduto la celebrazione eucaristica al termine del loro soggiorno romano.
Camillini in Spagna
La provincia camilliana spagnola ha organizza un incontro aperto a tutti i confratelli della comunità spagnola, a Tres Cantos – Madrid, dal 28 ottobre al 2 novembre. Oltre ad incontri di informazione e di aggiornamento, è stato proposto anche un corso di esercizi spirituali, predicati da p. Eduardo Morante, camilliano della vice provincia del Perù. Hanno partecipato diciannove religiosi.
Camilliani in Argentina
I confratelli della provincia del Brasile festeggiano la prima professione religiosa del novizio ENZO HERNAN MAXIMILIANO VARGAS (22 gennaio 2022).
Camilliani in Thailandia
Sabato 29 ottobre 2022, a Korat (Thialandia) il vescovo locale e diversi religiosi camilliani hano partecipato all’inaugurazione e alla benedizione di un nuovo blocco da 32 letti per anziani “low income” della RSA (Residenza Sanitaria Assitite) di Korat. Si tratta di una estensione della casa attuale che già ospita 130 anziani. Erano presenti il vicario episcopale p. Agostino Prempree, p. Paul Cherdchai, superiore provinciale di Thailandia, diversi confratelli, anziani residenti e benefattori. Costo dell’opera: 380.000,00 euro!
Il vescovo locale, S. Ecc.za mons. Joseph Chusak era impegnato a Bangkok per la conferenza asiatica dei vescovi, in occasione dei 50 anni della stessa.
Salute e Sviluppo in Repubblica Centrafricana
Felice de Miranda, direttore di ‘Salute & Sviluppo’ insieme a p. Medard Abouè, consultore generale per il ministero e alla sig.ra Mariella Fresu, collaboratrice di ‘Salute & Sviluppo’ nel mese di novembre 2022 sono stati in Repubblica Centrafricana. Questo pese occupa uno degli ultimi posti nella classifica mondiale sulla povertà e è conosciuto per le guerre incessanti che lo insanguinano da diversi anni.
Hanno visitato i confratelli della comunità camilliana nel villaggio di Bossemptele (300 km dalla capitale Bangui), dove da circa dieci anni, quattro camilliani della Provincia del Benin-Togo assicurano le cure sanitarie alle persone in un ospedale da campo e l’assistenza spirituale in una piccola parrocchia, in questa zona sperduta del paese dove i ribelli destabilizzano la già precaria convivenza civile.
I camilliani, attraverso ‘Salute & Sviluppo’ sono impegnati da diversi anni, attraverso le varie forme di cooperazione internazionale – Conferenza Episcopale Italiana, Ministero degli Esteri Italiano – nell’accompagnamento e sostegno dell’ospedale e nella costruzione di una scuola infermieristica per offrire personale qualificato alle strutture mediche del paese. La scuola è sostenuta fortemente dal governo che riconosce i diplomi attraverso l’Università statale di Bangui.
ROMA – ‘SANTA MARIA MADDALENA’
Festa di Maria ‘Salus Infirmorum’ – 16 novembre 2022
https://www.concuoredimadre.org/2022/11/festa-di-maria-salus-infirmorum.html
Celebrazione Eucaristica presieduta da S. Em.za Rev.ma Card. Angelo De Donatis, Vicario Generale di S.S per la Diocesi di Roma, nella Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, curia generalizia dei Ministri degli Infermi. Con la presenza del Superiore generale Rev.do padre Pedro Tramontin, la consulta generale; il provinciale della Provincia Romana, sacerdoti camilliani e padre Augusto Bussi Roncalini, parroco di Santa Maria in Aquiro.
A continuazione una breve sintesi dell’Omelia. S. Em.za il Card. De Donatis ha messo in risalto in tre passaggi quello che più l’aveva colpito sulla parola del vangelo della festa. (Lc 1, 39-56)
Il primo: il viaggio di Maria per andare a trovare la cugina Elisabetta lo si può pensare come il primo viaggio missionario di Gesù nel grembo di Maria. Maria nella visitazione vuole condividere una buona notizia prima ancora di servire.
Il secondo: la prima cosa che Maria fa entrando nella casa di Ain Karem è salutare Elisabetta. In questo saluto si può intravedere un inno alla vita e alla gioia. Zaccaria è ancora muto mentre le donne si parlano si salutano, cantano.
E bello notare come Maria prima di essere la Madonna della Salute é la Madonna del saluto! E qui il messaggio è per noi: prima della pastorale della salute siamo chiamati a ricuperare la pastorale del saluto, dell’attenzione, della vicinanza cara a San Camillo cercando di circondare di umanità gli infermi più trascurati e abbandonati. Maria riceve e porta nel suo grembo Il dono dello Spirito. Il testo ci dice che Appena Elisabetta l’accolse il Bambino che portava nel grembo sussulta. È importante questo avverbio Appena: ci dice che le persone che portano Dio come Maria, vengono subito riconosciute! La Vergine Maria ci è sempre accanto, anche qui nella Chiesa della Maddalena dove la veneriamo con gratitudine e affetto attraverso la sua immagine dove il saluto diventa Salute.
Il Terzo punto. La risposta di Maria: il suo cantico! L’anima esulta, scopia nella lode. Questo ci ricorda che tra le righe del Magnificat ci ritroviamo tutti, con un Dio che ci ama e ci guarda in tutti i momenti della nostra vita, belli e brutti nella gioia e nelle prove.
Per concludere Sua Em.za ha voluto ricordare un’altra pagina evangelica dove si descrive Gesù nella casa di Betania: immagine scelta come icona del secondo anno del cammino sinodale. Come Gesù, come Maria si sono posti in viaggio così la Chiesa non può stare ferma, deve stare tra la gente e così anche voi Ministri degli Infermi dovete stare accanto ai malati, per aiutare tutta la chiesa ad essere una madre che cura.
Oggi si ha come la sensazione che il mondo non ha colto bene la lezione della pandemia: si sta tornando a vivere come prima come se niente è successo, mentre la lezione è questa: tornare all’essenziale. La Chiesa deve avere il sapore della casa, dell’accoglienza della semplicità!
Per far questo dobbiamo come Maria, come Elisabetta come Maria di Betania porci all’ascolto e all’accoglienza della Parola di Dio. Solo mettendosi ai piedi del Maestro potremmo vivere il nostro ministero senza gli affanni e le agitazioni di Marta. Il primato quindi della preghiera e dell’unione con il Signore fa si che portiamo frutto.
Ecco quindi le tre parole sintesi di questa festa della Madonna della Salute: Una strada, una casa, un orecchio. Questo è il messaggio, perché il nostro cuore possa essere sempre più riempito di Dio e traboccante di Lui potremmo servire come diceva San Camillo: con il cuore nelle mani!
Grazie don Angelo!
Rinnovazione comunitaria dei voti religiosi – 8 dicembre 2022
Dando continuità ad una venerata consuetudine camilliana, anche quest’anno, nella solennità dell’Immacolata concezione della B.V.M. (8 dicembre), anche nella comunità camilliana della Maddalena, durante la S. Messa, presieduta dal superiore generale, p. Pedro Tramontin, i confratelli hanno rinnovato la loro consacrazione religiosa, davanti alla splendida statua lignea cinquecentesca della Madonna, che la tradizione vuole sia la stessa davanti alla quale anche S. Camillo si consacrò con i voti religiosi a Dio, per il servizio dell’umanità sofferente.
Camilliani in Colombia
Il giorno 8 dicembre 2022, tre giovani professi Brayan Stiven Gallo, Alexander Perez Panqueva e Cleimer Orlando Wilchez Vargas hanno emesso la loro professione religiosa solenne.
Camilliani in Indonesia
Il giorno 8 dicembre 2022, tutta la comunità camilliana di Capriate san Gervasio (Bergamo) si è stretta con gioia fraterna attorno al giovane Engelbertus Frederik Aristo Klau, nel giorno della sua professione religiosa solenne. Engelbertus, giovane professo della provincia delle Filippine – delegazione in Indonesia – da oltre un anno sta completando la sua formazione, con un’esperienza di comunità e di ministero in Italia, tra i confratelli della provincia nord italiana.
Nello stesso giorno, a Maumere, nell’isola di Flores, in Indonesia, altri tre giovani camilliani, Andreas Yobe, Bonefonsius Boli Lolan, Dionisius Juang, hanno emesso la loro consacrazione religiosa solenne.
Camilliani in Taiwan
Dal 2 al 10 dicembre 2022, fr. Paul Kaborè e p. Baby Ellickal, consultori generali dell’Ordine, hanno visitato i camilliani a Taiwan. I Camilliani a Taiwan hanno festeggiato il giubileo dei 70 anni di presenza camilliana nell’isola di Formosa. L’occasione è stata significativa per ricordare la storia dei camilliani, il loro servizio ai malati, ai poveri, ai disabili in un contesto culturale diverso da quello occidentale, ma nel quale hanno saputo inserirsi e farsi stimare ed apprezzare. È particolarmente rilevante l’opera di formazione degli operatori sanitari, con una grande e qualificata scuola di scienze infermieristiche, frequentata da diverse migliaia di giovani avviati alla cura specialistica dei malati.
cfr. lettera di augurio e di apprezzamento a firma di S. Em.za Card. Piero Parolin, segretario di stato vaticano.
DALLA CONSULTA GENERALE
Erezione canonica di nuove comunità camilliane
1.Il Superiore Generale, vista la domanda presentata da p. Paul Cherdchai Lertjitlekha, superiore provinciale della provincia thailandese e da p. John Toai, delegato del Vietnam, ha eretto canonicamente la nuova comunità-casa camilliana ‘Vi Hoang Community of Home for the Aged’, ubicata a Ho Chi Mihn City – Vietnam. Sarà dedicata ai santi Giacchino ed Anna (nonni di Gesù), visto che l’opera camilliana sarà dedicata all’accoglienza di un centinaio di anziani che vivono in condizione di indigenza.
2. Il Superiore Generale, dopo aver sostenuto ed accompagnato il proficuo dialogo tra p. Mateus Locatelli, superiore provinciale del Brasile, fr. José Carlos Bermejo, superiore provinciale di Spagna e il superiore vice-provinciale del Perù, p. Alex Ballena Rios, ha approvato il passaggio canonico della casa-comunità camilliana di Buenos Aires (Argentina) dalla provincia di Spagna alla provincia del Brasile. È un primo passo significativo per una migliore e più funzionale sinergia delle risorse umane, professionali ed amministrative tra realtà camilliane operanti nella medesima regione.
3. P. Pedro Celso TRAMONTIN, Superiore Generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi (Camilliani), per il buon andamento della programmazione, dell’analisi e della verifica dell’economia dell’Ordine, il 21 novembre 2022, ha nominato, per il triennio 2022-2025, membri della Commissione Economica Centrale dell’Ordine, sotto il coordinamento dell’economo generale, fr. José Ignacio Santaolalla Saéz:
ENRIQUEZ p. RODEL R.
KOZIK p. Mario Luis
OUEDRAOGO p. Guy-Flavien
SANKIMA p. Martin
TRIBIOLI dott. Bruno – collaboratore amministrativo della provincia romana
VILLAR PERNAS dott. Emilio Servando – collaboratore amministrativo della provincia spagnola
Ringraziandoli per la loro generosa disponibilità, auguriamo un fruttuoso lavoro per una sempre maggiore “vigilanza e trasparenza nel trattare i problemi economico-finanziari”.
4. P. Pedro Celso TRAMONTIN, Superiore Generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi (Camilliani), a norma dello Statuto art. 12, il 30 novembre 2022, ha nominato, per il triennio 2022-2025, membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Camillian Disaster Service International (CADIS):
ABOUÈ p. Medard – vice direttore
CANCINO Jr. p. Rodolfo Vincente
ECHEVARRIA SCHMIDT sr. Haida
ELARMO sr. Liberty
ELLICKAL p. Baby
KABORE fr. Paul
LUNARDON p. Gianfranco
MUNENE p. Francis
SANTAMARIA REPISO dott.ssa Consuelo
SANTAOLALLA SAEZ fr. José Ignacio – presidente del CdA
5. Il giorno 16 gennaio 2023, p. Pedro Tramontin, Superiore Generale, e i Consultori, incontreranno i Superiori Maggiori dell’Ordine (Provinciali, Vice Provinciale, Delegati) tramite la piattaforma Zoom, per uno scambio di pareri sulla situazione delle comunità dell’Ordine e la pianificazione delle attività di interesse comune.
CONFRATELLI CAMILLIANI DEFUNTI
“Venite, benedetti del Padre mio! Ricevete in eredità il regno che il Padre mio vi ha dato, preparato fin dalla creazione del mondo; perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete accolto; ero nudo e mi avete vestito; ero malato e mi avete curato; ero in prigione e siete venuti a visitarmi”. (Mt 25,34-36).
ALOIS MARIA JOSEF KUMMER (provincia austriaca)
Kummer è morto sabato 12 novembre 2022, a 91 anni di età, confortato dai sacramenti della fede.
La celebrazione funebre avrà luogo nel cimitero di Ober St. Veit, 1130 Vienna, Gemeindeberggasse 26, giovedì 1 dicembre 2022 alle ore 13.00. In seguito sarà celebrata la Messa di Requiem nella Klosterkirche, 1130 Vienna, Versorgungsheimstraße 72. Alois Kummer è nato a Vienna il 22 maggio 1932. Il 19 settembre 1946 entrò seminario dei Camilliani presso la casa di Hilariberg, a Kramsach in Tirolo, dove fu inizio il noviziato il 7 dicembre 1949. Il giorno 8 dicembre 1950 ha emesso la professione religiosa temporanea. Dopo aver completato gli studi filosofico-teologici nel seminario camilliano di Hilariberg, nel 1952 ha proseguito gli studi teologici a Münster/Westfalia. Nel 1953 p. Kummer ha emesso la professione religiosa solenne ed è stato ordinato sacerdote a Vienna il 18 marzo 1956.
Dopo l’anno pastorale a Losensteinleiten/Austria Superiore, è stato inviato all’ospedale universitario di Innsbruck come cappellano ospedaliero.
Il 1 settembre 1960 è stato nominato cappellano della casa di riposo di Vienna-Lainz.
Nel 1962 gli fu assegnata la cura pastorale nei due ospedali Theresienschlössl e Gersthofer-Klinik e nel settembre 1963 della Clinica Hietzing (ex Lainz), dove lavorò fino al suo pensionamento nel 2007. Contemporaneamente si è occupato del Centro Neurologico di Rosenhügel per più di 40 anni.
Dall’agosto 1977 al maggio 1986 ha accompagnato la comunità camilliana di Vienna come Superiore.
Nonostante le gravi limitazioni fisiche degli ultimi anni, p. Alois era sempre gioviale, di buon umore e non ha mai perso il senso dell’umorismo. Il suo carattere personale lo ha reso molto empatico con le persone, meritando la loro fiducia.
Dopo una vita ricca di soddisfazioni come sacerdote e come camilliano, è tornato alla casa del Padre!
L’Ordine Camilliano gli è riconoscente per il suo servizio ai malati.
ELIAS JOSÈ ZAGO (provincia brasiliana)
Elias José Zago, figlio di Mansueto Zago e Vilma Molom Zago, è nato il 25 aprile 1952 a Videira – SC. E’ stato battezzato il 25 aprile 1952 e cresimato il 28 ottobre 1958. Entrò nel Seminario ‘São Camilo’ di Iomerê – SC, il 18 febbraio 1966. Il 26 gennaio 1975 iniziò il noviziato; il 26 gennaio 1976 fece la sua prima professione religiosa. Il 26 gennaio 1979 emise i voti perpetui, a San Paolo – SP.
Gli studi filosofici e gli studi teologici si sono svolti a San Paolo.
Il 20 giugno 1982 è stato ordinato diacono a Iomerê – SC, e il 19 dicembre dello stesso anno è stato ordinato sacerdote sempre in questa città. Da quel momento in poi, p. Elias ha svolto diverse attività in diverse comunità camilliane del Brasile, sempre strettamente legate soprattutto all’area parrocchiale e alla cappellania ospedaliera.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, dal 1983 al 1992 ha aiutato nella formazione a Monte Santo de Minas – MG dove dal 1986 e’ stato anche Superiore della Comunità. Nel 1992 è stato trasferito a Iomerê, dove è rimasto fino al 2001. Dal 1992 al 1997 e dal 2000 al 2001 è stato Superiore di Comunità e dal 1992 al 2001 è stato Parroco della Parrocchia ‘São Luiz Gonzaga’. Nel 2001 è stato trasferito a Monte Santo de Minas, dove ha esercitato il suo ministero dal 2001 al 2012 come parroco della Parrocchia ‘São Francisco de Paula’. Nel 2013 è stato trasferito presso la Comunità di Pinhais, in qualità di Cappellano dell’Ospedale ‘Erasto Gaertner’. È stato anche Superiore di questa comunità dal 2017 al 2019.
A fine 2021. P. Elias è stato trasferito nella Comunità di Iomerê. Tuttavia, a motivo dell’inizio delle cure mediche, è rimasto a San Paolo, risiedendo nella Comunità di Granja Viana per poter effettuare un follow-up specialistico presso l’ospedale oncologico brasiliano. Nel corso del 2022 si è sottoposto a trattamento chemioterapico, trascorrendo alcuni periodi in Comunità ed altri in Ospedale, secondo le esigenze del suo stato di salute.
Elias è morto nel pomeriggio del 1 dicembre 2022, all’ospedale ‘São Camilo’ da Granja Viana. Nello stesso giorno c’è stato un breve momento di veglia e la celebrazione della Messa nella Cappella dell’Ospedale. Successivamente, il suo corpo è stato trasferito alla Comunità di Rondinha, a Videira – SC.
Il giorno 3 dicembre si è celebrata la Messa esequiale e a seguire la sepoltura, esaudendo il suo espresso desiderio.
ANTONIO BUSIELLO CAMILLIANO E MISSIONARIO
Antonio Busiello Nasce a Napoli il 21 Luglio del 1937 da Giuseppe e Magnetta Concetta. Il 7 Settembre del 1954 inizia ad Aci Sant’Antonio l’anno canonico del noviziato, professando l’8 Settembre del 1955. L’11 Ottobre 1958 emette la professione perpetua. Il 15 luglio 1962 viene ordinato sacerdote dal cardinale Ascalesi presso la cappella dell’Ospedale Principe di Piemonte (oggi Ospedale Monaldi) alla presenza del prof. Vincenzo Monaldi.
Lo stesso P. Antonio raccontava che il suo parroco lo spingeva verso il seminario diocesano, un amico di famiglia con varie argomentazioni lo spingeva verso i frati cappuccini ma l’incontro con i religiosi camilliani fu per lui determinante al punto che si senti “stregato” dall’abito con la fiammante Croce rossa, ma soprattutto si sentì attratto dalla loro affettuosa vicinanza ai malati di tubercolosi. Infatti fin da giovanissimo p. Antonio ha avuto un contatto giornaliero con i confratelli cappellani dell’Ospedale Monaldi perché il padre era un funzionario amministrativo dell’ospedale e in quanto tale abitava con la famiglia in alcuni locali all’ interno dell’ospedale. E poi ricordava p. Antonio che i camilliani organizzavano tante partite di calcio, la sua grande passione: «in seminario si pregava molto ma si giocava anche tantissimo al pallone perché a quei tempi, era l’unico sport che si potesse praticare».
Appena ordinato sacerdote è subito impegnato in diversi ospedali dell’Italia meridionale a lenire le sofferenze dei malati e a consolidare l’amicizia con il personale ospedaliero.
Come assistente religioso svolge il suo ministero presso il Lebbrosario di Gioia del Colle in Puglia, il Sanatorio Tomaselli di Catania, l’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria, l’Ospedale Cardarelli di Napoli dove consegue il diploma di Infermiere professionale. Dal 1966 al 1974 è nominato vice assistente regionale dell’ UCI (Unione Cattolica Infermieri).
Economo di comunità dal 1971 al 1974 presso l’istituto San Camillo di San Giorgio a Cremano.
Il 12 Giugno del 1974 avviene una svolta ministeriale molto significativa p. Antonio parte per la nascente missione camilliana Africana nel Dahomey, successivamente Repubblica del Benin dove insieme ad altri confratelli costruisce e gestisce l’hopital la Croix e il seminario camilliano. Nel frattempo consegue il diploma di medicina tropicale all’Istituto Universitarie Prince Leopold di Anversa in Belgio.
In Benin P. Antonio vive per ben 27 anni quando a causa di un “bellissimo” infarto (come lui amava dire) proprio il giovedì Santo del 2001. Torna in Italia destinato alla casa provincializia di San Giorgio a Cremano dove si occupa del segretariato delle Missioni.
Nel 2007 viene eletto vice presidente dell’ONG Salute e Sviluppo.
Negli anni la salute di p. Antonio inizia a deteriorarsi con alti e bassi, al punto che sarà necessario nell’anno 2017 il trasferimento prima presso la comunità ospedaliera di Casoria e nell’anno successivo presso la comunità camilliana di Messina, dove ha ricevuto accoglienza e assistenza con premure materne e fraterne dai confratelli della comunità e dal personale ospedaliero della clinica San Camillo annessa alla comunità.
Circa 20 giorni fa una caduta determina la rottura del femore, dopo aver superato brillantemente l’intervento p. Antonio viene traferito in una clinica ortopedica per la riabilitazione.
La mattina del 6 Gennaio, Epifania del Signore, improvvisamente, anche a lui il Signore della misericordia si manifesta portandolo con sé per ricevere il premio dei giusti.
Antonio è stato un vero figlio di San Camillo, generoso, dinamico intraprendente e capace di portare a termine con successo le diverse realtà che gli venivano affidate. Una grande capacità di coinvolgere i laici dai quali era molto apprezzato per la sua giovialità e concretezza operativa. Di carattere forte e passionale, con i confratelli era “energico” con tratti di dispotismo che riusciva subito ricomporre, negli ultimi tempi chiedeva scusa e si commuoveva rimpiangendo i tempi passati, continuando il cammino del calvario di spoliazione a cui andava incontro.
Siamo certi che il suo tanto lavorare nella Vigna del Signore, ha superato i limiti legati alla natura umana. Certamente San Camillo l’avrà accolto e abbracciato, orgoglioso di questo suo figlio che ha curato e consolato tanti fratelli, sorelle e bambini in terre vicine e lontane.
FIGLIE DI SAN CAMILLO
Le consorelle Figlie di San Camillo comunicano la morte di suor Avelina (Isabel) Vieira (nata il 4 luglio 1934 – deceduta il 26 ottobre 2022). Brasiliana di origine, aveva 88 anni di cui 70 anni di consacrazione religiosa al servizio dei malati.
Preghiera ufficiale per chiedere l’intercessione del Beato Luigi Tezza nel centenario della sua morte (1923/2023)
Signore Dio, Creatore e Padre, a te la nostra gratitudine per la vita, la vocazione, e la santità del beato Luigi Tezza, che veneriamo nel centenario del suo transito al Cielo.
Aiutaci a custodire e ad attualizzare la memoria grata della testimonianza di fede: “tutto in Dio, tutto per Dio, tutto con Dio”.
Signore Dio, Figlio Redentore, a te la nostra gratitudine per la passione per il Regno di Dio che ha bruciato nell’anima e nelle opere del beato Luigi.
Aiutaci a discernere e ad imitare con creatività la testimonianza di amore: “disposti per la carità a fare sempre più doloroso sacrificio, massime verso i poveri infermi”.
Signore Dio, Spirito Santo, a te la nostra gratitudine per il fiducioso abbandono che il beato Luigi ha nutrito quotidianamente, nell’opera della tua Provvidenza.
Aiutaci a vivere, anche nella notte della prova, la testimonianza della speranza: “Dio sa ciò che fa, e fa tutto per il bene, lasciamoci condurre della sua sempre amabilissima volontà”.
Egli che ha toccato corpi, con samaritana compassione, per sfiorare la loro anima, con materna premura, interceda presso Dio, il dono di incarnare il Vangelo della misericordia affinché dal nostro cuore e dalle nostre mani sgorghi “la generosità di ogni istante e nei dettagli più piccoli della vita”.
Bene, omnia fecit!
Amen.
I Camilliani su Facebook
I Camilliani su Twitter
I Camilliani su Instagram