NEWSLETTER 33 FEBBRAIO 2017 SPAGNOLO
LE TANTE “LOCANDE DEL BUON SAMARITANO”
25 anni dalla istituzione della Giornata Mondiale del Malato
e 20 anni dalla fondazione dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute
Ringraziamo il Signore per il cammino compiuto in questo tempo, per quanto è stato fatto a beneficio di una cura integrale dei malati e per la generosità di tanti uomini e donne che hanno accolto l’invito di Gesù a visitarlo nella persona degli infermi (cfr Mt 25,36). Sono stati anni segnati da forti cambiamenti sociali e culturali, e oggi possiamo constatare una situazione con luci e ombre. Certamente, la ricerca scientifica è andata avanti e siamo riconoscenti per i preziosi risultati ottenuti per curare, se non per sconfiggere, alcune patologie. Auguro che il medesimo impegno sia assicurato per le malattie rare e neglette, verso le quali non sempre viene prestata la dovuta attenzione, con il rischio di dare adito a ulteriori sofferenze. Lodiamo il Signore anche per tanti operatori sanitari che con scienza e coscienza vivono il loro lavoro come una missione, ministri della vita e partecipi dell’amore effusivo di Dio creatore; le loro mani toccano ogni giorno la carne sofferente di Cristo, e questo è un grande onore e una grave responsabilità. Così pure ci rallegriamo per la presenza di numerosi volontari che, con generosità e competenza, si adoperano per alleviare e umanizzare le lunghe e difficili giornate di tanti malati e anziani soli, soprattutto poveri e indigenti. E qui mi fermo per ringraziare della testimonianza del volontariato in Italia. Per me è stata una sorpresa. Mai avrei pensato di trovare una cosa così! Ci sono tanti volontari che lavorano in questo ambito, convinti. E questo è opera dei parroci, dei grandi parroci italiani, che hanno saputo lottare in questo campo. Per me è una sorpresa e ringrazio Dio per questo.
Insieme con le luci, però, vi sono alcune ombre che rischiano di aggravare l’esperienza dei nostri fratelli e sorelle ammalati. Se c’è un settore in cui la cultura dello scarto fa vedere con evidenza le sue dolorose conseguenze è proprio quello sanitario. Quando la persona malata non viene messa al centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui. E questo è molto grave! Occorre essere vigilanti, soprattutto quando i pazienti sono anziani con una salute fortemente compromessa, se sono affetti da patologie gravi e onerose per la loro cura o sono particolarmente difficili, come i malati psichiatrici. Il modello aziendale in ambito sanitario, se adottato in modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di produrre scarti umani. Ottimizzare le risorse significa utilizzarle in modo etico e solidale e non penalizzare i più fragili.
Al primo posto c’è l’inviolabile dignità di ogni persona umana dal momento del suo concepimento fino al suo ultimo respiro. Non ci sia solo il denaro a orientare le scelte politiche e amministrative, chiamate a salvaguardare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione italiana, né le scelte di chi gestisce i luoghi di cura. La crescente povertà sanitaria tra le fasce più povere della popolazione, dovuta proprio alla difficoltà di accesso alle cure, non lasci nessuno indifferente e si moltiplichino gli sforzi di tutti perché i diritti dei più deboli siano tutelati.
La storia della Chiesa italiana conosce tante “locande del buon samaritano”, dove i sofferenti hanno ricevuto l’olio della consolazione e il vino della speranza. Penso in particolare alle numerose istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana. Mentre esprimo ai loro rappresentanti qui presenti il mio apprezzamento per il bene compiuto, incoraggio a portare avanti la fantasia della carità propria dei Fondatori. Nei contesti attuali, dove la risposta alla domanda di salute dei più fragili si rivela sempre più difficile, non esitate anche a ripensare le vostre opere di carità per offrire un segno della misericordia di Dio ai più poveri che, con fiducia e speranza, bussano alle porte delle vostre strutture.
Tra gli scopi che san Giovanni Paolo II ha dato alla Giornata Mondiale del Malato, oltre alla promozione della cultura della vita, c’è anche quello «di coinvolgere le diocesi, le comunità cristiane, le famiglie religiose sull’importanza della pastorale sanitaria». Tanti malati sono negli ospedali, ma molti di più sono nelle case, sempre più soli. Auspico che vengano visitati con frequenza, perché non si sentano esclusi dalla comunità e possano sperimentare, per la vicinanza di chi li incontra, la presenza di Cristo che passa oggi in mezzo ai malati nel corpo e nello spirito. Purtroppo «la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri – e i malati sono poveri di salute – è la mancanza di attenzione spirituale. […] Hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 200).
Le persone malate sono membra preziose della Chiesa. Con la grazia di Dio e l’intercessione di Maria, Salute degli infermi, possano diventare forti nella debolezza (cfr 2 Cor 12,10), «e ricevere la grazia di completare ciò che manca in noi delle sofferenze di Cristo, a favore della Chiesa suo corpo (cfr Col 1,24); un corpo che, ad immagine di quello del Signore risorto, conserva le piaghe, segno della dura lotta, ma sono piaghe trasfigurate per sempre dall’amore”. Grazie!
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO DALLA
COMMISSIONE CARITÀ E SALUTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Roma, 10 febbraio 2017
PROVINCIA INDIANA
Sabato 18 febbraio è iniziato il primo Capitolo provinciale della Provincia camilliana in India (18-22 febbraio 2017), con la prospettiva di valutare IL PASSATO, riflette sul PRESENTE E RAFFORZARE IL FUTURO. Trentacinque capitolari sono stati chiamati a partecipare a questo capitolo e altri 7 che sono invitati nelle sessioni specifiche, tra cui i presidenti regionali della Famiglia Camilliana Laica. La prima attività è stata una riflessione spirituale presentata dal Rev. Dr. Xavier Manavath, CMF, vicario per i religiosi dell’Arcidiocesi di Bangalore. Ha concluso la riflessione con l’Eucaristia.
ROMA – CAMILLIANUM
Presso l’aula magna del Camillianum, dal 24 al 29 aprile 2017
si svolgerà il seminario Medical Humanities: le discipline umanistiche, indagando la complessità antropologica, contribuiscono alla pratica medica che ha il compito di curare la persona, di ristabilirne la salute in una dimensione relazionale nutrita di fiducia e speranza. Il dibattito sulle Medical Humanities ha chiarito l’impossibilità di contrapporre il curare e il prendersi cura, l’efficacia dei trattamenti e la qualità relazionale.
23 Febbraio 2017 – Giornata di tirocinio formativo, in aula, per studenti del corso di Laurea in Infermieristica, in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli.
XXV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO – 11 febbraio 2017
Condividiamo le immagini e i programmi della Giornata del Malato che sono stati celebrati nelle diverse comunità camilliane nel mondo. CLICCA QUI
Messaggio di papa Francesco per la GMM 2017
PROVINCIA BRASILIANA
La Provincia Camilliana del Brasile festeggia i 90 anni del confratello p. Carlos Alberto Pigatto e la prima professione religiosa di due confratelli: Edson da Silva Piers e Gabriel Andreson Barbosa.
Condividiamo anche l’istantanea dei partecipanti al capitolo provinciale brasiliano che si è svolto dal 1 al 4 di febbraio a San Paolo (Brasile).
MACAPÀ
La parrocchia di Santa Teresa, in collaborazione con le librerie ‘paoline’, lo scorso 19 gennaio 2017, ha organizzato un incontro formativo per i catechisti di tutta la parrocchia (LEGGI QUI).
ROMA – ‘S. MARIA MADDALENA’
Evento commemorativo della conversione san Camillo
Il 2 febbraio, il superiore generale, p. Leocir Pessini, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica nella Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio’, in occasione dei 125 anni della fondazione dell’ordine delle Figlie di san Camillo. Durante la liturgia, due religiose Figlie di san Camillo, Sr. Fidelia (peruana) e Sr. Gelane (filippina) hanno emesso la professione solenne dei voti religiosi.
TAIWAN
Dal 6 al 12 di gennaio 2017 p. Henry Angupa Bosoen II ha accompagnato un gruppo di infermieri in Cina continentale per assistere dei lebbrosi.
Il giorno 8 gennaio 2017 si è svolto il capitolo di delegazione con la presentazione dei bilanci preventivi e consuntivi.
Il superiore generale, p. Leocir Pessini, durante il periodo della sua visita in Thailandia (6-29 gennaio 2017) ed in Vietnam (8-11 gennaio 2017), si è recato anche in visita ai confratelli della delegazione di Taiwan, dal 19 al 22 gennaio 2017. Durante la visita è stato inaugurato il nuovo reparto di geriatria intitolato a fr. Renato Marinello. Erano presenti anche p. Rolly Fernandez – superiore provinciale delle Filippine, p. Giovanni Contarin dalla Thailandia, p. Mario Didonè, cappellano all’ospedale di Padova e don Matteo Ragazzo, ex parroco di Cà Onorai (Padova), cittadina nativa dei tre confratelli p. Antonio, p. Giuseppe e p. Mario Didonè.
Il giorno 3 febbraio è stata celebrata la tradizionale cerimonia del ritorno dei nostri dipendenti-collaboratori, dopo i festeggiamenti per il nuovo anno cinese (27 gennaio 2017).
Dal 5 al 10 febbraio u.s. è stato celebrato il capitolo provinciale delle Filippine, di cui Taiwan è delegazione. P. Jojio Eloja, religioso della delegazione taiwanese, è il primo votato della terna orientativa in vista della nomina del nuovo superiore provinciale delle Filippine.
Il giorno 11 febbraio si è celebrato solennemente la giornata mondiale del malato, con il sacramento dell’unzione dei malati, amministrato ad alcuni malati dei nostri centri di accoglienza.
PROVINCIA DELLE FILIPPINE
A Manila-Quezon City, è stato vissuto il capitolo della provincia camilliana delle Filippine con una riflessione sul nostro passato, sulla qualità della nostra identità e su come rafforzare il nostro futuro alla luce degli statuti provinciali. Ventisei (24 religiosi professi solenni e 2 religiosi professi temporanei) sono i confratelli che hanno partecipato a questo capitolo. I capitolari provengono dalla delegazione in Australia, in Indonesia e in Taiwan e della provincia delle Filippine. Il Capitolo si è celebrato presso il Centro Pastorale San Camillo dal 6 al 10 febbraio 2017. La discussione principale si è focalizzata sugli Statuti della Provincia, recentemente rivisitati e aggiornati.
ROMA – FIGLIE DI SAN CAMILLO
Le Figlie di San Camillo hanno festeggiato i 125 anni dalla fondazione del loro istituto.
Condividiamo il messaggio di madre Zelia Andrighetti, superiora generale dell’Istituto.
PROVINCIA SICULO NAPOLETANA
Il giovane confratello camilliano Giuseppe Salvatore Pontillo è stato ordinato diacono il 16 febbraio u.s., presso la cappella dell’Ospedale Monaldi di Napoli. La celebrazione è stata preseduto dal nostro confratello, mons. Prosper Kontiebo, vescovo di Tenkodogo, in Burkina Faso.
KENYA
Dopo 40 anni di ministero camilliano in Kenya, l’Ordine dei Ministri degli Infermi e la Grande Famiglia di S. Camillo sono felici di avere ottenuto – quest’anno – un raccolto abbondante: in un solo giorno 21 persone sono entrate a far parte della Famiglia Camilliana Laica. Questo è avvenuto il 4 febbraio 2017, a margine della commemorazione della conversione di S. Camillo.
KENYA – Karungu
Il gruppo LDS (sostegno a distanza) della Fondazione We World Kenya, è arrivato a Karungu per aggiornare i dossier dei bambini che ricevono sostegno a distanza. Il gruppo rimarrà a Karungu quattro mesi e farà visita a tutte le scuole primarie con le quali i religiosi camilliani collaborano.
Quattro giovani confratelli, Dominic Mutuku, Dennis Atandi, John Kariuki and Patrick Makau, venerdì 18 febbraio sono stati ordinati. La celebrazione è stata presiduta da p. Peter Kihara Kariuki, vescovo della diocesi di Marsabit.
NOVITÀ EDITORIALE
Storia dell’ordine di San Camillo – La Provincia Lombardo-Veneta
Lunedì 13 marzo 2017, alle ore 17, presso l’università LUMSA di Roma il nuovo libro della collana “Storia dell’Ordine di san Camillo” dedicato alla Provincia Lombardo Veneta. È l’ultimo volume della serie iniziata per celebrare il IV centenario della morte di san Camillo.
La serie completa consta di nove testi:
Aspetti e problemi della storia dell’ordine di San Camillo
Storia dell’ordine di San Camillo – La Provincia francese
Storia dell’ordine di San Camillo – La Provincia spagnola
Storia dell’ordine di San Camillo – La Provincia tedesca
Storia dell’ordine di San Camillo – La Provincia romana
Storia dell’ordine di San Camillo – La Provincia piemontese
Storia dell’ordine di San Camillo – La Provincia siculo napoletana
San Camillo de Lellis e i suoi amici. Ordini religiosi e arte tra Rinascimento e Barocco
Nuova Carta per gli operatori sanitari
Il 6 febbraio 2017, in Vaticano è stata presentata la Nuova Carta degli Operatori Sanitari, una sorta di compendio di prassi e dottrina che aggiorna l’edizione precedente del 1995. Il documento è suddiviso in tre grandi sezioni: generare, vivere e morire, in cui la Chiesa ribadisce la sua posizione di sempre sui grandi temi etici, alla luce delle nuove “sfide” che il progresso scientifico pone all’uomo di oggi.
Delle 150 pagine della Nuova Carta, che sostituisce quella del 1995, ha parlato estesamente il Professor Antonio Gioacchino Spagnolo, Direttore dell’Istituto di Bioetica e Medical Humanities, della Facoltà di Medicina e chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma.
Ecco il suo intervento integrale:
“Le conquiste della ricerca biomedica e le nuove realtà socio sanitarie che si sono venute a determinare dopo il 1994, come pure i pronunciamenti del Magistero della Chiesa cattolica che sono stati emanati nell’ambito delle scienze della vita e della salute (quelli dei Pontefici Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Papa Francesco, i documenti della Congregazione per la Dottrina della fede e della Pontificia Accademia per la Vita) hanno reso necessaria una revisione e aggiornamento della Carta degli Operatori Sanitari. La carta ha mantenuto comunque la sua struttura originaria di strumento per una seria preparazione e formazione continua sul piano etico degli Operatori sanitari, per mantenere la dovuta competenza professionale e la loro vocazione a ministri della vita.
Innanzitutto, l’attenzione iniziale è stata rivolta considerando uno spettro più ampio delle persone coinvolte in ambito biomedico: accanto alle classiche figure professionali sanitarie (personale medico, infermieristico e ausiliario) sono state considerate anche altre figure che a vario titolo operano nel mondo della salute, come biologi, farmacisti, operatori sanitari del territorio, amministratori, legislatori in materia sanitaria, operatori nel settore pubblico e privato.
Alcuni nuovi articoli riguardano proprio loro, e a loro è richiesta una particolare responsabilità nello svolgimento del loro servizio. Tutti questi operatori svolgono la loro pratica quotidiana in una relazione interpersonale, contraddistinta dalla fiducia di una persona segnata dalla sofferenza e dalla malattia, la quale ricorre alla scienza e alla coscienza di un operatore sanitario che le va incontro per assisterla e curarla.
La Carta vuole sostenere la fedeltà etica dell’operatore sanitario, nelle scelte e nei comportamenti in cui prende corpo il servizio alla vita e questa fedeltà viene delineata seguendo le tappe dell’esistenza umana: generare, vivere, morire, quali momenti di riflessioni etico-pastorali.
Nella Sezione del generare sono stati meglio specificati i criteri per la cura dell’infertilità e il riferimento ai metodi naturali non solo per la regolazione della fertilità ma anche come metodi per ottenere una gravidanza. Inserimento anche un articolo sul congelamento di tessuto ovarico (art. 38), risposta eticamente sostenibile nel caso di terapie oncologiche che possono alterare la fertilità della donna.
Sono poi presi in considerazione i nuovi tentativi di generazione umana in laboratorio (art. 39): tra gameti umani e animali, di gestazione di embrioni umani in uteri animali o artificiali, di riproduzione asessuale di esseri umani mediante fissione gemellare, clonazione, partenogenesi o altre tecniche consimili.
Tutti procedimenti questi che contrastano con la dignità umana dell’embrione e della procreazione, per cui sono da considerarsi moralmente inaccettabili.
Tra le diagnosi prenatali, accettabili ad alcune condizioni, viene stigmatizzata, invece la diagnosi pre-impianto (art. 36) come espressione di una mentalità eugenetica che legittima l’aborto selettivo per impedire la nascita di bambini affetti da varie malattie.
Nella Sezione del vivere è confermata la posizione di sempre riguardo all’aborto inserendo dei nuovi articoli riguardo alla riduzione embrionale, intercezione, contragestazione, feti anencefalici, gravidanze ectopiche, tutela del diritto alla vita (artt. 51-59).
Attenzione rivolta anche al tema della prevenzione e dei vaccini, oggetto di recente dibattito pubblico (artt.69-70). Attuale dal punto di vista scientifico il riferimento alla terapia genica e alla medicina rigenerativa (artt. 80-82).
Sul piano sociale la Carta si sofferma sul tema dell’accesso ai farmaci e alle tecnologie disponibili da parte della popolazione (art. 91), accesso che ancora oggi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo – soprattutto in quelli caratterizzati da una instabilità politica o da scarse risorse economiche non è garantito a larghe fasce di popolazione e ciò soprattutto nel caso delle cosiddette “malattie rare” e “neglette”, alle quali si accompagna il concetto di “farmaci orfani” (art. 92).
E agli operatori sanitari e le loro Associazioni professionali viene chiesto di farsi promotori di una sensibilizzazione delle istituzioni, degli enti assistenziali, dell’industria sanitaria, affinché il diritto alla tutela della salute sia esteso a tutta la popolazione affinché si arrivi ad una giustizia sanitaria, salvaguardando la sostenibilità sia della ricerca sia dei sistemi sanitari.
Nuovi anche i riferimenti al coinvolgimento nella sperimentazione di minori o adulti incapaci a decidere, su soggetti vulnerabili, su donne in età fertile in situazioni di emergenza.
Infine, in questa sezione si evidenzia il ruolo della consulenza di etica clinica (art. 140) che può aiutare ad individuare conflittualità e dubbi etici, che singoli operatori sanitari, pazienti e familiari possono sperimentare nella pratica clinica, facilitandone così la risoluzione con scelte diagnostico-terapeutiche condivise al letto del malato, nella cornice valoriale propria della medicina e dell’etica.
Nella sezione del morire viene considerato l’atteggiamento davanti al malato nella fase terminale della malattia, luogo di verifica della professionalità e delle responsabilità etiche degli operatori sanitari (art 145).
In questo ambito, un aspetto molto attuale considerato nella carta – oggetto in questi giorni di molte discussioni nel Parlamento italiano – è il riferimento all’espressione in anticipo da parte del paziente delle sue volontà (art. 150) circa i trattamenti ai quali desidererebbe o no essere sottoposto nel caso in cui, nel decorso della sua malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso. La carta afferma che deve essere sempre rispettata la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente, ma il medico non è comunque un mero esecutore, conservando egli il diritto e il dovere di sottrarsi a volontà discordi dalla propria coscienza.
Tema ugualmente rilevante è quello della nutrizione e idratazione, anche artificialmente somministrate (art. 152). Considerate tra le cure di base dovute al morente, quando non risultino troppo gravose o di alcun beneficio.
La loro sospensione non giustificata può avere il significato di un vero e proprio atto eutanasico, ma è obbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che consiste nel procurare l’idratazione e il nutrimento del paziente. Confermata la eticità della sedazione palliativa profonda nelle fasi prossime al momento della morte, attuata secondo corretti protocolli etici e sottoposta ad un continuo monitoraggio.
Sullo sfondo di questa sezione la tutela della dignità del morire (art. 149) nel senso di rispettare il malato nella fase finale della vita, escludendo sia di anticipare la morte (eutanasia), sia di dilazionarla con il cosiddetto “accanimento terapeutico”.
Certamente la Carta non può certamente risultare esaustiva rispetto a tutti i problemi e alle questioni che si impongono nell’ambito della salute e della malattia ma è stata realizzata al fine di offrire linee-guida il più possibile chiare per i problemi etici che si devono affrontare nel mondo della salute in genere in armonia con gli insegnamenti di Cristo, e con il Magistero della Chiesa”.
COME IL SAMARITANO. DALL’INTUIZIONE DI SAN GIOVANNI PAOLO II ALLA PASTORALE DELLA SALUTE
Sugli scopi indicati da Papa Giovanni Paolo II nell’istituire la Giornata Mondiale del Malato si concentra questo sussidio redatto dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI con la collaborazione di esperti, e questo con un duplice sguardo: il cammino compiuto in questi anni e alcune indicazioni utili all’animazione pastorale delle nostre chiese locali nei contesti attuali. Gli autori dei diversi capitoli sono tutti operatori che vivono ogni giorno il prezioso ministero della consolazione, pur in forme e modalità diverse.
Il venticinquesimo anno della celebrazione della Giornata Mondiale del Malato è l’occasione giusta per una riflessione su chi sta male, la malattia e sul cammino di sofferenza; una riflessione che deve però esser utile e costruttiva non solo per il malato, ma per tutte le persone che gli gravitano intorno: dai familiari ai medici, agli operatori sanitari e a quanti, laici o cristiani, decidono di dare il loro supporto al “paziente”. Questo volume raccoglie le testimonianze di chi conosce da vicino l’esperienza della malattia; si tratta di persone che vivono ogni giorno il prezioso ministero della consolazione, pur in forme e modalità diverse. Il libro si propone di illuminare quanti ancora oggi accolgono il mandato di Gesù di predicare il Vangelo e curare gli infermi.
PROVINCIA DI THAILANDIA e DELEGAZIONE DEL VIETNAM
Testo del messaggio del superiore generale ai camilliani della provincia della Thailandia e della delegazione del Vietnam a margine della recente visita pastorale – Bangkok (Thailandia) – Ho Chi Minh City (Vietnam), 7- 28 gennaio 2017. SCARICA QUI IL TESTO
COSTITUZIONE E DISPOSIZIONI GENERALI – TRADUZIONI IN LINGUA
Sono state completate a cura delle rispettive provincie, le traduzioni in lingua thailandese e portoghese della Costituzione e delle Disposizioni generali. Il Superiore generale a norma della DG 158 ne ha approvato la traduzione ed autorizzato la stampa e la diffusione tra i confratelli.
Consultate la sezione “novità editoriali”
AGENDA DEL SUPERIORE GENERALE E CONSULTORI
Dal 18 al 25 febbraio 2017, p. Aris Miranda, dopo essere stato in Nepal per la verifica conclusiva degli interventi emergenziali di CADIS dopo il terremoto in quella regione, è stato presente in India per partecipare al capitolo provinciale di quella provincia religiosa.
Dal 20 febbraio al 1 marzo 2017, p. Leocir Pessini e p. Laurent Zoungrana saranno in visita ai confratelli in Indonesia (sezione formativa). Sarà proposta una serie di conferenze sulla pastorale della salute e sul carisma camilliano ai seminaristi locali.
Dal 27 febbraio al 1 marzo 2017, p. Gianfranco Lunardon sarà presente al capitolo della provincia di Spagna.
Dal 3 al 18 marzo 2017, fr. Ignacio Santaolalla e p. Laurent Zoungrana saranno presenti al capitolo della vice provincia del Benin-Togo.
dal 5 al 10 marzo 2017, p. Leocir Pessini sarà presente al capitolo della provincia siculo-napoletana.
APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI DELL’ORDINE PER L’ANNO 2017
Incontro internazionale dei Parroci Camilliani a San Paolo in Brasile, 19 aprile – 24 aprile 2017. Si ringrazia la Provincia brasiliana che si è fatta carico di tutta l’organizzazione logistica dell’evento.
Corso di formazione dei Superiori Maggiori dell’Ordine
Dal 24 giugno al 2 luglio 2017 sarà organizzato l’incontro – corso di formazione – dei Superiori Maggiori dell’Ordine a Roma, presso la Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Incontro internazionale dei formatori dell’Ordine
Nei giorni 13-19 ottobre 2017, a Roma, sarà organizzato il raduno internazionale dei formatori e dei promotori vocazionali dell’Ordine. Il focus del raduno sarà il confronto e la condivisione per l’aggiornamento del manuale di formazione.
DEFUNTI
I confratelli della provincia polacca comunicano la morte del confratello camilliano p. Franciszek Pilarski (nato il 5 dicembre 1949), avvenuta a Carsavia il 26 gennaio 2017. Ricordiamo p. Franciszek nelle nostre preghiere.
Sabato 18 febbraio 2017, presso l’ospedale ‘St. Antony’ di Nieuwegein (Olanda), è morto il nostro Confratello p. CORNELIS ROELEVELD (Provincia Tedesca – Delegazione Olandese), 86 anni.
Seguirà il necrologio. Necrologio in INGLESE/ ITALIANO
Ricordiamo p. Cornelis nella nostra preghiera al Signore della Vita e della Misericordia!
L’istituto delle religiose Figlie di San Camillo annuncia la morte di suor Mariana Schmidt ANDALUZ avvenuta l’11 febbraio 2017 in Lima Perù; di Suor Concetta Strano avvenuta il 15 febbraio 2017 a S. Alfio di Catania e di suor Nazzarena Pozzoli (97 anni di età e 64 di professione religiosa)
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2017
La Parola è un dono. L’altro è un dono
Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte. E sempre questo tempo ci rivolge un forte invito alla conversione: il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore» (Gl 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore. Gesù è l’amico fedele che non ci abbandona mai, perché, anche quando pecchiamo, attende con pazienza il nostro ritorno a Lui e, con questa attesa, manifesta la sua volontà di perdono (cfr Omelia nella S. Messa, 8 gennaio 2016).
La Quaresima è il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Alla base di tutto c’è la Parola di Dio, che in questo tempo siamo invitati ad ascoltare e meditare con maggiore assiduità. In particolare, qui vorrei soffermarmi sulla parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro (cfr Lc 16,19-31). Lasciamoci ispirare da questa pagina così significativa, che ci offre la chiave per comprendere come agire per raggiungere la vera felicità e la vita eterna, esortandoci ad una sincera conversione.
L’altro è un dono
La parabola comincia presentando i due personaggi principali, ma è il povero che viene descritto in maniera più dettagliata: egli si trova in una condizione disperata e non ha la forza di risollevarsi, giace alla porta del ricco e mangia le briciole che cadono dalla sua tavola, ha piaghe in tutto il corpo e i cani vengono a leccarle (cfr vv. 20-21). Il quadro dunque è cupo, e l’uomo degradato e umiliato.
La scena risulta ancora più drammatica se si considera che il povero si chiama Lazzaro: un nome carico di promesse, che alla lettera significa «Dio aiuta». Perciò questo personaggio non è anonimo, ha tratti ben precisi e si presenta come un individuo a cui associare una storia personale. Mentre per il ricco egli è come invisibile, per noi diventa noto e quasi familiare, diventa un volto; e, come tale, un dono, una ricchezza inestimabile, un essere voluto, amato, ricordato da Dio, anche se la sua concreta condizione è quella di un rifiuto umano (cfr Omelia nella S. Messa, 8 gennaio 2016).
Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto. La Quaresima è un tempo propizio per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo. Ognuno di noi ne incontra sul proprio cammino. Ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore. La Parola di Dio ci aiuta ad aprire gli occhi per accogliere la vita e amarla, soprattutto quando è debole. Ma per poter fare questo è necessario prendere sul serio anche quanto il Vangelo ci rivela a proposito dell’uomo ricco.
Il peccato ci acceca
La parabola è impietosa nell’evidenziare le contraddizioni in cui si trova il ricco (cfr v. 19). Questo personaggio, al contrario del povero Lazzaro, non ha un nome, è qualificato solo come “ricco”. La sua opulenza si manifesta negli abiti che indossa, di un lusso esagerato. La porpora infatti era molto pregiata, più dell’argento e dell’oro, e per questo era riservato alle divinità (cfr Ger 10,9) e ai re (cfr Gdc 8,26). Il bisso era un lino speciale che contribuiva a dare al portamento un carattere quasi sacro. Dunque la ricchezza di quest’uomo è eccessiva, anche perché esibita ogni giorno, in modo abitudinario: «Ogni giorno si dava a lauti banchetti» (v. 19). In lui si intravede drammaticamente la corruzione del peccato, che si realizza in tre momenti successivi: l’amore per il denaro, la vanità e la superbia (cfr Omelia nella S. Messa, 20 settembre 2013).
Dice l’apostolo Paolo che «l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali» (1 Tm 6,10). Essa è il principale motivo della corruzione e fonte di invidie, litigi e sospetti. Il denaro può arrivare a dominarci, così da diventare un idolo tirannico (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 55). Invece di essere uno strumento al nostro servizio per compiere il bene ed esercitare la solidarietà con gli altri, il denaro può asservire noi e il mondo intero ad una logica egoistica che non lascia spazio all’amore e ostacola la pace.
La parabola ci mostra poi che la cupidigia del ricco lo rende vanitoso. La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l’apparenza maschera il vuoto interiore. La sua vita è prigioniera dell’esteriorità, della dimensione più superficiale ed effimera dell’esistenza (cfr ibid., 62).
Il gradino più basso di questo degrado morale è la superbia. L’uomo ricco si veste come se fosse un re, simula il portamento di un dio, dimenticando di essere semplicemente un mortale. Per l’uomo corrotto dall’amore per le ricchezze non esiste altro che il proprio io, e per questo le persone che lo circondano non entrano nel suo sguardo. Il frutto dell’attaccamento al denaro è dunque una sorta di cecità: il ricco non vede il povero affamato, piagato e prostrato nella sua umiliazione.
Guardando questo personaggio, si comprende perché il Vangelo sia così netto nel condannare l’amore per il denaro: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24).
La Parola è un dono
Il Vangelo del ricco e del povero Lazzaro ci aiuta a prepararci bene alla Pasqua che si avvicina. La liturgia del Mercoledì delle Ceneri ci invita a vivere un’esperienza simile a quella che fa il ricco in maniera molto drammatica. Il sacerdote, imponendo le ceneri sul capo, ripete le parole: «Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai». Il ricco e il povero, infatti, muoiono entrambi e la parte principale della parabola si svolge nell’aldilà. I due personaggi scoprono improvvisamente che «non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via» (1 Tm 6,7).
Anche il nostro sguardo si apre all’aldilà, dove il ricco ha un lungo dialogo con Abramo, che chiama «padre» (Lc 16,24.27), dimostrando di far parte del popolo di Dio. Questo particolare rende la sua vita ancora più contraddittoria, perché finora non si era detto nulla della sua relazione con Dio. In effetti, nella sua vita non c’era posto per Dio, l’unico suo dio essendo lui stesso.
Solo tra i tormenti dell’aldilà il ricco riconosce Lazzaro e vorrebbe che il povero alleviasse le sue sofferenze con un po’ di acqua. I gesti richiesti a Lazzaro sono simili a quelli che avrebbe potuto fare il ricco e che non ha mai compiuto. Abramo, tuttavia, gli spiega: «Nella vita tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti» (v. 25). Nell’aldilà si ristabilisce una certa equità e i mali della vita vengono bilanciati dal bene.
La parabola si protrae e così presenta un messaggio per tutti i cristiani. Infatti il ricco, che ha dei fratelli ancora in vita, chiede ad Abramo di mandare Lazzaro da loro per ammonirli; ma Abramo risponde: «Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro» (v. 29). E di fronte all’obiezione del ricco, aggiunge: «Se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti» (v. 31).
In questo modo emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello.
Cari fratelli e sorelle, la Quaresima è il tempo favorevole per rinnovarsi nell’incontro con Cristo vivo nella sua Parola, nei Sacramenti e nel prossimo. Il Signore – che nei quaranta giorni trascorsi nel deserto ha vinto gli inganni del Tentatore – ci indica il cammino da seguire. Lo Spirito Santo ci guidi a compiere un vero cammino di conversione, per riscoprire il dono della Parola di Dio, essere purificati dal peccato che ci acceca e servire Cristo presente nei fratelli bisognosi. Incoraggio tutti i fedeli ad esprimere questo rinnovamento spirituale anche partecipando alle Campagne di Quaresima che molti organismi ecclesiali, in diverse parti del mondo, promuovono per far crescere la cultura dell’incontro nell’unica famiglia umana. Preghiamo gli uni per gli altri affinché, partecipi della vittoria di Cristo, sappiamo aprire le nostre porte al debole e al povero. Allora potremo vivere e testimoniare in pienezza la gioia della Pasqua.
Dal Vaticano, 18 ottobre 2016 Festa di San Luca Evangelista
Francesco
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