Paolo Guarise
Chiariamo subito: nessun miracolo del quale è necessario inviare gli atti alla Congregazione dei Santi, a Roma, per gli accertamenti dovuti. Tuttavia ciò di cui parliamo può ugualmente essere definito un miracolo perché è stato elargito dopo quarant’anni di insistente richiesta. Purtroppo diverse persone che avevano atteso questo “miracolo” non ci sono più; hanno fatto in tempo ad invecchiare e … morire.
Il miracolo è questo: dopo 40 anni di suppliche la strada che conduce all’ospedale di Tabaka, Diocesi di Kisii (Kenya) è stata asfaltata! E’ un tratto di soli cinque chilometri, che da Nyachenge porta al villaggio di Tabaka. E’ vero, è strada di montagna, che supera un notevole dislivello, ma non era questo il problema che l’aveva fatta diventare una strada difficile da percorrere. Il problema era un altro, quello della pioggia! Quando pioveva la strada diventava impraticabile a motivo del fondo scivoloso, composto di terra rossa, che mista all’acqua diventava una granda saponata a causa della quale le auto slittavano per ogni dove, andando a finire, spesso e volentieri in uno dei fossati di scolo che fiancheggiano i due lati della strada. Quante volte il P. Mario Cattaneo è stato chiamato d’urgenza per tirare fuori dal fossato la macchina sfortunata che vi era scivolata dentro. Doveva prendere il camioncino dell’ospedale, armarsi di un cavo e partire, giorno o notte che fosse, al recuperro del malcapitato.
Non credevo proprio ai miei occhi, dunque, domenica 8 dicembre, quando con i novizi sono andato a Tabaka per unirmi alla gioia di due confratelli – Charles a Dominic – che quel giorno facevano la professione perpetua. Un bel nastro d’asfalto si stendeva davanti a noi, liscio ma dalla presa stabile, che in pochi minuti ci ha portato al Tabka Mission Hospital. Quante sofferenze ha causato quella strada sterrata. Quanti malati, già sofferenti a motivo della loro condizione, hanno affrontato il martirio degli scombussolamenti e delle ammaccature causati dall’ondeggiare dell’ambulanza o del matatu che percorreva quei cinque chilometri che non finivano mai! Più di qualche donna ha partorito durante il breve tragitto a causa degli sballottamenti della macchina.
Era il luglio del 1976 quando i Camilliani giunsero a Tabaka per assumere la direzione dell’ospedale. Fin dai primi anni avevano fatto presente alle autorità civili la necessità di rendere la strada “passabile” ; dopotutto si chiedevano solo cinque chilometri di asfalto! Ogni volta che c’erano le elezioni amministrative non mancava il politico di turno che metteva l’asfaltatura della strada come la priorità del suo programma politico. Queste promesse sono durate 43 anni… fino a quando, qualche mese fa, non è giunto a Tabaka il Deputy President, Onorevole William Ruto, il quale ha promesso che la strada sarebbe stata fatta. Presto. Questa volta la promessa è stata mantenuta. Onore al merito (però ci sono voluti più di 40 anni!).
Fratel Fabio Zeni, P. Francesco Spagnolo, P. Rino Meneghello, Fr. Valentino Gastaldello, P. Gian Marco dal Bon, P. Pietro Cunegatti non hanno avuto la fortuna di ammirare questo nastro d’asfalto che – ora – in pochi minuti porta dalla strada principale di Kisii-Rongo all’ospedale di Tabaka. Eppure quante volte l’anno percorsa, quando era ancora di terra rossa, magari dopo avere già percorso già 350 chilometri provenendo da Nairobi, portando medicine o altre provviste che si trovavano solo nella capitale. Giunti a Kisii si pregava il Signore che la pioggia aspettasse ancora un po’ a venire, affinché si potesse giungere a Tabaka in tempo, prima del solito acquazzone/temporale che rendeva il fondo stradale viscido, fangoso, impassabile, con il terrore di slittare a destra o a manca, senza ritegno… Sì, perchè a Tabaka non è che piova ogni tanto, come succede in tante parti dell’Africa. A Tabaka piove quasi ogni giorno, tra le due e le cinque del pomeriggio, magari per soli dieci minuti, però la pioggia giunge a secchiate, mista a forte vento. Ciò è dovuto alla posizione geografica in cui si trova Tabaka, posta sulla sommità di una collina, dove facilmente si scontrano i venti caldi provenienti dal vicino Lago Vittoria con quelli freddi delle Highlands (Terre Alte). Tabaka si trova a 1500 metri sul livello del mare, circa all’altezza del Monte Grappa per intenderci.
Il motivo che ci aveva portato a Tabaka – lo ripetiamo – è stata la professione dei voti perpetui di Charles e Domenico, due Camilliani che nel prossimo febbraio 2020 verranno ordinati diaconi. Hanno completato i loro studi teologici l’anno scorso a Nairobi e poi hanno trascorso l’anno di pastorale in diverse attività di ministero della Delegazione del Kenya. Charles ne ha approfittato per fare un corso di CPE, mentre Dominic si è iscritto al Corso per Infermieri Professionali proprio nella Scuola per Infermieri del Tabaka Hospital, dove risiede.
In questi ultimi tempi il Tabaka Hospital è bene amministrato dal direttore P. Elphas Kolia e dall’Economo P. Reuben Njagi, i quali lavorano in stretta collaborazione con il Clinical Officer in Charge (direttore sanitario) P. David Opondo e il cappellano P. Martin Njau. Da qui si vede che tutta la gestione è in mano a religiosi camilliani locali, anche se gli ultimi “wazungu” (lett. bianchi) – P. Francesco Avi e Fr. Albano Balzarin – sono rimpatriati solo un paio d’anni fa. Le atttività cliniche e pastorali sono numerose e ben organizzate. L’ospedale ha aperto un ambulatorio a Suneka, circa a metà strada tra Tabaka e Kisii, la Scuola per Infermieri ha aperto le porte agli allievi maschi (una volta era appannaggio solo delle ragazze), è stato formato il gruppo della Famiglia Camilliana Laica, alla fine della cerimonia delle Professioni sono state consegnate targhe di benemerenza allo staff di lungo servizio (e alta fedeltà): qualcuno dei premiati ha lavorato a Tabaka fin dalla fondazione dell’ospedale, vale a dire per oltre quarant’anni! La gestione dell’ospedale è piena di entusiasmo e creatività, tanto che alla fine della cerimonia delle Professioni l’amministratore P. Reauben ha lanciato il Five Year Development Plan (Piano di sviluppo quinquennale).
Se tutto questo è avvenuto con la strada vecchia, chissà con quale rapidità procederà ora Tabaka, con quel veloce nastro d’asfalto che la collega Tabaka al resto dell’Africa!
I Camilliani su Facebook
I Camilliani su Twitter
I Camilliani su Instagram