L’Autore Michele Funghi, architetto studioso di architettura tardo-barocca, nella sua monografia: “Carlo Francesco Bizzaccheri 1655 -1721 Architetto romano tra Barocco e Arcadia”, delinea in maniera puntuale la figura dell’architetto romano, Carlo Francesco Bizzaccheri (1655 -1721) il cui lavoro, incentrato sugli stili Barocco e Rococò, si svolse prevalentemente a Roma apportando uno sviluppo e una progressiva innovazione nel tessuto urbanistico della città, in quella Roma illuminista, erigendola a modello dell’urbanistica europea, non snaturandone, al contempo, la sua essenza sacrale. Ma la sua impronta la possiamo ritrovare anche in molti edifici di culto. Il Bizzaccheri operò per molti anni come architetto dei Ministri degli Infermi. Dal 1680 al 1684, fu impegnato nella realizzazione della «fabbrica nuova» della casa generalizia di S. Maria Maddalena. Nel lavoro fu affiancato dal confratello camilliano, Giacomo Amato, architetto palermitano, che aveva il compito di supervisore dei lavori, avvalendosi dei numerosi disegni e piante da questi dedicati al complesso architettonico della Maddalena. Tra tali elaborati vi è una rappresentazione dell’intero isolato trapezoidale della Maddalena in cui è riportata la soluzione progettuale ideata nel 1680 dal Bizzaccheri, esempio questo di come il corredo tecnico e stilistico dei due interpreti si arricchisca di stimoli e reciproche contaminazioni. Altre opere di rilievo sono: la cappella di San Nicola in chiesa, l’atrio di accesso al convento, esempio di arte stucchiva tardo-seicentesco insieme al corridoio sul lato meridionale del cortile, una loggia al primo piano e lavori eseguiti nel cortile del complesso della Maddalena. (Cfr. pp. 56-65)
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