Mangano, studentato dedicato a Nicola D’Onofrio

Nicola D’Onofrio allo studentato di Mangano
Intitolata al giovane Servo di Dio camilliano una casa di formazione in Sicilia

di Alfredo Tortorella, professo temporaneo

Da alcuni anni la Provincia Siculo-Napoletana dei Ministri degli Infermi ha aperto la casa di formazione per i candidati alla vita religiosa camilliana presso l’Istituto Giovanni XXIII di Mangano di Riposto, struttura che da quarant’anni si occupa dell’assistenza diurna dei disabili psichici residenti nella zona di Catania.

Lo scorso 2 giugno la casa di formazione – che attualmente ospita tre postulanti e tre professi temporanei – è stata intitolata al Servo di Dio Nicola D’Onofrio, professo temporaneo camilliano scomparso a Roma nel 1964 a causa di un tumore. La celebrazione dell’intitolazione dello studentato è avvenuta alla presenza del Superiore Generale dei camilliani, p. Renato Salvatore, accompagnato dal Consultore p. Paolo Guarise.

 

L’occasione ha permesso un raduno “in piccolo” della “Grande Famiglia di San Camillo” presente ad Acireale e dintorni, circa quaranta persone, tra confratelli, Figlie di san Camillo, Ministre degli Infermi, Missionarie degli Infermi di Cristo Speranza, Ancelle Missionarie camilliane, Famiglia Camilliana Laica e volontari delle nostre opere. Dopo l’Eucarestia è stato benedetto il ritratto di Nicola. Alla cerimonia ha partecipato il Vescovo di Acireale mons. Pio Vittorio Vigo da sempre paternamente vicino alle realtà camilliane presenti in diocesi.

 

Dedicare la casa di formazione a Nicola D’ Onofrio ha avuto una certa rilevanza per il fatto che il Servo di Dio è stato uno studente camilliano e come tale si pone in maniera naturale quale figura di riferimento a chi è in cammino su tale strada; ma oltre il suo status, parla al cuore la sua malattia improvvisa e la conseguente morte: eventi forti e sconvolgenti che possono essere monito agli studenti camilliani nel “non dare per scontati” gli anni di formazione.
 

Due frasi di Nicola D’Onofrio, tratte dagli appunti spirituali, sono state collocate accanto alla sua immagine: “Noi siamo qui per potere servire Dio nei malati, le persone a lui più care” e “Buon religioso non è colui che parla molto di Dio, ma chi parla molto a Dio, ossia prega”. 

                                         

Se le frasi di Nicolino ci ricordano due “pilastri” della vita religiosa camilliana, ossia il ministero ai malati e la preghiera che genera la spiritualità, padre Renato Salvatore ha trattato un tema altrettanto fondamentale per i religiosi: quello della comunione. Nell’omelia della Messa p. Renato ha ricordato come il ministero comune sia l’espressione di un carisma che lo Spirito non ha dato solo a san Camillo e a quelli dopo di lui, bensì all’intera Chiesa per il suo stesso bene: da qui, ha esortato padre Renato, l’importanza della “sinergia” nella collaborazione tra le varie realtà camilliane quale espressione della comunione; ai formandi, inoltre, ha ricordato l’importanza della formazione di base partendo da quella spirituale: senza essa non c’è fondamento per nessun altro tipo di successiva formazione religiosa. Che la nostra casa di Mangano possa diventare dunque una “scuola di spiritualità”, come ha affermato padre Renato citando l’Esortazione Apostolica post-sinodale Vita Consecrata . Lo sguardo sereno di Nicolino ci suggerisca il modo per addentrarci in questa “scuola”: conservare la consapevolezza, anche nella prova e nella difficoltà, che mai il nostro Dio è  un “Dio lontano” !