Quasi sedicimila casi accertati.
Non si arresta l’epidemia di ebola
Ginevra, 27. La comunità internazionale cerca di aumentare l’impegno per arginare l’epidemia di ebola che ha colpito dall’inizio dell’anno l’Africa occidentale, ma il contagio… continua a diffondersi. Secondo gli ultimi dati diffusi ieri a Ginevra dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e aggiornati a domenica scorsa, i morti sono già 5.689 su 15.935 casi di contagio accertati. Nei tre Paesi dell’Africa occidentale più colpiti dall’epidemia — Guinea, Sierra Leone e Liberia — sono stati registrati seicento nuovi casi nell’ultima settimana. In particolare, secondo l’Oms, la situazione sta peggiorando in Sierra Leone dove meno del 70 per cento dei malati sono stati isolati e dove il numero di persone contagiate sta crescendo costantemente ed è ormai arrivato a 6.599. Dalla Sierra Leone è arrivato un appello agli Stati Uniti a inviare aiuti militari per arginare la diffusione del virus, replicando l’operazione umanitaria che sembra aver dato buoni risultati in Liberia.
Nel frattempo, la missione delle Nazioni Unite per l’emergenza dell’ebola (Unmeer) ha confermato l’ormai imminente apertura di un suo centro anche in Mali, dove il virus è arrivato dalla Guinea e dove due giorni fa le autorità sanitarie hanno confermato due nuovi casi di contagio. La decisione fa seguito alla visita della settimana scorsa nel Paese del responsabile dell’Unmeer, Anthony Banbury, e a un colloquio tra il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, e il presidente maliano, Ibrahim Boubacar Keïta. «L’Unmeer è impegnata a sostenere gli sforzi di risposta all’ebola del Governo del Mali», ha assicurato Banbury, sottolineando che «il Paese ha registrato pochi casi per ora e questo significa che c’è la possibilità di mettere fine velocemente alla diffusione del virus prima che diventi una crisi vera, esattamente come in altri Paesi».
L’azione dell’Unmeer si concentrerà essenzialmente lungo tre direttive: rafforzare la risposta operativa del Paese, rinforzare il suo livello di preparazione e aiutare il coordinamento transfrontaliero degli sforzi delle autorità maliane e di quelle della Guinea.
Proprio a Conakry, la capitale della Guinea, è atteso oggi il presidente francese, François Hollande, per fare il punto sul dispositivo contro l’epidemia che ha già causato la morte di 1.200 persone in Guinea e ha avuto pesantissime ripercussioni anche sotto l’aspetto economico. Hollande arriva a Conakry alla vigilia della riunione dei Paesi francofoni a Dakar, in Senegal, venerdì e sabato, riunione che tra i temi in agenda ha anche la lotta contro l’ebola.
Sulla questione sembra sul punto di intensificarsi anche l’impegno dell’Unione europea. Fonti della Commissione di Bruxelles citate dalle agenzie di stampa hanno riferito ieri di un appello ai Governi dei ventotto Paesi membri affinché aumentino gli sforzi per arginare l’epidemia, con l’invio in Africa occidentale di almeno cinquemila medici, oltre ad altro personale.
Fonte: “L’Osservatore Romano”, venerdì 28 novembre 2014, p. 2. PDF
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