L’infinito si è fatto finito

natale 2016in Carlo Carretto, Al di la’ delle cose

Gesù

O ineffabile mistero!

Dio ha preso la natura d’uomo, si è degnato di nascere dalla Vergine per renderci partecipi della sua divinità (dalla liturgia natalizia).
Per compiere l’impossibile, il Dio dell’impossibile fece Lui il primo passo.
Ciò che l’uomo non poteva fare nella sua marcia verso Dio, Dio lo fece nella sua discesa verso l’uomo. Per far sì che l’uomo potesse entrare nella famiglia di Dio, Dio entrò nella famiglia dell’uomo.

L’invalicabile è stato valicato per la prima volta dall’alto al basso nell’Incarnazione.
Ciò che non era mai avvenuto, che Uno di lassù che conosceva le cose di lassù scendesse tra noi, è avvenuto in Gesù.
L’invisibile si è fatto visibile, l’intoccabile si è reso toccabile nel Cristo.
La storia è stata percorsa da un brivido di vita poiché Gesù ne è diventato attore: il cosmo è diventato un’ostia giacché il Verbo ha preso carne da una donna vivente nel cosmo.

Dio si è fatto uomo, il Verbo si è fatto figlio. L’immensità si è fatta limite.

L’infinito si è fatto finito.

L’ inconoscenza si è fatta conoscenza.

L’onnipotenza si è fatta bimbo.

L’immutabile si è fatto sofferenza.

La perfezione si è coperta di peccato.

La vita è penetrata nella morte.

L’amore si è fatto Resurrezione.

Gesù si è fatto nostro fratello.

Ciò che è avvenuto è talmente straordinario da renderci inebetiti di sorpresa: il fatto è talmente unico da giustificare ogni incredulità. E non dobbiamo stupirci se molti uomini rimangono perplessi: dovremmo stupirci del contrario.
Ci vuole coraggio invincibile della fede ad affermare che Dio si è fatto uomo.
Ci vuole la rivelazione del Padre per credere che Gesù sia il Cristo di Dio.
Ci vuole la rivelazione del Padre per credere che Gesù sia il Cristo di Dio.
Ci vuole tutta la piccolezza della mente e l’umiltà del cuore per entrare in un simile mistero. È inutile discuterne.
Lasciate che gli uomini cerchino, amino, e troveranno.

Ognuno di noi ha la sua storia; ognuno di noi deve percorrere il suo sentiero con pazienza e tenacia. Presto o tardi questa nostra storia, questo nostro sentiero s’incontrerà, s’intersecherà con la storia su cui cammina Gesù.
Ed è allora, e solo allora, che viene il momento della scelta, dell’accettazione, del sì o del no. È certa però una cosa: fintanto che non abbiamo accettato Lui, testimoniato Lui come figlio di Dio, mancherà qualcosa alla nostra vita, ci sarà come un’ombra sotto il nostro solo, una nostalgia alle nostre aurore, un’inquietudine nelle nostre notti.

È fatale!

E se avete incontrato qualcuno che ha trovato la risposta al mistero della vita e la pace del cuore senza Gesù, venite a dirmelo perché io non ho trovato nessuno.
Per me ho incominciato a conoscere Dio da che ho accettato Gesù come verità, ho trovato la pace vera da quando ho cercato la sua intimità, soprattutto ho conosciuto la gioia, la gioia vera e al di là di tutte le vicissitudini, da quando ho assaporato e vissuto il dono che è venuto a portarci: la vita eterna.