Di Mario Bizzotto in Camillianum- Libri di storia e spiritualità camilliana – Vari, N.2, 1999, 187-212
Il dolore è un’esperienza culturale che non è compressibile al di fuori della storia o dell’insieme dei condizionamenti entro i quali è vissuta. L’uomo di cultura greca soffre in modo diverso da quello di cultura cristiana, moderna e postmoderna. Si possono contare tante forme di esperienza di dolore quante sono le forme di cultura. Certamente si danno anche dei caratteri comuni nelle diverse epoche astraendo dalle situazioni contingenti. Chi però dovesse seguire questa direzione, deve sapere che la sua analisi abbandona il campo dell’esistenza e fa della sofferenza un’idea.
Accettato il condizionamento storico si tratta di individuare i caratteri distintivi che la sofferenza viene assumendo nel tempo postmoderno. Per capire lo spirito della nuova epoca alla quale noi pure apparteniamo potrebbe servire il richiamo al titolo molto significativo d’un’operetta di Nietzsche. Al di là del bene e del male. Nietzsche intende porsi al di là dei principi ontologici della tradizione classica e dei principi gnoseologici dell’epoca moderna. Non c’è più la solita realtà dell’essere e conseguentemente neppure la distinzione di vero e falso, bene e male, bello e brutto.
Le linee di demarcazione non sono più così marcate come si pensava. Ora si va appunto al di là di tutte incrostazioni culturali. Si tenta un accostamento alla realtà prescindendo dalla stesa nozione di essere.
In questa cornice anche l’esperienza del dolore subisce un contraccolpo rispetto alla tradizione. Si libera da tutte le costruzioni di ordine religioso, morale, filosofico e dagli stereotipi ideologici. Si tenta l’impresa impossibile di spingersi al di là dell’apparato culturale.
Lo stacco dalla tradizione avviene a diversi livelli: logico, storico, psicologico, religioso, tecnico-sociale. In ognuno di essi si esplica qualcosa del dolore: il non-senso, la casualità, l’atteggiamento auspicabilmente impassibile, il rifiuto d’un progetto redentivo ultraterreno e lo sforzo di eliminare i segni dei patimenti causati dalla miseria. Nonostante la nuova sensibilità resta problematico scindere in modo drastico l’epoca moderna della postmoderna.
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