In “San Camillo de Lellis” di Felice Ruffini edizioni Velar
Sulla via di Manfredonia
1 febbraio 1575: Camillo con somaro e ceste contenenti “una soma di tagliolini” parte alla volta di S. Giovanni Rotondo, destinazione Convento di S. Maria delle Grazie, per cambiarli in buon vino. Il momento di Dio per Camillo viene da un fraterno scambio tra due Comunità di Frati Cappuccini.
Arriva sul tardi pomeriggio. Scaricato il somaro, rifocillato da un buon pasto, inizia col Guardiano del Convento p. Angelo, un colloquio deciso passeggiando sotto il pergolato spoglio dell’orto.
Lenta e dolce la voce del vecchio frate parla di Dio e della vita dell’uomo: Dio è tutto. Il resto, tutto il resto, è nulla! Salvare l’anima che non muore, è l’unico impegno per chi vive una vita breve e sospesa come quella dell’uomo sulla terra”.
Il gigante composto per metà d’orgoglio e l’altra di testardaggine, comincia a sgretolarsi. Non parla, ma il suo cuore è commosso e in tumulto. Passa la notte in bianco. Al mattino, 2 febbraio festa della Purificazione dell’Immacolata Madre di Dio, la Beata Vergine Maria, dopo aver ascoltato la Messa e ricevuto la candela benedetta, saluta p. Angelo raccomandandosi alle sue preghiere e riparte col suo somaro verso Manfredonia.
La luce tenue e rossastra del primo sole si rifrange sulle cime pietrose del Gargano, e illumina la strada tortuosa che s’impenna per tuffarsi poi verso il mare, attraverso un’orrida valle.
Martellanti come gli zoccoli dell’asino sul pietrisco, gli risuonano nella mente le parole di p. Angelo: “Dio è tutto… il resto è nulla”.
È questioni di attimi, poi Camillo si ritrova singhiozzando come un bimbo, inginocchiato tra le pietre che spuntano tra cardi e rovi, e grida a Dio percuotendosi con violenza il petto: “Signore ho peccato! Perdona a questo peccatore! Misero e infelice me, che per tanto tempo non ti ho conosciuto, mio Dio, e non ti ho amato! Dammi tempo di fare penitenza e di piangere a lungo i miei peccati, fino a lavorare con le lagrime ogni macchia di essi… non più mondo… non più mondo!”.
La Grazia questa volta ha vinto. È caduta finalmente su terreno fertile e disponibile. Troppe volte nel passo Camillo aveva fatto il sordo! Ma il Signore non l’ha abbandonato ed è ripassato bussando alla sua porta.
Ha 25 anni e deve ricominciare daccapo. La Chiesa celebra l’Anno Santo e dona il perdono generale.
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