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L’Inno “akathistos” è una forma di preghiera molto cara ai cristiani delle Chiese orientali. È un inno liturgico, da eseguirsi in piedi (la parola “greca “akathistos” significa “non seduto”). Nella sua struttura classica è composto da 12 strofe più lunghe e con ripetute acclamazioni, alternate con altre 12 strofe più brevi e discorsive con “alleluia” finale. A queste 24 strofe, dette anche “stanze”, se ne può aggiungere una, conclusiva dell’intero Inno, che lo riassume tutto, esprimendo sentimenti di riconoscente gratitudine.
L’Inno akathistos in onore di santa Maria Maddalena, è una lunga preghiera che ripercorre la vita di questa discepola del Signore, così come si può intuire dalle narrazioni evangeliche. In questo modo viene concesso anche a noi, che vogliamo ripercorrere l’avventura interiore della Maddalena di metterci alla ricerca del Maestro e di riconoscere la sua Voce, di incontrare il suo Volto e di affidarci con gioia ai comandi del suo amore e della sua volontà.
Il Vangelo scelto è quello che ci consegna la narrazione di questo evento di grazia, raffigurato anche nell’icona che abbiamo letto nel capitolo precedente e che potrebbe accompagnare la celebrazione dell’Inno.
Le parole delle 24 stanze dell’Inno si rivolgono direttamente a Maria Maddalena e ci fanno dialogare con lei, per ripercorrere con i suoi occhi alcuni episodi evangelici nei quali compare una figura femminile, erroneamente associata dalla tradizione e da alcuni antichi studiosi con la stessa Maria Maddalena. Un posto particolarmente ampio occupa l’evento pasquale di Cristo Signore che ha segnato in maniera straordinaria la vita di questa discepola di Gesù.
La preghiera finale ci fa avvicinare nuovamente a questa donna riassumendo i suoi tratti fondamentali, già incontrati nel corpo dell’Inno e affidandole ancora una invocazione da portare davanti al Volto del Signore. A conclusione di tutto viene proposta la sequenza gregoriana “Victimae paschalis”. Questo antico inno liturgico, che da secoli la Chiesa canta nella solennità di Pasqua e per tutta l’Ottava, esprime la fede dei cristiani nel Signore Risorto e racconta, in un dialogo immaginario, l’esperienza di Maria Maddalena al sepolcro di Gesù.
Facendo memoria di Maria Maddalena, la discepola che ha fedelmente servito Cristo, la donna che ha perseverato nelle tenebre del Golgota, la mirofora che ha vegliato in attesa del Giorno Ottavo, la prima evangelista, cantiamo in suo onore un inno che sveli la bellezza e che manifesti la gioia di incontrare il Risorto. Raccomandiamo noi stessi gli uni gli altri e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
Perché tu sei la nostra luce e risurrezione, o Cristo Dio,
e a te rendiamo gloria, insieme al Padre tuo e Padre nostro, e al santissimo, buono e vivificante Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Vangelo della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni (Gv 20,1.11-18)
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
Maria stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto. Parola del Signore.
Salve, Maria Maddalena,
donna che hai incontrato il Signore!
Hai seguito fedelmente Cristo Gesù, il Signore
e, per prima, lo hai visto risorto.
Supplica dunque il Signore perché ci siano donate
la vera pace e la grande misericordia.
INNO AKATHISTOS
- Immagini del primo incontro
Sulle rive del lago, ti è apparso il Signore che cercavi. C’era una tempesta nel tuo cuore che da sola non potevi placare, o Maria Maddalena. La sua voce era l’eco dolcissima di un canto che veniva da lontano:“Vieni, sorella mia, e vedrai i prodigi di Dio”. Con lo stesso tuo improvviso stupore, cantiamo al Maestro che giunge quando il discepolo è pronto.
- I primi passi dietro a Gesù
Lo seguivi per strade e villaggi, portando con serena fatica il suo giogo dolce e leggero. Nella brezza della sera, passeggiavi con Lui in modesti giardini, in campi biondeggianti per la mietitura e lì, con i Dodici e le altre donne, imparavi i segreti del Regno, limpidi e belli come i giochi inventati dai bimbi. Perciò ti esaltiamo dicendo: Salve, nostra sorella nel cammino. Salve, pellegrina per il Vangelo. Salve, scrigno della fragranza di Cristo. Salve, testimone dei segni dell’Amore.
- Sulle orme del Diletto
Anche i fiori al passaggio del Maestro alzavano il capo e i sassi sorridevano di luce. Tutte le creature in tensione di perenne quiete, sentivano il fascino divino di questo viaggio del Verbo eterno che per amore ha voluto abitare la nostra terra. Seguendo con te, Maria Maddalena, le orme del Diletto che ridesta la primavera, acclamiamo l’unico Signore di tutti.
- La peccatrice perdonata
In casa di un fariseo, i tuoi occhi hanno visto il segno del perdono più grande e più bello. Quel giorno, una donna sconosciuta bagnava i piedi di Gesù con le sue lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli e versava profumo in uno sconvolgente rituale di tenerezza. O soavi lacrime, purificazione di ogni tristezza! La voce divina e dolcissima del Maestro diceva: “È perdonata perché molto mi ha amato”. In quell’istante la sua misericordia ha risposto al grido della tua vita. Perciò ascolta da noi questa lode: Salve, calice di segreto dolore. Salve, balsamo di perdono. Salve, voce silenziosa di chi molto ama. Salve, donna rigenerata dalla grazia.
- Liberata da sette dèmoni
Il tempo del canto era tornato nella tua storia. Prima sette potenze di male ti scuotevano e ti impedivano di amare. Un intreccio obbrobrioso imprigionava la tua libertà, ma la voce di Gesù, possente e sicura, o Maria Maddalena, ha scacciato il dèmone oscuro. In quest’ora, piena delle meraviglie di Dio e del nostro timido amore, cantiamo al Re fortissimo che incatena per sempre il principe delle tenebre.
- Un nuovo orizzonte di salvezza
Per molti era iniziato il viaggio della salvezza: il figlio del carpentiere di Nazaret era infinitamente diverso da ogni uomo nato sulla terra. Parlava con una serena sapienza e la tristezza del passato svaniva, sfiorava con mano lieve il presente con le sue pene ed esso guariva, scrutava un orizzonte lontano e tu, Maria Maddalena, sognavi il suo futuro di passione e di gloria. Perciò a te cantiamo: Salve, amica buona nata per la gioia. Salve, profetessa della nostra speranza. Salve, guida per la vera conversione. Salve, compagna del nostro esodo.
- Alla scuola del Maestro
Alla scuola di Gesù, imparavi a colmare l’attesa di ogni giorno con la Parola che non delude. Egli ti illuminava il cammino verso una nuova lucida consapevolezza: tu che ascoltavi e mettevi in pratica la sua Parola diventavi madre e sorella e sposa sua e del suo Mistero. Con te, al Dio che fa di noi i suoi familiari.
- La donna risanata
Di amore e di angoscia, di tenerezza e di dolore erano fatti i giorni del Maestro che seguivi sempre più da vicino. In ogni persona faceva fiorire nuovi germogli di vita, trovava un tesoro ancora nascosto e di inestimabile valore. Così una donna malata da dodici anni avanzava nascosta tra la folla e veniva sanata sfiorando la frangia del suo mantello. A te che hai visto la forza uscita dal cuore di Gesù, Amico compassionevole di tutti, cantiamo con letizia: Salve, figlia che sai l’umano soffrire. Salve, sorella, amica dei piccoli. Salve, sposa e seguace del Medico celeste.
Salve, madre e alleata della nostra fede.
- La fanciulla ridestata alla vita
La tua domanda di tutti i momenti, Maria Maddalena, era capire chi fosse quel Maestro amato che raccoglieva ogni grido disperato, sconfitto, sfinito. La sua mano si tuffava nel dramma della morte e una fanciulla di dodici anni tornava a danzare la vita davanti allo stupore di tutti. Con te, che hai udito il suo lamento e il suo canto, magnifichiamo il nostro Salvatore.
- Davanti al pane moltiplicato
In un giorno che cominciava a declinare, hai visto il segno del pane, o donna ormai degna di approvazione. Cinque pani, regalati da un ragazzo generoso, sono bastati a Gesù per placare la fame di tutta la folla che lo seguiva. Anche tu hai mangiato quel pane con sapore di Cielo che il Maestro aveva benedetto e spezzato per la fede dei poveri e dei puri di cuore. A te, che comprendi in modo nuovo tutto ciò che esiste, cantiamo: Salve, lievito di fraternità. Salve, spiga donata a Cristo. Salve, frutto vigoroso della grazia. Salve, cesto di rassicurante abbondanza.
- Ovunque di passaggio, come Gesù e con Gesù
I cuccioli hanno tane calde e sicure e gli uccelli del cielo hanno i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non aveva dove posare il capo. Anche tu, donna di infinita dedizione, non disdegnavi quel tempo precario: più di tutto, amavi seguire i passi leggeri di Colui che dovunque portava la consolazione. Per questa elezione privilegiata e bella, cantiamo.
- Nella casa di Zaccheo
Il Figlio dell’uomo veniva a cercare e a salvare ciò che era perduto. I suoi piedi, quel giorno, baciavano le vie di Gerico e il suo sguardo cercava Zaccheo, il ricchissimo pubblicano, il ladro dei poveri. Per la parola del Maestro, la salvezza entrava in quella casa e anche tu, discepola fedele, sedevi al festoso banchetto, dove la potenza dell’Amore muoveva la fantasia della carità. A te, che fai della tua vita un dono, a te cantiamo: Salve, tu che cammini incontro a Cristo. Salve, tu che cerchi il suo regno. Salve, tu che trovi la perla del Vangelo. Salve, tu che sei fortunatissima mercante.
- Lazzaro risorge dai morti
Da quattro giorni, Lazzaro scendeva il sentiero dei morti e tu, Maria Maddalena, hai visto la gloria di Dio. Il Maestro piangeva e gridava: “Lazzaro, vieni fuori!”. I colori del nero e del vuoto cedevano il passo alla luce di Cristo e la notte del nostro amico si faceva giorno nuovo, tutto aperto al sole. Impressionati e commossi, cantiamo a Gesù, vita e risurrezione nostra.
- Verso la Pasqua
I campi dell’abitudine non potevano essere seminati con la novità del Vangelo! Per questo il Maestro stava per essere tradito e consegnato. E chi lo tradiva non aveva consapevolezza che consegnando il Signore, tradiva se stesso e la sua più alta speranza. O Maria Maddalena, quell’ultima Pasqua a Gerusalemme aveva il gusto di tutti i rischi e l’urgenza di ogni compimento. Gesù si nascondeva ma alla festa non poteva mancare. A te, donna di fedeltà cordiale, cantiamo: Salve, donna di smisurata carità. Salve, aroma di mirabile speranza Salve, melodiosa dolcezza della fede. Salve, pane azzimo per la Pasqua del Maestro.
- Alla cena di Betania
Sei giorni prima della Pasqua, nella casa di Betania, hai visto il segno dell’amore. La voce sussurrata e armoniosa del Maestro invitava tutti acercare l’Unico Necessario e Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, correva a prendere un vasetto di preziosissimo nardo e, con gesto gioioso e sereno, tutto lo versava sul capo, sul corpo e sui piedi di Gesù. Il profumo di una duratura primavera riempiva la casa, o Maria Maddalena. Con la prodigalità della sposa che tutta si consegna allo Sposo, insieme a te, ci prostriamo al Signore.
- L’ingresso di Gesù in Gerusalemme
O donna più audace che la terra abbia mai portato, il giorno dopo anche tu gridavi: “Osanna! Sia benedetto il Signore che viene, Gesù, lo Sposo d’Israele, l’Agnello per la Pasqua che libera e salva!”. Rami di palme accarezzavano i tuoi capelli, mentre i piedi calpestavano tanti mantelli stesi in onore del Re mite e buono: stava per giungere l’ora della più terribile gloria. A te, attirata da Colui che ti ha amata nella tua povertà e nella tua ricchezza, cantiamo: Salve, figlia di Sion che esci incontro al tuo Re. Salve, giardino del suo desiderio. Salve, amica che sali con il Diletto il monte dell’incenso. Salve, fiordaliso accarezzato dal Soffio santo.
- L’ultima Cena
Insieme alla Madre, avevi preparato tutto quello che serviva per la giusta e necessaria festa: le erbe della schiavitù, il pane della fretta, la coppa della libertà agognata. A sera, Gesù era venuto a fare Pasqua con i suoi: con il Pane e il Vino, un oceano immenso di luce desiderava penetrare nelle fibre della vita. O Maria Maddalena, tutti in memoria di Lui sarebbero stati i giorni del futuro, ormai dischiusi all’attualità piena e perenne della sua Alleanza d’amore. A Colui che tutto a noi si offre in ogni Eucaristia, cantiamo.
- Verso il giardino dell’agonia
Tristezza e gioia, luce e tenebre intessevano quelle ore di beatitudine. La voce del Maestro fioriva nel comandamento nuovo dell’amore, poi si era fatta canto nell’esodo verso il giardino dell’agonia. Là, le sue lacrime si erano fatte sangue. A te, Maria Maddalena, che vegliavi e pregavi per non cadere in tentazione, innalziamo il nostro inno: Salve, tu che vedi il tradimento dell’Amico. Salve, tu che senti il rinnegamento del Maestro. Salve, tu che ascolti la condanna dell’Innocente Salve, tu che perseveri nella via della Croce.
- Sulla via della Croce
Piangevi su di te, figlia di Gerusalemme! Piangevi tra la folla che premeva da ogni parte, piangevi e ogni lacrima si mischiava a quella delle altre donne. Piangevi e l’urlo del dolore si mischiava a quello dei bambini. Ogni goccia si allargava in un mare amaro e rosso: Gesù, il germoglio fiorito dal ceppo di Jesse, sarebbe morto al duro legno della croce, all’atroce palo della vergogna. Al Maestro che ha sopportato spine, chiodi e croce, cantiamo.
- Presso la Croce
L’avevi seguito fuori dalla porta, sul Golgota infame, portando il tuo dolore come un delicatissimo dono. Elevato da terra, il Maestro ti attirava a sé, ti attirava insieme a Giovanni, alla Madre, ai pochi che ancora osavano guardare quel volto dolente, quel corpo trafitto dall’odio, quel Dio fatto per noi uomo dei dolori, privo di ogni bellezza. A te, che raccogli la voce del suo perdono, diciamo: Salve, sapiente scriba della Croce. Salve, primizia irrorata dal Crocifisso. Salve, amorosa mirra per il Trafitto. Salve, tessitrice della sindone per il suo sabato.
- Nel silenzio del sepolcro
Vedendo il Maestro deposto nel sepolcro, o Maria Maddalena, piangevi e gridavi: “Che spettacolo amaro è questo! Può dunque morire la Sorgente della vita?”. La creazione tutta si scuoteva, gli astri si oscuravano, gli antichi giusti risuscitavano dalle tombe. Nel silenzio del grande sabato, vegliando lo Sposo che riposa, osiamo intonare il nostro cantico.
- Le prime ore dell’alba
Attonita e smarrita, piangevi ormai da tre giorni e da tre notti. Il sabato è passato, neppure da morto hai abbandonato il Maestro: compassione vuole, sei andata a portargli unguenti e lacrime, o intrepida mirofora. Noi dunque solennemente celebriamo la tua intensa premura: Salve, benedetti i tuoi passi che si affrettano al sepolcro Salve, benedette le tue mani che vanno ad onorare il Verbo della vita Salve, benedetti i tuoi occhi che cercano la Luce del mondo Salve, benedetto il tuo cuore che non si rassegna alla morte del Maestro.
- La voce del Maestro
«Maria!». Ed era il Maestro che ti chiamava con la sua voce carica d’affetto, con la sua voce riconoscibile tra mille e mille. Quella benefica rugiada dissipava il tuo tremendo dolore e nelle tue lacrime esplodeva la gioia dell’universo: «Rabbuni!». E dal silenzio del cuore sgorgava una nuova, eterna certezza: “Nessuno ti ha rapito e la fine di tutto diventa l’inizio della nuova storia, della creazione nuova. Mio Signore e mio Maestro: gloria a te!”. Al Re dell’universo che ti è apparso come il custode del giardino, intoniamo il canto di lode.
- Apostola degli apostoli
Con traboccante compassione, a te per prima si mostrava il Maestro. A te che tanto in fretta eri venuta a venerare il suo corpo morto, il Vivente affidava il vangelo della sua risurrezione: “Va’ e porta ai miei fratelli annunci di gioia. Ora salgo al Padre per prepararvi un posto, per elargire al mondo la grande misericordia”. Perciò a te, che sei l’apostola degli apostoli, offriamo l’inno di benedizione: Salve, tu che hai visto il Signore. Salve, tu che hai udito il Maestro Salve, tu che hai corso la via del Vangelo Salve, tu che ad ogni istante intercedi per i credenti.
- Il dono del Risorto
Alzati in fretta, sorella di Cristo, e corri a portare a tutti il dono del Risorto: egli ci ha amato oltre la fine, ci ha salvato con la sua morte e ha fatto di noi il popolo che canta le sue lodi. Alleluia! Alleluia.
PREGHIERA FINALE
O Maria Maddalena, beata di Dio,
tu che hai conosciuto la potenza della sua mano,
prega per noi il Padre che ti ha creata:
ogni voce si unisca al nostro canto per la bellezza dell’universo,
ogni fiore ci porti il suo sorriso,
ogni stella ci innalzi al suo abbraccio.
O Maria Maddalena, amica di Cristo Signore,
tu che sei stata liberata dalla potenza del male,
prega per noi il Figlio che ti ha redenta:
il male che ci abita e che ci incatena
non ci tenga lontano da Lui,
fonte d’amore e di perdono.
O Maria Maddalena, strumento dello Spirito,
tu che hai incontrato il Signore risorto,
prega per noi il Maestro:
la sua Presenza faccia nuove tutte le cose,
la sua limpida luce vinca il nostro timore,
come gemma sbocci in noi la sua misericordia
e il Soffio del suo Spirito ci faccia correre a portare a tutti
il dono che rende grande e bella ogni vita
e che ci fa gridare in ogni luogo e in ogni tempo:
“Cristo, mia speranza, è risorto!”
e vive per sempre con il Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
ACCLAMAZIONI
Salve, compagna silenziosa e splendente
Salve, discepola nascosta e preziosa
Salve, amica triste e luminosa
Salve, sposa afflitta e gioiosa
Salve, sorella dolente e felice
Salve, madre sapiente e bella
Salve, Maria Maddalena.
RACCONTACI, MARIA…
Sequenza gregoriana “Victimae paschali
Victimae paschali laudes Alla Vittima pasquale
immolent christiani: i cristiani innalzino il sacrificio della lode:
Agnus redemit oves, l’Agnello ha redento il gregge,
Christus, innocens, Cristo, innocente,
Patri reconciliavit peccatores. ha riconciliato con il Padre i peccatori.
Mors et vita duello La morte e la vita si sono affrontati
conflixere mirando: in un prodigioso duello:
Dux vitae, mortuus, il Signore della vita, che era morto,
regat vivus. ora, nuovamente vivo, regna.
Dic nobis, Maria, «Raccontaci, Maria:
quid vidisti in via? che cosa hai visto lungo la via?»
Sepulchrum Christi viventis «Ho visto il sepolcro di Cristo vivente
et gloria vidi resurgentis, e la gloria del Signore risorto,
angelicos testes, gli angeli come testimoni,
sudarium et vestes. il sudario e le vesti».
Scimus: Christus surrexisse Sì, ne siamo certi:
a mortuis vere. Cristo è veramente risorto dai morti.
Tu nobis, victor Rex, Tu, Re vittorioso,
miserere. abbi pietà di noi.
Amen. Alleluia. Amen. Alleluia.
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