Città del Vaticano, 7 maggio 2018
Si è concluso ieri il Convegno internazionale “Consecratio et consecratio per evangelica consilia” organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita apostolica.
«Dobbiamo continuare a camminare insieme, in sinodalità, perché lo Spirito Santo parla dove c’è questa armonia di vita fraterna». Lo ha detto il Cardinale De Aviz, Prefetto della CIVCSVA a conclusione dei lavori. Una riflessione, quella sul tema della consacrazione, che ha preso l’avvio in questi giorni e che bisogna continuare a sviluppare, prima di tutto dal punto di vista teologico, a partire dal Concilio Vaticano II e dal Magistero, lavorando insieme agli altri Dicasteri. Così ha affermato Mons. José Rodríguez Carballo, OFM; Arcivescovo Segretario CIVCSVA nel corso del suo intervento conclusivo. «La consacrazione è una realtà dinamica, in itinere… È una identità in relazione, perché il carisma ha un aspetto relazionale. Possiamo essere l’aurora della Chiesa – come ieri ci ha detto il Papa – se camminiamo insieme, in comunione con la Chiesa e in comunione con il mondo».
In questi giorni i consacrati e consacrate di tutto il mondo si sono incontrati condividendo riflessioni ed esperienze sui temi della consacrazione, del carisma, della fraternità e della missione.
«L’esperienza che sto facendo in questi giorni – ha detto Kris Van Damme, consacrato della Famiglia spirituale l’Opera – è di vedere e di incontrare una grande diversità di carismi e di modi di vivere e di intendere la consacrazione. Nonostante la diversità vedo l’unità per amore di Cristo e l’impegno per la Chiesa e una forte esperienza dello Spirito Santo».
Gli fa eco Jeanne Marie Cooper, 33 anni, consacrata dell’Ordo Virginum da circa 10 anni, che svolge la sua professione di giudice e coordinatrice del tribunale matrimoniale nella Diocesi di Winona-Rochester: «In questo Convegno mi sono sentita incoraggiata dall’apertura della Congregazione verso le varie forme di vita consacrata, come l’Ordo Virginum, che sono nuove realtà nella vita della Chiesa. È stata anche una gioia incontrare altre vergini consacrate da tutto il mondo e scoprire quanto simili siano le nostre esperienze personali, nonostante i nostri diversi contesti culturali».
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