Il IV voto nell’epoca contemporanea

In Missione Salute – N. 3/2019

di p. Angelo Brusco

Un interrogativo si affaccia spesso alla mente di molti religiosi camilliani: ha ancora senso il quarto voto che obbliga al servizio dei malati anche con il rischio della propria vita?

Per san Camillo e i religiosi del passato, il “quarto voto” consisteva in un impegno che essi erano spesso chiamati a mettere in pratica. Frequenti epidemie falciavano moltitudini di persone, rendendo reale il pericolo di essere contagiati dal morbo. Ai nostri giorni, con il progresso della scienza e della tecnologia medica, molte malattie contagiose sono state debellate e il rischio di essere contagiati nell’assistenza a  malati colpiti da malattie infettivi è stato notevolmente ridotto.

Al giorno d’oggi, sono piuttosto tati gli esempi di persone che, in alcuni Paesi in via di sviluppo, non hanno esitato ad immolare la propria vita per assistere e curare vittime di infermità contagiose.

L’interrogativo, espresso sopra, non è rimasto senza risposta. Numerosi articoli sono stati scritti per sottolineare il permanere della validità del quarto voto. Nelle Disposizioni generali dell’Ordine camilliano, approvate nel Capitolo generale del 2013, è stato aggiunto un paragrafo in cui vengono enumerate alcune modalità d’attuazione della radicalità di questo impegno, in un contesto sociale molto diverso da quello del passato. Le più significative sono le seguenti: la scelta dei più poveri, l’amore preferenziale per gli emarginati dalla società; l’indispensabile lavoro per mantenersi liberi interiormente senza cedere alle lusinghe di un ostile di vita mondano, che spegne l’ansia per la promozione del Regno; la volontà di aprirsi ai segni dei tempe che invitano a forme nuove di presenza apostolica; la progressiva purificazione delle motivazioni che ci guidano nell’esercizio del ministero in modo da renderle sempre più evangeliche;  la capacità di testimoniare gioiosamente che è perdendo la propria vita che la si guadagna.

Un impegno in uscita

Logo Ufficiale CadisCome ha insegnato san Camillo, l’impegno autentico nella pratica del carisma dell’ordine implica sempre una morte a se stessi, una disponibilità a consumare le proprie energie nel servizio del malato, disponibilità ala cui misura è costituita dall’amore stesso di Cristo, la cui esistenza è stata una pro-esistenza.

Si tratta di disposizioni interiori che favoriscono quell’uscita di cui parla Papa Francesco, che si traduce in iniziative personali e comunitarie a favore di quanti soffrono. Tra queste ultime, a livello di  Ordine va ricordata la Camillian Task Force, voluta dal Capitolo generale del 1995 per intervenire in caso di calamità naturali, anche con il rischio della vita.

Con gli anni, questo organismo si è sviluppato in maniera significativa, divenendo una fondazione denominata CADIS – Camillian Disaster Service International.

Il riconoscimento “ufficiale” del IV voto

L’11 luglio 2017 Papa Francesco ha firmato il Motu Proprio Maiorem hac dilectionem sull’offerta della propria vita per gli altri  perseverando fino alla morte come mezzo per procedere al riconoscimento della santità canonica. Il Motu Proprio inizia con la citazione di Gv 15,13: «Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici» e afferma che, offrire volontariamente e liberamente la vita per gli altri e fino alla fine, significa un’imitazione «vera, completa ed esemplare» di Cristo e merita pertanto essere ammirata ed imitata. Quest’offerta della propria vita diventa pertanto un “mezzo” per raggiungere il fine di ogni cristiano: la santità. Per questo Papa Francesco (cfr. art1) ha aggiunto alle due precedenti condizioni per iniziare l’iter di beatificazione e canonizzazione, che sono il martirio (martirio rosso)  e l’eroicità delle virtù (martirio bianco), anche «l’offerta della vita» (cfr. art. 3). Quest’espressione “offerta della vita” è  spiegata nell’art. 2 del Motu Proprio: «offerta libera e volontaria della vita ed eroica accettazione propter caritetem di una morte sicura e a breve termine. Come non leggere nel documento pontificio un riconoscimento del valore del quarto voto emesso dei religiosi Camilliani con il quale essi promettono «a Dio di voler servire gli infermi anche con pericolo della vita…»?