Cari confratelli,
pace e gioia nel Signore Risorto!
Il periodo pasquale che stiamo vivendo ci ricorda che Gesù ha vinto la morte. Questa buona notizia che ha rivoluzionato il mondo e dona a tutti noi la speranza della vita eterna, ci trasforma in modo tale che tutto il nostro vissuto diventi un vissuto pasquale a lode e gloria del nostro Signore Gesù risorto.
Il nostro ministero camilliano è anche espressione del vissuto pasquale: quando abbondano dolore e sofferenza ci facciamo fedeli compagni di viaggio e umili testimoni di speranza.
Forti del nostro quarto voto, “servire gli infermi anche col pericolo della vita” facciamo del nostro meglio per aprire il cuore degli uomini e delle donne alla luce pasquale. Il nostro Istituto è, come diceva S. Camillo, una fondazione “assai necessaria al cristianesimo, assai conforme al santo Vangelo e alla dottrina di Cristo nostro Signore; egli tanto nell’Antico quanto nel Nuovo Testamento sottolinea questa missione anche con l’esempio della sua santissima vita trascorsa curando gli infermi e guarendo ogni sorta di malattia” (Lettera Testamento).
E dunque è beato chi consumerà la propria vita in questo santo servizio. Non è un merito nostro ma solo pura grazia che ha affascinato prima di noi tanti nostri predecessori che commemoriamo ogni 25 maggio come martiri della carità. In effetti, il carisma che fu riconosciuto dalla Chiesa a S. Camillo e che professiamo con quel voto speciale, porta in sé quella grazia speciale di assistere il prossimo sofferente fino a donare la propria vita.
Fin dall’inizio della nostra storia, Camillo e i suoi compagni si sono distinti non solo col servire gli ammalati ma soprattutto col servirli nelle circostanze difficili e proibitive come nelle pestilenze. Con grande coraggio tanti di loro hanno perso la vita traducendo nei fatti quel quarto voto. Lungo la storia che ci è stata trasmessa, i camilliani, nella Chiesa e nel mondo, hanno sempre tenuto in onore quel “talento così prezioso che nostro Signore ci ha posto nelle mani” e che anche noi professiamo e viviamo come uno dei tesori più importanti del nostro Ordine.
Va custodito e trasmesso con i necessari arricchimenti specifici del nostro tempo, cosi come anche noi l’abbiamo ricevuto. Questo appartiene alla convinzione, alla responsabilità e alla generosa testimonianza di ciascuno di noi che, “mossi dallo Spirito e credendo all’amore di Dio abbracciamo il carisma di misericordia verso gli infermi”, conforme la nostra formula di professione.
Cari confratelli, nella ricorrenza annuale della nascita del nostro fondatore e della commemorazione dei nostri martiri della carità, il mio personale ringraziamento e di tutta la Consulta va a ciascuno di voi per la vostra consacrazione camilliana e per l’impegno quotidiano che assumete per il santo servizio degli infermi.
A ciascuno di voi, ai collaboratori laici e ai giovani che continuano ad abbracciare il nostro carisma, San Camillo continua a mandare le sue “mille benedizioni”. La sua intercessione e la protezione della Vergine Maria salute degli infermi sostengano in voi la forza e la gioia di essere semplicemente e convintamente camilliani.
Pedro Tramontin MI
Superiore Generale
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