Non è per la grandezza delle nostre azioni che noi piaceremo a Dio, ma per l’amore con cui le compiamo.
San Francesco di Sales (1567 – 1622)
Fr. Luca Perletti e p. Samuel Cuarto, in partenza per Makeni in Sierra Leone, condividono con noi alcune attese, progetti e speranze che li accompagnano e sostengono nel loro impegnativo servizio che li attende all’Holy Spirit Hospital, nell’emergenza suscitata in quella terra particolarmente provata dal flagello di Ebola, dove uomini e donne – già duramente provati da una povertà endemica – sono ora tormentati nel corpo, nella salute, nello spirito e nell’indigenza più totale anche da Ebola.
In prossimità del 2 febbraio, in cui facciamo memoria viva del 440° anniversario della conversione di San Camillo, dal pozzo del cuore non può che emergere un passaggio straordinario della nostra storia camilliana: «Fermatevi! Dove andate?! A Milano c’è la peste!». Così alcuni contadini della campagna pavese, nell’inverno del 1594 tentavano di fermare un gruppo di uomini che cavalcavano verso il Ducato di Milano. Saputo dello scoppio del contagio, p. Camillo aveva raccolto mezza dozzina dei suoi compagni, a Genova, ed era partito a spron battuto per portare soccorso. «È proprio per questo che ci andiamo!», rispose dunque senza rallentare la corsa.
A noi spetta coltivare il senso di stima e di amicizia e lo spirito della preghiera affinché Dio sostenga e performi le iniziative di bene di questi nostri amici e confratelli e perché no … mettere mano anche al portafoglio ed “estrarre due denari” (Lc 10,35), come fece il buon samaritano, magari aderendo alla sottoscrizione “Fratelli d’Ebola”!
«A guarire i malati – scrisse Giovanni Papini –
non bastano le medicine, occorre l’amore,
cioè l’alta temperatura dell’anima.
Febbre contro febbre,
spirito contro carne.
Questo ha fatto S. Camillo».
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