Ci sono immagini che dicono più di molte parole. Per me è stato cosi: ho incontrato Nicolino d’Onofrio attraverso una foto. E, a parlare è stato il suo volto raggiante!
Sono stato conquistato da quel sorriso accattivante e puro!
Ed ora, dopo aver terminato in un pomeriggio la lettura dei suoi scritti, mi sembra di poter dire di conoscerlo. Attraverso le sue parole traspare tutta la semplicità e la limpidezza del ragazzo di Villamagna felice del suo cammino e con gli occhi illuminati, fissi sull’infinito. Non c’è nulla di costruito ed artefatto. Nicolino si mostra qual è: un ragazzo abruzzese “doc”, senza fronzoli, schietto e sincero, che non si nasconde dietro le proprie debolezze, ma che fa del suo orgoglio natio la forza per persistere nella scelta di Cristo, per non soccombere sotto i colpi delle proprie debolezze e nulla anteporre alla realizzazione della usa vocazione: essere prete, un prete camilliano.
Una commozione sincera mi ha pervaso quando, leggendo le sue lettere, mi sono riconosciuto in quei tratti di seminarista fervoroso: spontaneo e convinto nelle sue richieste, affettuoso e premuroso nel manifestai i propri sentimenti, specialmente verso la mamma!
Dall’introduzione di Camillo Cibotti – Vescovo di Isernia – Venafro
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