“Il vero problema, scriveva M. Zundel, non è se saremo vivi dopo la morte, ma se saremo vivi prima di morire”. La malattia grave e inguaribile offre al soggetto colpito l’opportunità di fare tesoro del presente, riflettere sul tempo passato e aprirsi con fiducia al domani nella consapevolezza che ogni giorno è un regalo ancora che un diritto.
Al tramonto della vita è importante portare alla luce quei valori umani, spirituali e religiosi che permettono di vivere in pienezza l’ultimo viaggio, dal tempo alla eternità.
Il compito di chi aiuta è di essere farmaci più che dare farmaci, accogliendo e valorizzando le diverse mappe interiori di chi sta per dire addio alla vita e aprirsi al mistero del futuro.
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