L’Ordine dei Ministri degli Infermi (Religiosi Camilliani) vi dà il benvenuto nella Chiesa di «S. Maria Maddalena in Campo Marzio».
Originariamente esisteva qui una chiesa dell’Arciconfraternita del Gonfalone eretta nel XV secolo; nel 1586 l’edificio fu ceduto al Padre Camillo de Lellis, perché potesse farne un luogo di ospitalità e di preghiera per i sempre più numerosi appartenenti al suo Ordine.
I lavori di ampliamento e la trasformazione della Chiesa, su disegno di Carlo Fontana e successivamente di Antonio de Rossi, iniziarono dopo la morte del Santo, avvenuta nel 1614, e furono completati nel 1699. La Chiesa con l’assetto attuale, attribuito all’architetto siciliano Francesco Nicoletti, fu consacrata nel 1727 dal Cardinal Giovanni Ottoboni.
I diversi interventi hanno creato un insieme omogeneo ed estremamente interessante che rende questa Chiesa un indiscusso capolavoro di stile barocco-rococò romano.
Già dalla facciata, portata a termine dall’architetto Giuseppe Sardi nel 1735, si nota come elementi architettonici e decorazioni a stucco siano combinati tra loro in un gioco prospettico tipico dello stile dell’epoca, che accentua i contrasti chiaroscurali e l’effetto di movimento.
Sopra al portone, sotto la grande croce camilliana, si può leggere la dicitura «Indulgenza plenaria perpetua quotidiana pro vivis et defunctis». Questa frase sta a indicare l’indulgenza per il visitatore che sia una persona di fede o che comunque condivida gli insegnamenti dati dalla Chiesa.
L’indulgenza plenaria è rilasciata direttamente dal Santo Padre per motivi di “Grazia” a favore del penitente. In questo particolare caso è stato concesso l’inserimento di questa dicitura in quanto nella chiesa è custodito il “Quadro Miracoloso della Madonna Salute degli Infermi” e il corpo del Santo Fondatore Camillo de Lellis.
L’interno si offre ai fedeli con un unico grande spazio che dalla navata, a forma ottagonale allungata, conduce fino all’altare maggiore e all’abside. La luce ha un ruolo fondamentale in tutta la chiesa, poiché invade con irruenza le superfici esaltando gli apparati decorativi policromi e le copiose dorature, rivelando come in un apparato scenografico la presenza del divino in un gioco suggestivo di luci e ombre, due opposti che sembrano invitare alla fervente preghiera e alla silenziosa meditazione.
Lungo le pareti della navata, nelle sei nicchie ci sono sei statue di notevole valore iconografico in quanto vogliono raffigurare le Virtù della buona confessione: Humilis, Secreta, Simplex, Verecunda, Fidelis, Lacrymabilis.
Alla sfavillante luminosità degli elementi superiori, inondati dalla piena luce che filtra attraverso la stessa cupola e le finestre, si contrappongono zone più intimamente raccolte nella penombra, dove le Virtù poste nelle nicchie presiedono al rito di una devota e pacata partecipazione alla dimensione del Sacro.
I brevi corridoi fra le cappelle laterali sono chiusi da porticine in legno di noce, semplici ed eleganti, con maniglie e ornati di bronzo.
I confessionali sono quelli originali del 1762, intagliati da Giuseppe Palma. Sui loro lati, formelle con altre tarsie, molto raffinate, che ritraggono le immagini di Santa Maria Maddalena, San Camillo, e alcune Scene del Nuovo Testamento. Dello stesso Giuseppe Palma erano gli antichi banchi, oggi perduti, anche questi risalenti al 1762. Quelli ora presenti in chiesa risalgono ad un periodo più recente.
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