Testimone dell’amore fraterno, nonostante tutte le umiliazioni, le sofferenze e i torti subiti: quello della venerabile Maria Aristea Ceccarelli (Ancona, 1883 – Roma, 1971) è l’esempio attuale e potente «di una santità laicale vissuta nella famiglia». A sottolinearlo è stato monsignor Fabio Fabene, segretario della Congregazione delle cause dei santi, che nei giorni scorsi nella Basilica di San Camillo a Roma ha presieduto una Messa di ringraziamento per il riconoscimento delle virtù eroiche della Ceccarelli, avvenuto lo scorso 9 aprile con l’approvazione del decreto da parte di papa Francesco.
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