Roma, 30 novembre 2024
Carissimi Confratelli,
con l’inizio dell’Avvento, cominciamo un cammino che non è semplicemente un viaggio verso Betlemme, ma un periodo che scava nel profondo dei nostri cuori. L’Avvento è una stagione in cui il mondo sembra placarsi, invitando tutti a prepararsi, ad aspettare, animati da una speranza che non delude, viva e profonda. È il periodo in cui dobbiamo fare spazio nelle nostre vite e nei nostri cuori a Gesù, affinché possa venire nel nostro mondo in modo nuovo e potente.
Il significato dell’Avvento per noi religiosi camilliani è particolarmente profondo, poiché rappresenta un invito a rinnovare la nostra missione di servire Cristo nei malati e a prenderci cura dei sofferenti con un cuore aperto. Il messaggio centrale, “un cuore aperto a Gesù”, ci chiama a fare spazio a Cristo non solo nella nostra vita, ma anche in quella di ogni persona che incontriamo. Preparandoci ad accogliere Gesù, ci predisponiamo a riconoscerlo in ogni volto fraterno, a portare il suo amore e la sua compassione in ogni luogo di sofferenza, solitudine e bisogno.
L’Avvento è un cammino verso l’interiorità. Il profeta Isaia ci esorta: “Preparate la via del Signore, raddrizzate, nel deserto, una strada per il nostro Dio” (Is. 40,3). Questa preparazione non è una semplice tradizione rituale, ma una trasformazione profonda. Siamo chiamati a purificare tutto ciò che ingombra i nostri cuori e ci impedisce di essere un ambiente accogliente in cui Cristo possa abitare.
L’Avvento è “un tempo in cui ci incamminiamo insieme verso Betlemme, dove Dio ci attende nella semplicità di un bambino” (Papa Francesco, I domenica di Avvento, 29 novembre 2015). L’Avvento ci invita a ritrovare questa semplicità, ad ascoltare la voce tranquilla di Dio che ci chiama ad amare con tutto il nostro cuore. In questo tempo, siamo chiamati a fare spazio a Cristo, convertendo il nostro cuore, così da accoglierlo con lo stesso stupore e meraviglia di Maria e Giuseppe nella notte del primo Natale.
L’Avvento è anche un cammino di comunità. La nostra vocazione, come Camilliani, è quella di essere una famiglia di fede, unita nella missione di “rivivere l’amore misericordioso sempre presente di Cristo verso gli infermi e di testimoniarlo al mondo” (Costituzione1). Mentre entriamo in questa stagione santa, uniamoci in preghiera e solidarietà nelle nostre province, delegazioni e comunità. San Paolo ci esorta: “Rallegratevi nella speranza, siate pazienti nella tribolazione, siate costanti nella preghiera” (Rm. 12,12). In questo tempo di Avvento, sosteniamoci a vicenda, perseveriamo nella nostra missione condivisa di portare l’amore salvifico di Cristo a chi è nel bisogno. Insieme, possiamo essere luce l’uno per l’altro, incoraggiandoci e ispirandoci reciprocamente per servire con umiltà e gioia.
L’Avvento è il tempo della promessa dell’Emmanuele, “Dio con noi”, che assume la nostra umanità per portare salvezza e guarigione. È questa la promessa che cambia tutto. Gesù stesso ci dice: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28:20). La sua presenza è fonte per noi di conforto e di forza, specialmente nel nostro ministero verso i malati, dove sentiamo la vicinanza di Gesù in ogni gesto di cura e compassione.
San Camillo e i suoi primi compagni percepirono questa chiamata quando fecero la loro prima professione religiosa il giorno 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. In questo giorno, ognuno di noi è invitato a impegnarsi totalmente, ad abbracciare la chiamata a servire Cristo con tutto il cuore. È un giorno per ricordare che le nostre mani sono destinate a essere le sue mani, i nostri cuori il suo cuore, amando i malati, i sofferenti e le persone sole.
Mentre apriamo i nostri cuori a Gesù in questo Avvento, siamo anche chiamati a donarlo agli altri. “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Immaginate se ogni persona che incontriamo potesse avvertire l’amore di Cristo attraverso di noi! Quando ci prendiamo cura dei malati, quando confortiamo chi è in lutto, mostriamo al mondo cosa significa essere discepoli di Gesù. Sforziamoci di diventare un segno di speranza, un faro d’amore, vivendo la nostra vocazione con la compassione e l’umiltà di Cristo.
Questo tempo di Avvento ispiri ciascuno di noi a servire con rinnovata compassione, misericordia, entusiasmo, speranza e gioia, per trovare forza gli uni negli altri, approfondendo i nostri legami fraterni e incoraggiandoci a vicenda con lo spirito dell’amicizia e della fraternità camilliana.
Spero che questo periodo di Avvento ci aiuti a preparare la nostra vita alla venuta di Gesù e che possiamo portare il suo amore e la sua speranza a tutti coloro che incontriamo.
Maria Immacolata, Regina dei Ministri degli Infermi, continui a ispirare, guidare e proteggere ciascuno di noi nella vocazione camilliana, aiutandoci a viverla in pienezza e con gioia.
Vi auguro un Avvento sereno e gioioso, caratterizzato da una autentica accoglienza della nascita del nostro Signore nella nostra vita, nelle nostre comunità e nelle nostre famiglie.
Pedro Tramontin MI
Superiore generale
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