Cari Confratelli,
spero di cuore che questa lettera vi trovi in buona salute e serenità. Stiamo ormai avviandoci verso la conclusione di un altro anno civile e, guardando indietro, non possiamo che ringraziare Dio per le tante benedizioni che ci ha permesso di ottenere. In particolare, ci ha offerto l’opportunità di servire i più bisognosi, soprattutto i malati, nello spirito della nostra vocazione camilliana.
Siamo consapevoli delle difficoltà e delle sfide che affrontiamo lungo il cammino, ma queste non ci impediscono di andare avanti, sorretti come San Camillo dalle parole di Gesù: “Coraggio, andate avanti… quest’opera non è tua, ma mia”. Troviamo conforto anche nella certezza che il nostro fondatore ha affidato il nostro Istituto alla protezione della Madre celeste.
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