CELEBRAZIONE DEL 60° ANNIVERSARIO DELLA PRESENZA CAMILLIANA IN COLOMBIA

I religiosi camilliani della delegazione in Colombia-Ecuador, con il motto “Nella speranza chiamati a servire”, stanno celebrando con entusiasmo questo tempo di grazia e di benedizione.

Come un seme che cade sulla terra, la pianta della carità del servizio ai nostri fratelli malati è giunta in queste terre dell’America Latina da molti anni. Noi celebriamo in modo particolare l’avvenimento  che 60 anni fa, questo seme ha toccato di nuovo il suolo colombiano per continuare a diffondere l’aroma della tenerezza, insegnandoci a servire con il cuore, con l’amore di una madre. Con la vicinanza e la presenza dei religiosi camilliani, dei volontari, della Famiglia Laica Camilliana e di altri collaboratori, come Chiesa abbiamo vissuto due momenti speciali alla luce della fede, illuminati da i nostri pastori.

Alla presenza dell’arcivescovo dell’arcidiocesi di Bogotà, il cardinale Luis José Rueda Aparicio, che ci ha incoraggiato a continuare a essere testimoni della presenza di Cristo che è sempre vicino e presente nella realtà della sofferenza. Ci ha ricordato tre atteggiamenti fondamentali intrinseci alla Chiesa come madre e al nostro carisma di testimoni della vita. Questi atteggiamenti sono la speranza, la fiducia e il discernimento.

Con la speranza ci viene ricordato che, in mezzo al dolore, il Signore Gesù ci assicura che rimane sempre in mezzo a noi e questo è un motivo sufficiente per non lasciarsi invadere dal nemico della disperazione. Al contrario, sperare in Lui è la via che l’uomo di fede sperimenta sempre, perché sa in chi ha riposto la sua speranza.

Con la fiducia-confidenza, egli insiste sul fatto che il mondo ha bisogno di messaggeri che annuncino e ricordino la fiducia che Dio ha riposto in noi chiamandoci figli, sottolineando che la sua presenza è permanente e che ci guarda e ci accoglie sempre.

E per poter vivere con speranza e fiducia, ci dona la virtù del discernimento, per saper distinguere qual è la volontà del Signore nelle nostre azioni e in mezzo alle nostre realtà e alla nostra umanità, mai abbandonata dall’amore paterno che viene dal Signore. Questo primo nutrimento spirituale è stato dato alla presenza e all’intimità dell’incontro dei Superiori Maggiori, tenutosi quest’anno nella città di Bogotà, nel Centro Camilliano di Umanizzazione e Pastorale della Salute, che ci ha accolto.

Un altro momento molto speciale è stato celebrato nella cattedrale primaziale di Bogotà, dove ci siamo riuniti sabato 8 giugno per commemorare il 60° anniversario del carisma della misericordia che San Camillo ha trasmesso attraverso il suo modo di servire coloro che soffrono. Tutta la famiglia carismatica camilliana presente in Colombia, unita alla Chiesa locale e nazionale, eleva la propria gratitudine a Dio perché è Lui che ha fatto germogliare questa pianta di Carità. La celebrazione è stata presieduta da monsignor Alejandro Díaz, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Bogotá, che ci ha invitato a vivere questo momento speciale con la gratitudine nel cuore e a viverlo con gli occhi della fede. A immagine di Cristo medico, che guarisce le sofferenze fisiche e spirituali ma soprattutto è il rimedio definitivo al peccato, ci ha invitato a testimoniare questo amore per chi soffre, essendo oggi quei discepoli missionari di cui il mondo ha bisogno, sull’esempio di Camillo, questo santo abruzzese.

Questa è l’opera del seme della carità che ha avuto due momenti nella nostra terra. Oggi celebriamo la continuità di oltre 60 anni: i primi missionari sono stati invitati dall’allora cardinale Luis Concha, e incoraggiati a vivere questa realtà di pazienza con chi soffre. Le lezioni che questo carisma ci ha insegnato lasciato in ognuno di noi ci spinge a continuare a rispondere alle esigenze di oggi, e dove questo carisma ha molto da contribuire, nel rispetto della vita, della dignità, dell’umanizzazione dei servizi sanitari, ecc. Non dimenticare i più piccoli e dedicarsi fedelmente a questo santo servizio è stato parte del suo invito, sull’esempio di San Camillo di Lellis, e che la croce rossa sul suo petto continui a essere un segno di speranza e di gioia nel nostro Paese. In questo clima di vicinanza e di festa abbiamo potuto unirci per sentirci confortati e incoraggiati a continuare a testimoniare la presenza di Dio in mezzo a noi. Per la Delegazione Colombia- Ecuador è stata una grande opportunità commemorare questo anniversario, uniti nella preghiera con coloro che per vari motivi non hanno potuto viverlo di persona, ma che sono stati seminatori di quei semi che oggi continuano a portare frutto per grazia di Dio.

Siamo veramente grati per quanto abbiamo vissuto, ma anche per la responsabilità di continuare a coltivare questa particolare vocazione di servizio e dedizione. Per questo ringraziamo Dio, l’Ordine dei Ministri degli Infermi, la nostra provincia madre del nord Italia che ci ha permesso di conoscere e portare avanti questo carisma di misericordia attraverso l’azione dello Spirito Santo. Incoraggiati a continuare a servire nella speranza, preghiamo affinché non ci manchi mai la guida e la benedizione di Dio per continuare a essere portatori della sua luce.

p. Diego Fernando MI