Qualche mese fa padre Umberto d’Angelo, camilliano e cappellano all’ospedale San Giovanni in Laterano – Roma – mi ha regalato un volume con la vita di San Camillo e leggendolo, ad un certo punto ho avuto una reazione interiore, così dicendo: “Ma sei un po’ esagerato, Camillo!, soprattutto quando c’è quell’episodio di cui si racconta che una persona vede San Camillo particolarmente abbattuto, sofferente e lui dice: “Certo, sto mangiando pane di dolore” perché aveva visto in quella giornata tutta una serie di situazioni molto faticose, storie di malati che vivevano in condizioni di particolare disagio e di abbandono.
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