In ricordo di fratel Camillus
La presenza del Fratel Camillus in Kenya non non è stata molto lunga, ma ciò nonostante il ricordo di lui è ancora assai vivo.
È venuto in Kenya nel 1987 e fu assegnato al Tabaka Mission Hospital come infermiere, ma non ci è stato molto tempo perché, a motivo del suo carattere estroverso, chiese di andare a Nairobi dove poteva entrare in contatto con più persone.
A Nairobi fu inserito nella Comunità di Bolech House/Caledonia, precisamente nella residenza del Seminario San Camillo di Langata, dove ha lavorato come economo e come promotore vocazioale. La sua presenza nel team di formazione è stata rilevante, in particolare sotto l’aspetto morale e spirituale, poiché era l’ anziano del gruppo. Per i giovani seminaristi era davvero il mzee (anziano in linguaggio swahili), che è una figura essenziale nella cultura africana. In effetti era un esempio di saggezza, gentilezza e bontà. Puntuale nella preghiera, rispettoso della vita della comunità, Fratel Camillus era molto gioviale nel trattare con le persone, disposto a conversare e familiarizzare con tutti. Il suo compito principale era di rispondere alle lettere che i potenziali seminaristi gli scrivevano, chiedendo di essere accettati nella nostra casa di formazione. Nelle sue risposte era sempre aperto, ottimista, pronto ad accogliere i giovani in seminario in buon numero. Penso che la sua innata bontà e il calore tipico del suo modo di fare abbiano attirato i giovani Keniani ad entrare dai Camilliani più di molte parole o incontri vocazionali. La sua presenza, in particolare quando indossava la veste bianca camilliana, era attraente ed invitante ed egli si comportava dignitosamente da “prima donna” negli incontri denominati “Vieni e vedi” con i potenziali seminaristi.
Se devo descrivere in poche parole il temperamento di Camillus, direi che era una persona allegra e gentile, un camilliano felice! Negli anni che ho passato insieme a lui nel Seminario S. Camillo di Nairobi non l’ho mai visto triste o arrabbiato. Al contrario, l’arrivo di Camillus sulla scena, che fosse a tavola, o nel corso di una discussione, o in un raduno spirituale portava una nota di gioia e distensione.
Indimenticabili sono state le ore trascorse con lui attorno ad una tazza di tè, specialmente alla sera dopo che gli studenti si erano ritirati nelle loro stanze. Era solito ricordare, con ricchezza di particolari, il tempo trascorso in Inghilterra (dove una volta ha avuto la fortuna di prendere il tè con la Regina!), in Australia, in Italia e naturalmente in Irlanda. Era orgoglioso di descrivere come era solito scegliere bei posti per il relax. Nel prendersi cura degli anziani in qualità di infermiere, sapeva come occuparsi delle signore anziane di modo che – alla loro partenza definitiva – lasciassero parte dei loro beni alla Chiesa. Camillo era noto alle case religiose intorno al seminario poichè tornando da Karen – una cittadina situata nella periferia di Nairobi – dove andava a fare le provviste di cibo e a prendere la posta (l’e-mail non era ancora nata in quell’epoca) si soffermava presso questa o quella casa religiosa e conversava con gli inquilini dei quali molti erano europei.
Quando comperava da mangiare non mancava mai di comprare il burro perché, da buon irlandese ne era ghiotto. Un giorno ho preso il coraggio a due mani e gli ho detto: “Camillus, non ti sembra di esagerare spalmando tutto quel burro sulla tua fetta di pane? Non è che farà schizzare in alto il tuo colesterolo?”. “Nessun problema a tal riguardo, Paolo – rispose -; mia mamma ha mangiato chili di burro ed è vissuta fino a 87 anni. I nostri corpi sono abituati a tale dieta “. Ora devo ammettere che aveva ragione. In effetti, nonostante quella “debolezza” ha raggiunto 97 anni!
Chiedo scusa se ho ecceduto nel descrivere certi aspetti pittoreschi e un po’ mondani della sua vita. Tuttavia devo asserirre che Fratel Camillus era un uomo di preghiera, un buon religioso fedele ai suoi doveri, un amante della vita ma soprattutto un amante di Dio, di Maria e di San Camillo. Sono certo che i giovani seminaristi del Kenya – me incluso, dato che al quel tempo ero giovane – hanno tratto molta ispirazione dal suo comportamento gioviale, gentile e generoso. Sono sicuro che, lassù, continuerà a intrattenere le persone con il suo impareggiabile senso dell’umorismo.
Paolo Guarise.
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