Pietro e Gesù: il vangelo vive della loro relazione, conflittuale e profonda come solo i legami autentici possono esserlo. Proprio per questo il loro rapporto costituisce il paradigma di ogni autentica sequela del Signore. Dalla chiamata sul lago al triplice rinnegamento, la vita di Pietro si dispiega “tra alti e bassi”, tra crisi profonde e scelte appassionate, rivelando così tutte le possibilità dell’animo umano: dedizione, accoglienza, rispetto, amore, ma anche paura, rifiuto, ostinazione, ribellione e perfino il tradimento dell’amicizia e di quei valori profondi che Pietro si illudeva di aver ormai fatto suoi, ma che – in realtà – non gli appartenevano ancora. Nella vicenda del discepolo, ognuno di noi può rileggere qualche tratto della propria vita e della propria identità, perché egli è personaggio universale, talmente vero da metterci in crisi. Pietro tocca il fondo quando rinnega il Maestro, ma così facendo, egli non solamente tradisce un amico, non soltanto rinnega la ragione della propria vita: piuttosto, perde se stesso. Solo a questo punto, Pietro risorge e diventa un uomo nuovo. Riconciliato con sé e con Gesù, potrà guidare il gruppo dei discepoli perché il Maestro, che non aveva mai perso la fiducia nei suoi confronti, è disposto, ancora una volta, a confermarla: “Tu sei Pietro” (Mt 16, 18), per sempre! (dalla Presentazione)
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