Configurato in eterno a Cristo Sacerdote

Non posso far altro che contemplare con stupore e gratitudine quanto il Signore ha compiuto per me lo scorso 27 settembre. Sacerdote in eterno! Il mio cuore sobbalza nel ripetere questa espressione. Che grande mistero! Il giorno dell’Ordinazione, avvenuta nella Basilica Pontificia di S.Antonio di Padova in Afragola (Napoli), mia città di origine, è stato il momento in cui davvero ho rivisto tutta la mia vita come una preparazione per quel momento. L’ Arcivescovo di Napoli Battaglia, per la cui imposizione delle mani e preghiera di ordinazione sono stato configurato in eterno a Cristo Sacerdote, mi ha esortato nell’omelia a non distogliere mai lo sguardo dal Cuore di Cristo, a conservare l’intimità con lui. Ma, sopratutto, mi ha esortato a non temere di accostarmi alle sofferenze dei fratelli, ad assumerle su di me per portarle sull’altare.

Questo è il cardine del sacerdozio camilliano! San Camillo mi ha davvero accompagnato durante il tempo di preparazione all’Ordinazione. E la sua presenza è stata concreta attraverso la Reliquia del suo Cuore in Basilica. Abbiamo vissuto un triduo intenso prima del 27 settembre alla presenza del Cuore di San Camillo. Afragola ha vissuto dei giorni di Grazia in cui tante persone e tanti sofferenti hanno potuto accostarsi a questo Gigante della Carità, intercessore di guarigione e di consolazione presso Dio. Questo momento è stata l’occasione anche per sperimentare la bellezza della fraternità con la comunità francescana che anima la vita del Santuario. Sant’Antonio e San Camillo assieme hanno fatto risplendere la bellezza di una vita dedicata a Dio nel sacerdozio e sono stati per me compagni di viaggio e testimoni di questa grande opera del Signore nella mia vita.
Sono felice. Felice di essere sacerdote camiliano! Felice di avere dei confratelli che in questi giorni mi hanno accompagnato e sostenuto con la loro preghiera e il loro affetto! Felice di sperimentare di essere un canale di Grazia attraverso le mie mani consacrate! Già in questi giorni, proprio in ospedale, ho vissuto la bellezza dell’amministrare i Sacramenti
della Riconciliazione e dell’Unzione degli Infermi.

Ho toccato con mano che realmente Cristo agisce e opera attraverso la mia debolezza. Ed è questa debolezza ad essere consegnata sull’altare durante l’Eucarestia, assieme alla vita dei miei fratelli e sorelle.

Grazie, Signore! Grazie, San Camillo!
A tutti voi, cari amici, chiedo la carità della preghiera perché sia sempre più unito a Cristo per dare la mia vita per coloro che Egli mi affida.

p. Mariano Pio Servadei, MI