I Camilliani in Africa
Trenta nuove case per lebbrosi nel Centro S. Camillo di Paspagna
Centre des lépreux de Saint-Camille 30 nouvelles maisons pour les pensionnaires
Centro per lebbrosi San Camillo. Trenta nuove case per i malati
di Abdou Karim Sawadogo
(Fonte: “L’Observateur paalga” de Ouagadougou – 5/01/2011)
??Il Centro S. Camillo di “Paspanga”, – quartiere di Ouagadougou (n.d.t.) -, esiste dal 1970 ed accoglie i malati di lebbra, esclusi dalla società insieme alle loro famiglie. Anche se questo “centro” non è così conosciuto come quello delle donne accusate di stregoneria, e cioè il centro Delwende a Tanghin, altro quartiere di Ouagadougou (n.d.t.), tuttavia accoglie anch’esso persone bisognose.
Essi sono state vittime delle inondazioni del 1° settembre 2009, che ha portato via le loro case di fango, il loro cibo, ecc. Dopo averli soccorsi con cibo per l’urgenza, il Nunzio Apostolico Mons. Vito Rallo ha condiviso le sue preoccupazioni per loro con gli amici, che hanno contribuito con circa 29 milioni di FCFA, utilizzati per la costruzione di 30 case con materiali solidi a favore di 30 famiglie di lebbrosi, nella misura di circa 1 milione per ogni casa.
È con gioia che i beneficiari delle casette e gli abitanti del quartiere di “Paspanga” si sono mobilitati per accogliere il Rappresentante del Papa in questo paese, che era accompagnato per l’occasione da S. Ecc. Mons. Philippe Ouédraogo, Arcivescovo Metropolita di Ouagadougou.
Canti di lode al Signore, danze tradizionali “kigba” e balletti ” peulh” hanno segnato la cerimonia, e ciascuno secondo quello che sentiva ha espresso la sua gioia. Per il rappresentante dei lebbrosi, Rasmané Compaore, la Chiesa cattolica li ha portati sempre nel suo cuore e non ha mai cessato di fornire loro ogni tipo di aiuto: cibo, assistenza, ecc.
Secondo Fratel Vincenzo Luise, responsabile del centro, “i malati devono avere il sorriso, la gioia e l’amore di Dio. Essi meritano rispetto e dignità”. E l’Arcivescovo ha aggiunto che “se la Chiesa non mostra pietà, ella non è di Dio”.
Nel suo discorso, il portavoce del Vaticano ha detto che la lebbra non è una punizione divina. “La lebbra del cuore, il peccato, la mancanza di amore è peggio della lebbra fisica”, ha detto prima di esortare: “Pregate per coloro che si sentono più felici di voi, ma che soffrono di lebbra interiore”. Prima di partire, il Prelato Philippe Ouédraogo ha promesso di ritornare per celebrare una Messa al centro.
Discorso tenuto il 5 gennaio scorso dal Nunzio Apostolico in Burkina Faso, S.E.R. Mons. Vito Rallo durante la cerimonia di consegna delle chiavi delle trenta case costruite dalla Nunziatura Apostolica per famiglie di lebbrosi.
Eccellenza Monsignore Philippe OUEDRAOGO, Arcivescovo Metropolitano di Ouagadougou,
Caro Fratel Vincenzo LUISE,
Caro Padre Salvatore PIGNATELLI,
Cari fratelli e sorelle,
Ney yibeoogo…. (Buon giorno….)
Laafi bala….(Sto bene.…)
La Parola di Dio che è stata proclamata ci parla di uno dei grandi miracoli di Gesù (Lc 17,11-19). C’erano 10 lebbrosi che hanno sentito parlare di Gesù e dei miracoli che Egli compiva in favore dei malati. Secondo la mentalità dell’epoca, la loro malattia era dovuta a una punizione che Dio li ha inflitti per motivo dei loro peccati. Erano allora visti come persone impure, che dovevano vivere lontano dagli uomini, ed erano considerati come maledetti da Dio e dagli uomini. Questi dieci lebbrosi portavano fortemente la speranza che solo Gesù potrà guarirli. Nella loro invocazione, notiamo infatti la fede che hanno in Gesù: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi”. La loro fede è stata ricompensata; sono stati tutti guariti, ma uno solo di loro è tornato a ringraziare Gesù.
Cari fratelli e sorelle provati nel vostro corpo dalla malattia della lebbra, la mia presenza qui, insieme al vostro Arcivescovo, vuole essere una testimonianza d’amore per voi. Dio vi ama; Dio non vi ha puniti con questa malattia. Le malattie, come le altre disgrazie, non sono segni della punizione o della maledizione di Dio. Sono provocate da tante cause naturali che si trovano attorno a noi: mancanza d’igiene, malnutrizione, contatto con oggetti infestati ecc.
Il Signore Gesù, incarnandosi, ha preso su di se il nostro male, le nostre sofferenze, il nostro dolore e ci ha dato un segno del suo amore quando ha operato i miracoli di guarigione dei malati. Tutti i suoi miracoli sono un segno dell’amore di Dio.
Questo amore di Dio si manifesta anche a vostro favore attraverso la presenza di Fratel Vincenzo e dei suoi collaboratori che, con tanto amore, vi assistano e vi aiutano. La loro presenza tra voi e la loro sollecitudine in vostro favore sono un segno tangibile dell’amore di Dio per voi.
Sappiate che esiste un’altra lebbra, che non si vede con gli occhi della carne; si tratta della lebbra del cuore, la lebbra del peccato che è ben più temibile che la lebbra fisica.
Per motivo di questa lebbra Gesù è morto sulla croce per salvarci di essa. Ma vediamo che tanti uomini sono rimasti insensibili a questo amore di Dio. Non soltanto non riconoscono l’amore che Dio ha avuto per loro, ma continuano anche a vivere allegramente in questa lebbra. Preghiamo per questi fratelli e sorelle che pensano essere più felice di voi ma ignorando che, a causa della loro malattia ben peggiore della vostra, possano condannarsi.
Questo giorno è un giorno molto importante per 30 famiglie della vostra comunità perche oggi, queste 30 famiglie riceveranno una chiave, una chiave della loro casa, una casa che è frutto d’un dono della Provvidenza.
Dopo le alluvioni del 1° settembre 2009, sono stato informato da Fratel Vincenzo della difficile situazione nella quale si trovava questa comunità. Infatti, le alluvioni avevano distrutto le provvista di cereali e di medicine, lasciando anche alcuni famiglie senza risorse e senza casa. Avevo immediatamente dato qualche milioni di franchi per parare al più urgente – compera di medicine e di cereali – promettendo allo stesso tempo di venire qui per una visita.
Quando sono venuto per la prima volta, vi ho guardato negli occhi, vi ho stretto la mano, ho accarezzato i vostri bambini e vi ho detto qualcosa di molto importante.
Gesù, nel Vangelo, ci dice che Dio è il Padre di tutti e non priva nessuno del suo amore e dei benefici della sua Provvidenza. Lui stesso dice: “Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, ne raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre” Mt 6,26.
Se vi ricordate vi avevo detto: “ Se quello che Gesù ha detto è vero, e Fratel Vincenzo, durante 37 anni, ci ha dimostrato che Dio è Padre, vi esorto a pregare perche Dio faccia pervenire al Nunzio Apostolico la somma necessario per la costruzione di 30 case. Dopo questa visita, ho inviato una e-mail a tutti gli amici che conoscevo, con qualche foto della mia visita, e la Provvidenza ha fatto il resto. Nell’intervallo di due mesi ho ricevuto dagli amici italiani, spagnoli, messicani e coreani , la somma di euro 45.000, equivalenti a franchi CFA 29.518.065 (vinti nove milioni cinque cento diciotto mila sessanta cinque), e è questa somma che ha permesso a Fratel Vincenzo e a Padre PIGNATELLI di fare costruire queste 30 case a costo unitario di euro 1.500, cioè franchi CFA 983.935 (nove cento ottanta tre mila nove cento trenta cinque) per ogni casa. In ognuno delle case, una placa d’identificazione e di ricordo, impressa a nome della famiglia che vi ha offerta la casa, è stata collocata.
Di tutto questo, dobbiamo rendere grazie a Dio. Egli è veramente il Padre di tutti e di maniera ancora speciale di voi che vivete con tante difficoltà di salute.
Vivendo questo momento con voi, auguro fortemente che l’incontro di questo giorno aiuti a fare prendere coscienza ai vostri concittadini che a Ouagadougou esiste anche la vostra comunità che ha bisogno del loro aiuto, del loro sostegno e del loro amore.
Ora, desidero ringraziare Fratel Vincenzo LUISE che, da 37 anni, vive accanto a voi. Egli è l’angelo inviato da Dio per consolarvi, per assistervi e aiutarvi. Un grazie anche al gruppo di volontari che aiuta Fratel Vincenzo e che sono ugualmente i vostri angeli custodi. Un grazie a Padre PIGNATELLI che ha seguito i lavori durante la malattia di Fratel Vincenzo. Un grazie a coloro che hanno costruito le case e a coloro che hanno collaborato alla loro realizzazione.
Desidero infine dire una parola di ringraziamento speciale all’Arcivescovo Metropolitano di Ouagadougou, Monsignore Philippe OUEDRAOGO, che ha voluto portarvi il suo sostegno, la sua benedizione e assicurarvi che i cattolici di Ouagadougou sono vicini a voi.
Chiediamo alla Vergine Maria di avere cura di ciascuno di voi e delle vostre famiglie. Che sotto la sua costante protezione, l’assistenza della Provvidenza non vi manchi mai di fronte ai vostri bisogni e che la benedizione di Dio Onnipotente discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen!
Wênd na kôd vêere! (Auguri di buon anno!)
Wênd na nîng-y fâa barka! (Che Dio vi benedica tutti!)
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