Domenica 13 luglio 1614, padre Camillo fa leggere il suo Testamento Spirituale da lui stesso dettato al suo confessore, p. Mancini, mentre contempla il Quadro della Misericordia da Lui ideato e fatto dipingere. Quadro che testimonia quanto fosse necessaria per Camillo la rassicurazione della salvezza donata da Dio rievocata dalla visione del sangue del suo Figlio.
Volle che vi si raffigurasse la Santissima Trinità. Cristo sulla Croce. Alla destra e alla sinistra due Angeli, con calici d’oro in mano, che raccolgono il sangue che fuoriesce dalle piaghe di Gesù. Sopra la croce vi è Dio Padre, con lo Spirito Santo in forma di colomba e altri due Angeli ai due lati che offrono al Padre Eterno i calici di sangue in remissione dei suoi peccati. Ai piedi della croce, alla destra (sinistra per l’osservatore) vi è la Beatissima Vergine in preghiera e a sinistra (destra per l’osservatore), San Michele Arcangelo quale difensore delle anime nell’ultimo passaggio. Inoltre raccomandò che il pittore facesse sgorgare abbondante sangue e che fosse ben rosso: «Fate che dalle piaghe di Gesù esca sangue assai, acciò io vedendo tanta abbondanza di sangue, maggiormente abbia speranza di mia salute». Fu accontentato oltre i suoi desideri, perché il pittore ai piedi del crocifisso ritrasse Camillo con l’invocazione che tanto gli era cara: “Parce famulo tuo, quem pretioso sanguine redemisti”.
Olio su tela del XVII sec. conservato presso il museo della Casa Generalizia.
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