Bernard Kinvi, camilliano operante in Repubblica Centroafricana, è tra i finalisti dell’Aurora Prize, che ogni anno premia, “una persona o un gruppo di persone che hanno messo a rischio la loro vita per consentire ad altri di sopravvivere”. Il premio, è stato instituito da Vartan Gregorian, Noubar Afeyan e Ruben Vardanyan, i co-fondatori di 100 VITE, un progetto creato per ricordare gli individui e le istituzioni che hanno salvato le vite dei molti armeni durante il genocidio di 100 anni fa.
A p. Bernard Kinvi è stato chiesto uno o più nomi di organizzazioni a cui devolvere la somma di 1 milione di dollari messo in palio dall’Associazione. P. Kinvi in accordo con la Consulta generale dell’Ordine ha deciso di utilizzare il compenso del premio per realizzare o portare avanti i progetti di promozione della salute pubblica, in particolare per le comunità dei paesi africani in cui come religiosi camilliani abbiamo strutture sanitarie per i malati e di formazione per gli operatori locali.
Negli ultimi 40 anni, l’assistenza ai malati senza alcun tipo di distinzione religiosa o razziale è stato il nostro modo di costruire ponti di dialogo e di pace.
La storia di p. Kinvi
Bernard Kinvi è un sacerdote camilliano che dirige l’ospedale della missione cattolica a Bossemptele, nord-ovest della Repubblica Centrafricana. Quando nel 2013 è scoppiata nel paese una brutale guerriglia, p. Kinvi è riuscito a salvare la vita a centinaia di musulmani che erano rimasti assediati nei loro villaggi. Recuperandoli dalle loro case li ha messi a riparo nella sua chiesa. In risposta le milizie a maggioranza cattolica, noti come anti-Balaka, hanno iniziato ad attaccare le basi Seleka, quelle cioè di minoranza musulmana. I capi della Fazione Seleka sono riusciti a fuggire lasciando i civili ad affrontare le forze anti-Balaka. Città dopo città i musulmani sono stati attaccati e massacrati, le loro case e le loro mosche distrutte.
Uno degli attacchi più crudeli è avvenuto a Bossemptele, dove le forze anti-balaka hanno ucciso più di 80 persone. P. Kinvi per molti giorni ha cercato i musulmani sopravvissuti, molti di loro erano ragazzi, una volta trovati li ha portati con sé nella sua Chiesa per metterli in sicurezza. Nonostante le ripetute minacce di morte del gruppo anti-Balaka p. Bernard è riuscito a salvare durante il conflitto un centinaio di persone. Nel marzo del 2014, le forze di pace presenti in Africa hanno evacuato la maggior parte dei musulmani presenti a Bossemptele e li hanno trasferiti in Camerun. Questi si sono aggiunti ai 100.000 musulmani che avevano già lasciato il paese. Circa 70 persone, tra cui più di una dozzina di bambini disabili, sono rimasti nella missione cattolica, poiché ritenuti troppo deboli per affrontare il viaggio.
Imperterrito p. Kinvi ha continuato ad accogliere i Musulmani. Contando solo sulle forze recentemente sta cercando di far ricongiungere con le loro famiglie le persone che sono rimaste nella missione. Nel 2015 p. Bernard Kinvi ha ricevuto il premio Human Rights Watch per il suo coraggio e la dedizione che ha dimostrando proteggendo i civili della Repubblica Centroafricana.
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