M. Bizzotto, I valori e il cuore dell’Uomo, Ed. Camilliani.it, Verona, 2014, pp. 259
Molti e diversi sono i temi sui quali il testo presente richiama l’attenzione. Tutti portano ad un denominatore comune: al quotidiano, alla realtà sommersa della storia feriale, umile e inappariscente, eppure tanto importante da interessare quasi per intero il corso dell’esistenza.
È strano che quanto più una cosa ci è vicina tanto più tende scivolare lontana dalla coscienza. La si vive ma non la si pensa, anzi proprio perché la si vive, non si ha più bisogno di pensarla. Solo nel caso essa venga a mancare o subisca un danno, la si avverte. Davanti a La quercia caduta il poeta esclama: era così bella! Il suo rimpianto è anche il nostro. Esso sta a dire che la quercia non era sola là lungo la strada, era piantata anche dentro la nostra anima. La sentiamo come se ci appartenesse. Non è perciò solo caduta, ci è anche tolta. Questa ed altre esperienze del disincanto non sono però abituali. Dopo di esse ecco il tempo di riprendere il suo ritmo quotidiano, eccoci a confronto con le nostre abitudini e le nostre emozioni: gioie, apprensioni, malanni, lavoro, riposo, feste, incontri
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