La misericordia verso gli infermi: raccontare la propria storia per tenere viva l’identità

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Presentazione dei volumi Storia della Provincia Piemontese e Storia della Provincia Siculo-napolenata presso la Casa Generalizia

Papa Francesco nella sua lettera apostolica indirizzata a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata (28 novembre 2014) ci invitava a fare i conti con la nostra storia e la nostra memoria, coltivando un profondo senso di gratitudine. «In questo Anno sarà opportuno che ogni famiglia carismatica ricordi i suoi inizi e il suo sviluppo storico, per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa così tanti doni che la rendono bella e attrezzata per ogni opera buona (cfr Lumen gentium, 12).

Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva l’identità, così come per rinsaldare l’unità della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri. Non si tratta di fare dell’archeologia o di coltivare inutili nostalgie, quanto piuttosto di ripercorrere il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti, i valori che le hanno mosse, a iniziare dai Fondatori, dalle Fondatrici e dalle prime comunità. È un modo anche per prendere coscienza di come è stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto affrontare e come sono state superate. Si potranno scoprire incoerenze, frutto delle debolezze umane, a volte forse anche l’oblio di alcuni aspetti essenziali del carisma. Tutto è istruttivo e insieme diventa appello alla conversione. Narrare la propria storia è rendere lode a Dio e ringraziarlo per tutti i suoi doni».

Nella bolla di indizione dell’Anno santo della Misericordia (Misericordiae Vultus, 15) invece ci invitava a riflettere in modo del tutto speciale «sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. … Non possiamo sfuggire alle parole del Signore: e in base ad esse saremo giudicati: se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e prigioniero (cfr Mt 25,31-45). In ognuno di questi “più piccoli” è presente Cristo stesso. La sua carne diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura».

È in questo contesto di vita ecclesiale – Anno della Vita Consacrata e Giubileo della Misericordia – che venerdì 11 dicembre 2015, nella nostra Casa Generalizia, che custodisce la memoria storica, incandescente del nostro Fondatore san Camillo de Lellis, e la freschezza ancora intatta della sua intuizione originaria, sono stati presentati gli ultimi due volumi pubblicati nella Collana di ricerca storica sulle provincie camilliane più antiche: un’opportunità ulteriore per comprendere come nel corso del tempo si sia sviluppata la continuità di un’intuizione davvero anticipatrice: il carisma della misericordia di Dio verso la persona malata, colta nella sua dimensione olistica (corpo, anima, spirito, relazione, sentimento …).

Le restrizioni imposte dai limiti (cristianamente peccati) umani, caratteriali, comunitari e sociali a volte hanno offuscato questo obiettivo, … ma leggendo queste pagine emerge sempre con forza un dato: il carisma originario vince sempre ed apre sempre pagine nuove!

 

  1. Storia dell’Ordine di San Camillo. La Provincia Piemontese, a cura del prof. Walter Crivellin. La provincia piemontese viene fondata nel 1835, ma raccoglie un’eredità importante che risale direttamente a san Camillo che aveva scelto Genova come riferimento per la quarta casa dell’Ordine, dopo Roma, Napoli e Milano (la casa “santa croce” di Genova, dove la comunità camilliana genovese era impegnata nel servizio completo dei malati all’ospedale Pammatone).
  2. Storia dell’Ordine di San Camillo. La Provincia Siculo-Napoletana, a cura dei professori Sabina Andreoni, Massimo Carlo Giannini e Giovanni Pizzorusso. La casa di Napoli è ancora più illustre: è stata la seconda fondazione voluta da san Camillo nell’ottobre 1588 ed ha avuto fin dall’inizio dei religiosi di grande intelligenza ed acclarata santità, basti solo citare p. Biagio Oppertis (il primo compagno e biografo di san Camillo, p. Sanzio Cicatelli era napoletano …).

È stata un’occasione preziosa per confrontarci con il contenuto che loro hanno scovato per noi, ma anche e soprattutto per interagire con loro.

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Provincia Piemontese camilliana

È la tappa ulteriore di un progetto scaturito diversi anni fa ed affidato dalla Consulta generale ad un gruppo di studiosi e di ricercatori: un progetto volto a colmare un buco nella ricognizione storica della vita del nostro Ordine, ossia l’approfondimento sistematico della fondazione, dello sviluppo, dell’interpretazione carismatica che le singole provincie hanno offerto nel corso del tempo.

Questo studio è stato pensato come parte integrante del progetto di riordino e sistemazione dell’Archivio Generale, un tema tanto sentito dall’allora Superiore generale p. Angelo Brusco che nello Status Ordinis così diceva: “I lavori per l’aggiornamento dell’archivio generale non hanno mancato di dare dei buoni risultati. La situazione, tuttavia, è ancora ben lontana dall’essere soddisfacente. Non essendo facile trovare un archivista stabile ci si è dovuto accontentare di soluzioni parziali. Alle inadeguate soluzioni dell’archivio associo l’incompletezza della Storia dell’Ordine”.

Dopo qualche anno gli fa eco un altro Superiore generale, p. Frank Monks: “Sin da bambino, sono sempre stato affascinato dal numero di cittadini degli Stati Uniti che tornavano in Irlanda, ricercando tracce delle loro radici. Ricordo la loro gioia nello scoprire il nome del nonno o del bis nonno nel registro battesimale del villaggio. La loro gioia era contagiosa. Mi ha insegnato quanto è importante, per tutti noi, essere consapevoli delle nostre origini, se vogliamo veramente apprezzare l’insieme dei valori che ci guidano, e se vogliamo programmare la direzione verso cui camminare. Il Concilio Vaticano II ha invitato tutti i religiosi a tornare alle fonti originali per riscoprire lo spirito dei propri fondatori. Questo sarebbe stato un compito quasi impossibile per noi Camilliani se non ci fossero state delle persone che hanno curato e lavorato sodo per preservare la documentazione risalente all’inizio della nostra fondazione.

Abbiamo una storia gloriosa di cui possiamo essere orgogliosi, anche se non mancano ombre. Sono consapevole del grande debito che abbiamo verso i nostri antenati, perché senza la loro visione e senza il loro lavoro per preservare tutto il materiale antico, ci saremmo trovati davanti ad un compito impossibile (Dall’Introduzione ad “Archivio dei Camilliani: studi e problemi”, a cura di J. Ickx, G. Pizzorusso, E.A. Talamo, Rubbettino 2006).

In vista dell’appuntamento di questa presentazione sono stati rivisitati alcuni verbali degli incontri preparatori in particolare quello del 19 settembre 2005.

Le provocazioni offerte da p. Frank Monks e da p. Francisco Alvarez avevano contribuito a dare ai ricercatori incaricati, una chiara idea dell’estensione dell’impegno camilliano nel mondo. Questo ha ridato nuova linfa ed energia in vista del lavoro da iniziare. È stata messa in luce la motivazione profonda di san Camillo e dei suoi seguaci: il carisma del Fondatore e di fondazione è la molla attorno a cui ruota l’esperienza della vita consacrata camilliana. La misericordia sembra essere una parola chiave con cui valutare le concrete attualizzazioni del carisma nella storia. Essa dice lo spirito con cui ogni attività ha preso forma.

Le relazioni hanno anche aiutato a mettere in evidenza alcuni temi di interesse: la relazione padri e fratelli, per esempio, nel contesto della uguaglianza carismatica; le relazioni istituzionali tra l’Ordine e le autorità civili ed ecclesiali; il quarto voto (servizio agli infermi anche a rischio della vita) come costitutivo della esperienza della vita consacrata camilliana.

Sono stati determinati alcuni criteri di ricerca storica. Nel contesto delle problematiche sopra ricordate, essa dovrà affrontare il nodo circa la continuità dell’ispirazione e dell’opera di Camillo nei suoi seguaci. A tale scopo la storia e la raccolta delle Costituzioni – riflessione sullo spirito di una determinata epoca e di come i religiosi si percepiscono – appare un ulteriore strumento comparativo.

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Provincia Siculo-Napoletana

La ricerca storica non è la successione cronachista dei fatti, ma piuttosto la descrizione dei reciprochi influssi tra l’Ordine ed il mondo in cui esso vive. Il tema della misericordia può emergere come chiave ermeneutica.

All’interno degli eventi lo storico dovrà cercare di ritrovare le dimensioni costitutive dell’Ordine: la sua dimensione carismatica, il coinvolgimento comunitario e la attenzione contemporanea allo spirituale ed al corporale (unità spirito e corpo).

Questo è il lavoro fin qui svolto, cercando di mantenersi il più fedeli possibile all’intendimento originario. Le copertine stesse che sono stare scelte per i volumi finora pubblicati esprimono il centro focale dell’ispirazione, del carisma, della spiritualità e della prassi camilliana: san Camillo e l’abbraccio forte – cuore, anima, sguardo, mano – all’uomo fragile e malato!

E per il futuro? I sogni non mancano! …. Il nostro Ordine, le nostre province religiose vogliono continuare a far interagire il fuoco carismatico con il tempo, sfidando le necessità stesse della storia: la storia contemporanea, l’espansione missionaria, la ricezione del Concilio Vaticano II, la revisione radicale della Costituzione, gli sviluppi dell’antropologia moderna, la moderna e post-moderna percezione della sofferenza e della malattia, le relazioni globalizzate, le tensioni tra nord e sud del mondo, … sono alcune delle tappe che ancora meritano di essere adeguatamente esplorate!