La cappella è preceduta da una nicchia con la scultura in stucco raffigurante la Virtù veritiera (Verecundia) attribuita a Paolo Morelli. La figura è nell’atto di scoprire il volto per mostrarlo ai fedeli. Sull’altare ammiriamo il dipinto su tela con San Francesco di Paola che resuscita un bambino, opera realizzata da Biagio Puccini e datata 1720.
La cappella oggi appare come il risultato di un significativo rifacimento, la cui data di completamento dei lavori, il 1870, è leggibile sul gradino della mensa d’altare. Agostino Rem Picci, cui era stata affidata in patronato nel 1831, poté vantare qui “i diritti di sepoltura” ed ebbe l’incarico di abbellirla ulteriormente.
I disegni della cappella e dell’altare si devono ad Antonio Cipolla, mentre le decorazioni scultoree sono di Giuseppe Palombini che realizzò anche i due monumenti funebri delle pareti laterali, fatti erigere da Gaetano Rem Picci, figlio di Agostino, nello stesso anno. Sono due medaglioni posti su fondo a mosaico, sorretti da due angeli in marmo: quello di destra rappresenta Agostino Rem Picci, quello di sinistra Antonia Grapelli Rem Picci.
Proseguendo oltre la Cappella, una nicchia ospita la scultura in stucco la Fedeltà (Fidelitas) attribuita a Paolo Morelli. Accanto alla figura, in basso a destra, troviamo un cane come simbolo ideale della Virtù che l’opera rappresenta.
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