La Bolla “Superna dispositione” di Clemente VIII fu detta la Magna Charta dell’Ordine. Non è qui il caso di esporre perché S. Camillo l’abbia provocata. Diremo solo che questa calmò le sue ansie, diede la pace al suo spirito, quietò le tempeste sollevate nell’Ordine. In essa leggiamo che lo scopo dell’Istituto consiste “non solum in aegrotis Hospitalium in necessitatibus spiritualibus et corporalibus curandis, sed etiam in iis invisendis qui sparsim in civium privatorum domibus et carceribus aegrotant et in agonizantium animis Deo rite commendandis”. Queste espressioni della Bolla sono ben chiare. Parlando di quanto debbono fare i Nostri negli Ospedali, dicono apertamente che debbono occuparsi in “aegrotis curandis in necessitatibus spiritualibus et corporalibus”. Quando vogliono determinare quello che far debbono nelle case private, lo equiparano a quanto si deve compiere nelle carceri: “in iis invisendis et in agonizantium animis Deo rite commendandis”.
Tratto da P. Giovanni Sandigliano in “Domesticum”, 1926 p. 50
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